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I telefonini sono sicuri. Siamo sicuri?



Uso e abuso della telefonia mobile 11

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I TELEFONINI SONO SICURI. SIAMO SICURI?

 

Uso e abuso della telefonia mobile 11/15

 
LA SALUTE AL TELEFONO
Il mio amico telefona in Comune preoccupato per la presenza di un’antenna per la telefonia mobile sul tetto del condominio in cui abita.
Il mio amico non si preoccupa del fatto che l’unico effetto ad oggi accertato dei telefonini è quello di far aumentare la temperatura dell’occhio e che, per dissipare l’effetto di una telefonata di 10’ bisognerebbe stare senza telefonare per 24 ore.
Il mio amico ha comprato il telefonino ai suoi figli perché così è più sicuro.
I figli del mio amico col telefonino a volte gli raccontano le stesse bugie che potrebbero raccontargli a voce (il mio amico ancora non ha la possibilità di localizzare la posizione del telefonino dei figli).
Il mio amico protesta perché è stata installata un’antenna nei pressi della scuola che i suoi figli frequentano.
Però il mio amico non ha nemmeno tutti i torti. Anche le sigarette si è sempre detto che non facevano male, ora le multinazionali pagano risarcimenti miliardari e sui pacchetti sono comparse scritte inquietanti (che i fumatori ignorano).
Il principio di precauzione imporrebbe di verificare, prima di diffonderne l’utilizzo, che ciò che si immette in commercio non abbia controindicazioni per la salute. In realtà questa regola di buon senso è spesso disattesa. Soprattutto quando sono in gioco tanti soldi.
E vi pare che con la pubblicità che si fa ai cellulari c’è posto per sollevare dubbi?
In realtà qualche notizia ogni tanto viene data ma il cittadino medio non ha competenze adeguate a permettergli di distinguere fra informazioni scientificamente fondate e le tante dicerie che circolano sul web.
Detto questo, condizione necessaria perché io possa usare il telefono cellulare è l’esistenza una rete di antenne di supporto che rilanciano il segnale e che può creare problemi per i suoi impianti a chi risiede nelle loro vicinanze.
Problemi che mi risulta si siano effettivamente verificati ma siano stati tacitati anziché essere smentiti con argomentazioni convincenti.
Con queste premesse chiunque usa un telefono mobile è in un certo senso un “committente” di questi impianti e dunque è complice della loro esistenza. Perciò, finché non leggerò dichiarazioni ufficiali degli organismi preposti alla tutela della salute che dichiarano con certezza che le radiazioni emesse dei cellulari e dagli impianti al loro servizio non sono dannose, finché mi sarà possibile resistere farò di tutto per non farne uso.
 
NON SI SFUGGE
Purtroppo ha la vita dura chi volesse sfuggire a questa persecuzione. Ormai non c’è luogo, civilizzato o naturale che sia, che si possa considerare non infestato dall’infernale ordigno e nel quale ci si possa ritenere con certezza al riparo dai suoi effetti diretti e da quelli collaterali di chi lo possiede e ne fa uso a sproposito!
Ora poi che i dispositivi mobili consentono anche di navigare sul web diventa un vanto anche per luoghi pubblici chiusi come le biblioteche, o addirittura per spazi aperti urbani, la disponibilità per gli utenti di accedere al collegamento Wi-fi.
Per non dire di esercizi pubblici come bar e ristoranti, nei quali non è raro vedere, radunati attorno ad uno stesso tavolo, i membri di una famiglia che non si guardano neppure in volto, essendo ognuno di essi, totalmente annegato fra i messaggi e le immagini visualizzati sul piccolissimo schermo e virtualmente altrove.
La mia resistenza consisterà ora anche nell’evitare di frequentare (o per lo meno nel cercare per quanto mi è possibile di farlo) tutti i luoghi che offrono e propagandano questo servizio.
 
IN OSPEDALE
A mia nonna, per proteggerla da aritmie cardiache, era stato impiantato un pacemaker. Nell’occasione i medici ci avevano dato l’indicazione che, per evitare interferenze con l’apparecchiatura e conseguenti possibili suoi malfunzionamenti (potenzialmente piuttosto pericolosi vista la sua funzione), doveva stare lontana da dispositivi che emettessero radiazioni elettromagnetiche.
Per questa ragione i possessori di cellulare che venivano a casa nostra erano invitati a lasciarlo in auto o comunque glielo facevamo depositare in una zona periferica dell’abitazione per restituirglielo soltanto al momento di andarsene.
Sono sicuro che oggi i costruttori di pace maker tengono conto del fatto che siamo costantemente avvolti da radiazioni. Sono sicuro?
 
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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