Laudator temporis acti?
Uso e abuso della telefonia mobile 4
L'ECLETTICO - web "aperiodico"
LAUDATOR TEMPORIS ACTI?
Uso e abuso della telefonia mobile 4/15
A PASSEGGIO IN CITTÀ
Camminando per la città mi piace farlo a testa alta, guardare le persone, i monumenti ma anche gli alberi, il cielo, gli scorci panoramici ed i piccoli dettagli artistici ed architettonici degli edifici.
Il mio amico cammina a testa bassa continuando ad accarezzare lo schermo del suo telefonino come il povero Gollum accarezza il suo prezioso “tessssoro” nel Signore degli Anelli.
Quando siamo assieme ogni tanto me lo perdo perché si ferma, solleva gli occhiali e appiccica il naso al telefono… non ci vede più tanto bene e non riesce a leggere i caratteri scritti in piccolo.
GALATEO DELLE CONVERSAZIONI
Quando il mio amico è stato male e sono passato a trovarlo ci siamo casualmente incontrati sotto casa sua (quindi stava meglio, meno male!).
Poco dopo è passata di là una sua conoscente e il mio amico mi ha lasciato lì in piedi come un salame mettendosi a parlare con lei.
È stato senz’altro per cavalleria, però quella persona la incontra molto più spesso di me che abito in un’altra città.
Questo comportamento è però sintomatico di un'abitudine più generale.
Infatti, quando chiamo il mio amico al telefono di casa, non è infrequente che dopo poche parole mi dica “Aspetta aspetta Giovanni, che devo rispondere al telefonino…” poi si dimentica di me… e io appendo.
In questo caso me la cavo ma quando siamo assieme per la strada la situazione è più seccante.
Il senso comune giudica maleducato chi, intromettendosi fra due persone, interrompe una conversazione in corso. Ma questo fatto è oggi molto meno comune del caso in cui, invece, mentre due persone stanno conversando, una delle due riceve una telefonata.
A mio avviso non si dovrebbe rispondere e semmai si richiama (visto che i numeri di chi ci ha cercati restano memorizzati sul telefono).
Invece, forse perché dalla vita si attende sempre qualcosa di meglio di quello che si ha al momento (magari anche della persona noiosa che si ha accanto) o, comunque, per semplice curiosità, si risponde e poi, presi dalla conversazione, si continua… magari dando a gesti segni di insofferenza per la telefonata e profondendoci in scuse, ribadite a voce al termine della conversazione che tuttavia non si interrompe come si farebbe bene a fare.
Mentre la persona che è con noi resta lì come uno stoccafisso e, per non risultare lei villana, deve frenarsi dall’andarsene o mettersi a fare altro e subire la perdita del proprio tempo in attesa che la telefonata finisca.
In queste situazioni non è cosa rara che vadano perdute anche delle buone mezz’ore e più. A me è capitato più volte.
PRESSIONI SOCIALI
Il mio amico insiste nell’invitarmi a comprare un telefonino. Per la verità il telefonino ce l’ho. Me l’hanno regalato due amiche “così possiamo sentirci tutte le volte che vogliamo” dicono. Una delle due abita sotto casa mia, l’altra giusto due vie più avanti.
OPPORTUNISTA INCOERENTE?
Non sono un luddista degli anni 2000 né un laudator temporis acti e non dico che tutti debbano fare la stessa mia scelta, anche se la cosa non mi dispiacerebbe certo.
Nei limiti del possibile, sia nella vita privata sia nell’attività lavorativa, poiché in genere tutti mi danno come recapito il proprio numero di telefono mobile (“così mi trova sempre”, che poi, come tutti ben sappiamo, non è nemmeno sempre vero) chiedo sempre anche un loro numero di telefono su linea fissa di casa o ufficio: per risparmiare io, far risparmiare l’ente per cui lavoro, non far guadagnare le compagnie telefoniche ed… evitare di far prendere radiazioni all’interlocutore. In qualche occasione chiamo anche sui cellulari e, per questa ragione, qualcuno mi giudica ipocrita.
Ma, purtroppo, in ambito lavorativo non posso rifiutarmi e comunque, anche nella vita privata, non posso fare diversamente se mi viene indicato soltanto il numero del portatile.
Ad essere davvero incoerenti sono alcuni pseudo-ambientalisti (purtroppo più d’uno!) che magari manifestano contro gli impianti di trasmissione della telefonia e però ne fanno un costante, interminabile, utilizzo.
VOTO CON L’ACQUISTO
Se dovessi acquistare un telefonino non vorrei essere preso per un deficiente viste le pubblicità che ci martellano per la strada, dalle vetrine dei punti vendita delle compagnie telefoniche, in radio e TV, sul web… solo che seguendo questo criterio non è possibile sceglierne nessuna marca. Altre pubblicità presentano un’immagine della donna che la rendono un oggetto e non la persona che è.
Allora io mi ribello e mi rifiuto di adeguarmi a questo genere di considerazione di cui sono fatto oggetto per indurmi all’acquisto.
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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