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Il mio amico è sempre raggiungibile (ma non è vero)



Uso e abuso della telefonia mobile 2

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IL MIO AMICO È SEMPRE RAGGIUNGIBILE (MA NON È VERO)

 

Uso e abuso della telefonia mobile 2/15

 
“NON SEI RAGGIUNGIBILE” (MA NON È VERO)
Il mio amico è proprio un caro amico. Il mio amico si lamenta che è impossibile parlare con me perché non si sa mai dove cercarmi. Curiosa osservazione. Specialmente perché venuta proprio quando un grave incidente mi ha costretto per sei mesi agli “arresti domiciliari”; dai quali ben di rado mi sono allontanato e dove mi avrebbe trovato senz’altro: addirittura di persona e facendomi anche piacere.
Anche da quando ho recuperato la libertà di movimento non è comunque difficile rintracciarmi al numero di telefono di casa o a quello d’ufficio.
In alternativa conosce almeno tre miei indirizzi di posta elettronica… ed a chi mi scrive io rispondo sempre.
Quando al mio amico interessa davvero trovarmi sa bene come farlo, ed infatti mi trova ed ottiene sempre rapida risposta.
 
IL MIO AMICO È SEMPRE RAGGIUNGIBILE (MA NON È VERO)
Quando lavorava in ufficio il mio amico faceva un gran uso della posta elettronica, e rispondeva sempre con puntualità.
Oggi è in pensione, gli hanno regalato lo smartphone così è sempre “in linea” e può leggere i messaggi ovunque si trovi…
Però ora molto spesso non risponde così, per avere riscontro a quanto gli chiedo, devo scrivergli di nuovo, o telefonargli, non sempre ricevendo soddisfazione.
Nel suo caso non si può davvero dire che la tecnologia abbia migliorato la comunicazione.
Il Cardinale Martini (anche quando è stato Arcivescovo di Milano) e lo scrittore Mario Rigoni Stern, non proprio due nullafacenti, rispondevano sempre, a penna ed a stretto giro di posta…
Lo so perché l’hanno fatto anche con uno sconosciuto come me.
È proprio vero che non è (solo) la tecnologia a facilitare le comunicazioni.
 
CONDIVISIONE IMMEDIATA DI EMOZIONI
Il mio amico usa tutte le più innovative forme di connessione e lo fa con tutti i più recenti dispositivi tecnologici. Dice che anch’io devo aggiornarmi: così le nostre relazioni guadagneranno in immediatezza e potrà condividere all’istante ciò che di bello sta vivendo. Non come quando era in Terrasanta e, dai luoghi percorsi da Gesù, avrebbe voluto scrivermi le emozioni che provava con un messaggino, rammaricandosi di non poterlo fare perché io non l’avrei ricevuto.
Ho obiettato che sarei stato molto contento di ascoltare i suoi racconti (ed anche di vedere innumerevoli fotografie!) al suo ritorno, che posso aspettare senza fatica, anzi, l’attesa di qualcosa di bello è altrettanto bella.
Lui ha replicato che se non fa subito quel che gli viene in mente… poi se ne dimentica, vuol dire che quel che avrebbe da dirmi non è così importante, o non sono poi così importante io (NB ed infatti l’invito alla serata di racconto del viaggio in Terrasanta ancora non c’è stato).
 
LA CARTOLINA
Qualche tempo fa ho ritrovato una cartolina che i miei nonni mi avevano spedito quando ero un bambino di pochi mesi ed è stato come averla appena ricevuta.
Un messaggino non fa lo stesso effetto, tutt’altro: oggi sarebbe disperso in mezzo a innumerevoli altri o non l’avrei più del tutto.
La facilità di comunicazione, di cui non nego l’utilità, deve essere legata a reali necessità di vera urgenza. La mia impressione è che, invece, su questo suo pregio prevalga l’effetto di banalizzare le comunicazioni interpersonali che, anche per essere vissute al meglio, meritano e chiedono ponderazione.
 
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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