Geopolitica ed etica telefonica
Uso e abuso della telefonia mobile 13
L'ECLETTICO - web "aperiodico"
GEOPOLITICA ed ETICA TELEFONICA
Uso e abuso della telefonia mobile 13/15
GEOPOLITICA TELEFONICA
Gran parte delle Guerre africane che insanguinano la zona dei Grandi Laghi sono combattute per contendersi i giacimenti di coltan, il minerale che trova grande impiego nella fabbricazione dei telefoni cellulari perché permette di miniaturizzare i circuiti elettronici.
Non tutti sono a conoscenza di questo dettaglio.
Più la situazione è politicamente instabile e senza un governo che garantisca la legalità, e più i trafficanti illegali di questi prodotti hanno facilità nell’accaparrarseli e controllarli e convenienza nell’arricchirsi a danno della popolazione locale che non ne ricava alcun vantaggio ma, anzi, viene sfruttata nelle attività minerarie condotte in condizioni disumane e senza alcun rispetto delle norme sanitarie ed ambientali e di sicurezza dei lavoratori.
Questo ovviamente è possibile grazie alla corruzione dei poteri locali che a loro volta si arricchiscono a discapito di coloro che dovrebbero difendere.
Se così non fosse un cellulare (anche un modello senza pretese) lo pagheremmo cifre dell'ordine delle migliaia di euro!
Questo accadrebbe, ad esempio, se il coltan i produttori dovessero acquistarlo in Australia (che a sua volta ne possiede giacimenti) a prezzo di mercato legale.
E POI DOVE LO BUTTO?
Parallela alla produzione di nuovi modelli di telefono cellulare (il primo venne chiamato brick phone perché per forma e dimensioni ricordava un mattone!), ed altrettanto veloce, è la produzione di rifiuti elettronici nei quali in breve tempo si trasforma anche l’ultimo ritrovato della tecnologia appena immesso sul mercato.
Alla rapidissima evoluzione tecnologica si accompagna infatti l’azione del mercato che preme sull’aquirente spingendolo a sostituire in tempi molto brevi i propri apparecchi ritenuti “obsoleti” ed il cui smaltimento avviene per lo più nei paesi poveri e in maniera tutt’altro che rispettosa dell’ambiente e della salute dei lavoratori.
IL RIDICOLO DEL CELLULARE D'UFFICIO
Quando anche nella pubblica amministrazione sono stati introdotti i telefoni mobili il responsabile del mio ufficio voleva che me lo portassi al seguito durante i sopralluoghi.
Mi sono rifiutato chiedendo che, se proprio me lo si fosse voluto imporre, lo si facesse con un formale ordine di servizio.
Mi sembrava assurdo, per non dire ridicolo, che dovessi ricevere comunicazioni in tempo reale e non si potesse attendere per mezz’ora il mio rientro in ufficio quando, nel migliore dei casi, le nostre attività erano mediamente in ritardo di mesi.
VIETATO FUMARE IN SERVIZIO, E TELEFONARE?
Mi risulta che per le forze dell’ordine un tempo fumare in servizio fosse vietato. Ora non solo fumano senza alcun ritegno, ma passano anche il tempo sempre col telefono all’orecchio o digitandoci sopra messaggi o navigando su internet con i nuovi dispositivi che consentono questo utilizzo.
Intanto alle loro spalle i malfattori fanno impunemente quel che vogliono: basti pensare alle biciclette rubate dal portabici accanto a Palazzo Marino fra l’ingresso della sede istituzionale del Comune di Milano e l’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, luoghi dove, fra vigili e carabinieri, è più alta la presenza/concentrazione di forze dell’ordine…!
Questo succede anche alle pattuglie che ad esempio presidiano luoghi sensibili come la Stazione Centrale, o la Stazione di Monza dove il trio di Poliziotti di ronda li vede ognuno “chiuso in sé stesso” ed impegnato col suo apparecchio personale.
Almeno un tempo socializzavano, chiacchierando in gruppo dando le spalle al mondo sul quale avrebbero dovuto vigilare.
Siamo proprio nel tempo dell’incomunicabilità!
Non va meglio con l’Esercito. Anche i Militari di guardia nelle vie di Milano per l’operazione Città Sicura o di scorta davanti alla residenza di qualche persona di rilievo stanno spesso chiusi sui sedili anteriori o posteriori delle camionette grigioverdi tenendo perennemente la faccia rivolta al telefonino.
Né sono da meno i militari nei posti di guardia in via Turati presso l’ambasciata Americana o quelli nelle garitte romane a custodia delle sedi delle istituzioni più importanti della nostra Repubblica.
In passato magari compilavano i cruciverba e, almeno, imparavano qualcosa!
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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