L'Eclettico



Il nuovo duplice inizio di MiTo SettembreMusica 2016



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

IL NUOVO DUPLICE INIZIO DI MITO SETTEMBRE MUSICA 2016

Curiosità, e un po' di nostalgia, alla svolta del decimo anno


Il racconto del "nostro" festival:

Barbara Hannigan dirige (e canta) il Novecento: con morbidezza, durezza e leggerezza >>>

Gli occhi di Gabriela Montero inumiditi dalle lacrime su due accordi di la minore ribattuti >>>

Ultime file alla riscossa,  Thomas Leleu e la sua "voglia di basso tuba" >>>

Sfida fra generazioni nella famiglia Bach >>>

J.S. Bach Vs P.Q.D., il suo figlio "degenere" >>>

La Musica di mano in mano: non si consuma ma diventa nuova >>>


L’avvio di MiTo Settembre Musica 2016 è un duplice inizio (leggi il programma di Milano >>>).
Per alcuni, come avviene da ormai dieci anni, è un modo “dolce” (in tutti i sensi) di riprendere le attività quotidiane senza il “trauma” (addirittura medicalmente accertato) del passaggio dal tempo di vacanza al ritorno al lavoro.
Per altri, ammalati di musica, invece coincide proprio con l’inizio delle ferie! Visto che permette di continuare a dedicarsi alle proprie attività che richiedono la vicinanza a casa, e però di vivere l’atmosfera, sempre festosa, di una ricca rassegna musicale.

Gli uni e gli altri quest’anno proveranno anche sentimenti nuovi.
Da un lato un po’ di nostalgia per quello che sono stati i primi nove anni della manifestazione. Per i legami stretti dal pubblico anche con il “volto” dell’organizzazione: i giovani sempre disponibili e sorridenti addetti alle diverse mansioni nelle diverse sedi dei concerti (chissà se nel nuovo gruppo operativo ritroveremo qualche volto noto). E per una particolare “filosofia” artistica sottesa alla definizione del programma.
Dall’altro lato la curiosità per ciò che di nuovo e positivo potrà portare la nuova direzione artistica.

Sull’Eclettico ci piace scrivere di quanto abbiamo visto ed ascoltato, e quindi successivamente all’aver vissuto i diversi eventi che anche quest’anno (come già in passato per MiTo2015 e MiTo 2014) ci apprestiamo a seguire in buon numero su queste pagine elettroniche. Qualche osservazione preliminare possiamo tuttavia proporla.

Siamo contenti che i programmi fra Torino e Milano siano per lo più omogenei e speculari: da bulimici della musica ci spiaceva perderci le originalità torinesi (da sempre seguiamo solo l’edizione milanese).
Anche la scelta di orientare il calendario esclusivamente sulla musica classica, senza contaminazione di generi, non ci colpisce troppo negativamente.
A dire il vero ci sono sempre piaciute le rassegne tematiche con la focalizzazione non occasionale, ma con una pluralità significativa di appuntamenti, su diverse culture musicali del pianeta.
Però confessiamo che, per il resto, abbiamo sempre prediletto le proposte “classiche”, quindi il “taglio” di alcune forme musicali non lo viviamo troppo negativamente.
Forse legata a questa riduzione “programmatica”, l’impressione (non ci siamo esercitati in una contabilità meticolosa) che vi sia stata una riduzione nel numero di appuntamenti giornalieri porta con sé un elemento di positività: riducendo in proporzione anche il numero di scelte “dolorose” alle quali era costretto l’appassionato che vuole “seguire tutto” (come chi scrive).

Non ci appassiona granché il fatto che sia stato proposto come filo conduttore per la rassegna il binomio: Padri e figli. Seppure declinato in alcuni appuntamenti di particolare interesse, non ci sembra così originale.
Ammettiamo poi il personale limite nel non entusiasmarci troppo per la “contaminazione” dei programmi con musica del nostro tempo, seppure con il pregio, in alcuni casi, di averla addirittura commissionata per l’occasione.
Non apprezzandola particolarmente non vorremmo ci “rovinasse” il concerto. Però prima di ascoltarla non è corretto dare un giudizio e, perciò, ne riparleremo.

Al solito, è positiva la continuità nella politica di mantenere prezzi bassi per i concerti e di offrirne in buon numero di gratuiti (in alcuni casi, a nostro avviso ci sono proposte preferibili al contemporaneo concerto con biglietto d’ingresso: ai lettori indovinare quali siano).
Ancora ottima la volontà di portare il festival in teatri delle zone più periferiche della città. Nonostante la decisione crei qualche problema a chi abita dalla parte opposta ed a qualche concerto dovrà rinunciare, la si comprende e la si approva.
Per di più diventa un criterio meno “straziante” di scelta… e sollecita a pubblicizzare quel che si perde presso amici e conoscenti della zona: perché ci vadano loro e poi ci raccontino come’è stato! Chi scrive lo sta facendo.
Viceversa diventa anche una scusa per andare a trovare magari parenti che non raccolgono mai i nostri inviti (col pretesto che le sale sono lontane da casa): ora si può dire loro (come abbiamo fatto): “È proprio sotto casa tua, questa volta non puoi dirmi di no! Vengo a suonarti il campanello e ci andiamo assieme a piedi!”.

Avevamo qualche timore sulla riconferma, che non era da dare per scontata, dell’eccellente tradizione di proporre la grande musica sacra nell’ambito delle celebrazioni liturgiche per le quali è stata composta: ma una veloce scorsa del libretto col programma li ha subito fugati.

Un grande plauso, infine, per la giornata dedicata ai cori e per l’iniziativa di far cantare assieme pubblico ed artisti mettendo a disposizione la musica in programma.
Abbiamo vissuto un’esperienza del genere all’Arena di Verona con migliaia di coristi di cori alpini e di montagna (leggi di più) e siamo curiosi di vedere come andrà in Piazza Duomo sabato 10 (i brani in scaletta >>>)…
Prego, scaricare la musica (QUI >>>) e tutti a studiare per fare bella figura!
E, per il resto, buon divertimento.

Giovanni Guzzi, settembre 2016
© Riproduzione riservata

APPENDICE

Come dimostrano le foto qui pubblicate la serata in piazza Duomo (ma anche il pomeriggio, con gli innumerevoli concerti per la città di Milano) è stata un indubbio successo che ha positivamente caratterizzato, come meglio non si sarebbe potuto, questa prima edizione di MiTo sotto la nuova direzione artistica del maestro Nicola Campogrande (in foto).

 

 

 

 



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