Le Cose di Rudy



Argento colloidale e terrorismo farmaceutico



Disclaimer: questa nota è stata scritta a titolo informativo e pertanto se ne sconsiglia la lettura a fini diagnostici, per consulenza o prescrizioni; in caso di necessità, rivolgersi a un medico, a un dietologo o a un professionista qualificato.

 

"Abbiamo riscoperto che l'argento elimina i batteri, un fatto noto da secoli... ma con la scoperta degli antibiotici gli usi dell'argento come antibiotico sono stati abbandonati." Dr. Robert O. Becker, M.D.

 

 

CHIMICA-FISICA DEI SISTEMI DISPERSI E DELLE INTERFASI

 

Non riporto tutto ciò che ho imparato durante il corso, che trattava, in gran parte, di detersivi e maionese (indice dello stato della ricerca in Italia): accenno soltanto un poco ai colloidi solido-liquido.

Quando due sistemi omogenei (fasi) vengono in contatto, la regione di separazione - che si può assimilare ad una superficie - è chiamata interfase.

L'interfase è soggetta a fenomeni che possono essere interpretati in chiave termodinamica. La "carenza di legame" che si viene a creare in prossimità della discontinuità genera la cosiddetta "tensione supeficiale"; il fenomeno spontaneo chiamato "adsorbimento" tende a far diminuire tale tensione superficiale.

Un esempio di interfase potrebbe essere data dalla superficie dell'acqua contenuta in un bicchiere (interfase acqua-aria); l'estensione della superfice intefasale - in questo esempio - è relativamente piccola rispetto ai volumi delle sostanze considerate.

Ora, supponiamo di avere un cubo di argento, di un centimetro di lato, immerso in acqua pura. La superficie interfasale sarà, ovvimente di 6 centimetri quadrati. Pratichiamo un taglio che divida il cubo in due, parallelamente a una coppia di facce opposte, e separiamo le due metà: la superfiecie esposta dall'argento aumenterà a 8 centimetri quadrati. Immaginiamo di partire da una quantità più esigua di argento, ma di procedere con successive suddivisioni fino ad avere particelle di diametro dell'ordine del nanometro e di riuscire a tenerle sospese nell'acqua e separate: otterremmo una cosiddetta "sospensione colloidale", nella quale pochi microgrammi di argento possono esporre una superficie interfasale anche di un metro quadrato per millilitro di colloide.

Orbene, un agente patogeno che venisse in contatto con la superficie di separazione acqua-argento morirebbe nel giro di 6 minuti.

 

LA STORIA DELL'ARGENTO COLLOIDALE

L'argento è un potente antibiotico naturale usato per migliaia di anni. Le proprietà mediche dell'argento erano già conosciute ai tempi dell'antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento, ci si ammalava difficilmente e le infezioni erano rare. Questa conoscenza si è tramandata tra Re, Imperatori, Zar, Sultani, tra i loro familiari e tra i membri di corte. Si mangiava su piatti d'argento, si beveva da coppe díargento, si utilizzavano posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d'argento e, nel tempo, delle piccole quantità d'argento si mescolavano ai cibi. Dopo una o due generazioni, i benefici dell'argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Questi lignaggi reali venivano chiamati "Sangue Blu" per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro. La comune gente dal sangue rosso, invece, mangiava da piatti di terracotta utilizzando utensili di ferro e si ammalava spesso, mentre i reali non erano soggetti a malattie infettive, addirittura fin dal concepimento.

L'Argento Colloidale veniva utilizzato comunemente in America dalla fine del 1800 sino al 1938 e veniva prescritto per una grande varietà di malattie e infezioni. A suo tempo non era disponibile nessuno degli antibiotici in uso oggi e l'Argento Colloidale era utilizzato praticamente per tutto. Ma a suo tempo era relativamente caro, come oggi sono cari gli antibiotici di sintesi.

 

COME FUNZIONA L'ARGENTO COLLOIDALE?

I tessuti del corpo in cui è presente l'Argento Colloidale in una quantità che va da cinque a sette parti per milione (5-7 ppm) saranno liberi da virus, funghi e batteri, cioè da organismi unicellulari procarioti patogeni; le cellule eucariote del tessuto umano, invece, non risentiranno minimamente della presenza dell'argento. Le particelle di argento restano a lungo nel corpo in quanto non entrano in processo reattivo, ma agiscono come catalizzatori. Un catalizzante è un agente che attiva o causa una reazione o il verificarsi di una reazione senza prendervene parte direttamente e senza esaurirsi. Nel disattivare uno specifico enzima l'Argento Colloidale agisce come catalizzante in quanto trasferisce ossigeno attraverso le pareti cellulari dell'organismo patogeno. L'organismo soffoca! La semplice vicinanza all'argento blocca l'attività dello specifico enzima comune a tutti i virus, funghi e batteri, lasciando inalterato l'enzima cellulare dei tessuti.

Poiché un agente patogeno, per diventare resistente all'argento, dovrebbe evolversi in organismo eucariota (cosa evidentemente impossibile), esso non ha modo di adattarsi; invece, l'uso dei normali antibiotici ha creato ceppi batterici praticamente invulnerabili.

 

IL TERRORISMO DELLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE

Riassumiamo e aggiungiamo qualcosa:

Come può reagire l'industria farmaceutica di fronte a un simile disastro?

In tre modi.

Primo modo: il silenzio
La maggior parte della gente non sa nulla dell'esistenza di un tale rimedio: se ne può sapere qualcosa soltanto imbattendosi nell'argomento su internet per caso.

Secondo modo: educazione approppriata di medici e farmacisti
Provate a chiedere al farmacista di darvi dell'argento colloidale: vi darà un rimedio omeopatico chiamato "Argento colloidale" in un flaconcino minuscolo, a base di alcool, con un atomo di argento e dal costo di 30 euro.

In un libro ufficiale del corso di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche che ho letto, vengono riportate, in un capitolo dedicato all'argento colloidale, tutte le proprietà curative che vi ho elencato, compreso il fatto che non è tossico per i tessuti umani. Tutto il libro ha un tono assolutamente serio e scientifico... tranne la frase finale di quel capitolo sull'argento, che, testuali parole, afferma "fortunatamente nessuno si sogna più di produrre argento colloidale"!

...Ma, fortunatamente, è vero che soltanto in Italia non si produce un buon argento colloidale.

Terzo modo: il terrorismo dell'uomo blu
L'assunzione di argento proteinato (una forma farmaceutica per assumere argento) oppure argento colloidale di infima qualità (fatto in casa con l'acqua di rubinetto invece dell'acqua ultrapura da comprare in farmacia chiedendo "acqua per preparazioni iniettabili"), se protratta per anni, potrebbe causare una forma leggera di argiria, che consiste in una colorazione grigio-blu della pelle. Questo è l'ultimo appiglio dell'industria farmaceutica per dissuadere le persone dall'usare AC, qualora ne venissero a conoscenza.

Il terrorismo consiste in una tripla bugia: 1) l'AC comprato o fatto in casa con un minimo di precauzioni, non può causare l'argiria nemmeno dopo anni di assunzione; 2) i casi conosciuti di argiria causati dall'assunzione di AC scadente (contenente sali d'argento) sono di lieve entità e si riducono a un puro fatto estetico (i tessuti non ne risentono); 3) le foto di casi di argiria che vengono riportate per dissuadere la gente dall'usare AC, si riferiscono alle intossicazioni gravi per esposizione all'argento nelle miniere.

 

ATTENZIONE

Esistono due scuole di pensiero per quanto riguarda l'AC: una parla di argento colloidale ionico e l'altra di vero argento colloidale. La prima è, evidentemente, una locuzione impropria poiché se è ionico non è un colloide.

Il punto è che la tecnologia più semplice (che è anche quella casalinga) per produrre AC, prevede l'uso di metodi elettrolitici. L'argento così ottenuto è costituito, mediamente, da un 20% di particelle (che costituiscono il vero colloide) e un 80% di ioni di argento disciolti. Ecco perché si parla di argento colloidale ionico, ma è solo la parte veramente colloidale quella che conta per i suoi effetti antibiotici.

Grandi laboratori come la Purest Colloids (New Jersey) o la coreana NanoAdvance, sono in grado di produrre colloidi veri con procedimenti proprietari.

 

Il potenziale zeta: parametro fondamentale per la stabilità di un colloide metallico.