In treno e su e giù dal bus
Uso e abuso della telefonia mobile 6
L'ECLETTICO - web "aperiodico"
IN TRENO E SU E GIÙ DAL BUS
Uso e abuso della telefonia mobile 6/15
IN TRENO
È una regola! Abbiamo appena scelto con cura il posto più confortevole e meglio orientato rispetto al percorso del sole e collocato il bagaglio sul portavaligie. Ci siamo accomodati e ci accingiamo a trascorrere piacevolmente il viaggio dedicandoci a letture interessanti.
Ma ecco che, puntualissimo, si siede accanto a noi l’utente con tariffa “tutto incluso” che immancabilmente ci sottopone all’inesorabile tormento di sorbirci per ore le sue futili conversazioni personali.
Forse è per sfuggire a questa iattura che altri, specialmente i più giovani, scelgono di far passare il tempo aggiornando in tempo reale gli interlocutori che hanno in linea sull’orario di arrivo e sui nomi delle stazioni via via superate. Forse sono davvero mossi dall’ansia di incontrare chi li attende. Ma c’è il fondato timore che, una volta arrivati a casa, si rinchiudano nella propria stanza a scambiare messaggi e telefonate con altri.
SU E GIÙ DAL BUS
Se aspetto in fermata i mezzi pubblici, non posso distrarmi troppo, per non rischiare di farmeli sfuggire dopo i sempre troppi minuti di attesa.
Se viaggio sui mezzi pubblici non mi piace informare tutti sulle mie vicende private urlandole in modo che, sebbene io sia seduto all’ultimo posto dell’autobus, l’autista mi possa sentire distintamente.
Ma il peggio è quando è lo stesso conducente che parla in continuazione al telefono da un capolinea all’altro.
Ecco spiegata la ragione dell’avviso affisso su tram ed autobus presso il posto di guida “vietato parlare al conducente”. Certo… per non disturbare le sue conversazioni!
È noto da innumerevoli studi che la disattenzione alla guida indotta dallo stare al telefono è un parametro statisticamente significativo fra quelli che determinano un incremento nel numero degli incidenti stradali.
Si tratta di una condotta particolarmente grave quando è messa in atto da chi sta svolgendo un servizio pubblico, e perciò è responsabile della sicurezza di coloro che sta trasportando.
Segnalato a diverse aziende di trasporto pubblico locale, questo problema non è stato adeguatamente preso in considerazione. Una sottovalutazione che può essere molto pericolosa, e senz’altro ha già causato gravi incidenti anche se non sempre è stato verificato il nesso di causalità fra incidente e uso del cellulare (anche con auricolare o in viva voce) da parte dell’autista. Per rispondere al telefono bastano pochi secondi. Più che sufficienti per distrarsi con conseguenze letali.
In ogni caso non sono giustificati non trattandosi, lo stare al telefono per i fatti propri, di attività attinente il servizio per il quale si è pagati.
Ciò nonostante ho potuto ascoltare, mio malgrado, interminabili conversazioni relative agli argomenti più vari: problemi familiari, sindacali, organizzazione di vacanze presso la casa vacanze di ATM a Bordighera…
A me, quando viaggio sui mezzi pubblici, piace leggere e non buttare il tempo in sciocchi giochini di carte o facendo scorrere su e giù fotografie e messaggi insignificanti o, ancora, sorprendendomi estasiato per il modo in cui alcune applicazioni accendono e spengono il mio telefono.
Mi piace quando, fra gli innumerevoli automi schierati in attesa sulle banchine o seduti nelle vetture a contemplare i loro dispositivi elettronici, vedo ancora qualcuno che si gode il piacere di sfogliare la pagina vera e non virtuale di un libro o una rivista… ed è bello quando, sollevando solo un poco gli occhi dalle rispettive letture, ci scambiamo un cenno di intesa come riconoscendoci appartenenti ad un club esclusivo.
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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