Senza Confini





La buona semina che attende di rifiorire nel duplice omaggio dei Dialoghi di Pace a Varese

Finalmente Diocesana nei fatti! Con l’edizione, meravigliosa, dei Dialoghi di Pace 2017 a Velate di Varese, si è riusciti nell’intento di portare la proposta in tutte le 7 Zone Pastorali in cui è suddivisa la Diocesi di Milano. In alcune di esse è da anni una consolidata tradizione tenervi anche più di un’edizione all’anno, ma la Zona II, di Varese, non era ancora mai stata raggiunta da questa inconsueta iniziativa che si prefigge di rendere attraente e godibile l’annuale Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace; presentandolo integralmente, ma in forma artistica: suddiviso fra più lettori ed intercalato da musica.

Il merito del successo va equamente ripartito fra don Adriano Sandri e la clavicembalista Bruna Panella.
Il primo, Vicario della Comunità Pastorale Maria Madre Immacolata e di cui è nota la sensibilità per ogni forma d’arte, ha subito accolto la proposta suggerendo di ospitarla davanti agli antichi affreschi della bella chiesa di Santo Stefano e proprio nel giorno in cui vi si sarebbe festeggiato il 30° anniversario di sacerdozio del Vicario Episcopale per la Cultura, mons. Luca Bressan, originario di Velate, al quale ha pensato di offrirla come omaggio.

Un omaggio dal significato ambivalente, perché proprio Omaggio al clavicembalo è il nome dell’associazione attraverso la quale Bruna Panella ed altri musicisti da decenni promuovono la conoscenza della letteratura musicale per questo strumento, come solista o in formazioni variamente assortite.

Il desiderio di questa collaborazione, finalmente attuata, era coltivato fin dal 2007. Da quando, nella chiesina delle Abbadesse di Milano, gli organizzatori dei Dialoghi di Pace (allora al primo anno di vita) avevano incontrato Omaggio al clavicembalo e le sue ottime iniziative: svolte in diverse e prestigiose sedi e città ed arrivate fino a Vienna. Ancor più belle perché dedicate a Federico Colombo, un musicista ancora troppo giovane quando ha lasciato la vita terrena ed al quale è stata dedicata anche l’edizione varesina dei Dialoghi di Pace.

La disponibilità di Bruna Panella ad inserirla come appuntamento conclusivo della storica rassegna Musica a San Cassiano, è stata poi un valore aggiunto ed una peculiarità apprezzata di cui in molti le sono stati infinitamente riconoscenti. Perché ha facilitato la comprensione che i Dialoghi di Pace non sono una proposta prettamente ecclesiale come qualcuno, sbagliando, potrebbe credere.
Proprio come il Messaggio che diffondono, sono infatti rivolti all’intera Umanità e per questo sono espressamente pensati come un tempo che i Cristiani Cattolici possono vivere anche in preghiera, mentre la spiritualità di chi non lo è, o non ha alcuna convinzione religiosa, suggerisce sempre a ciascuno il modo migliore di prendervi parte, anche piacevolmente (come dimostra quel che dichiara chi ci viene, leggi di più >>>).

Ed anche quando si invoca la pace recitando il Padre Nostro, da dopo la sua visita in Diocesi con un’intenzione per papa Francesco, che sempre chiede di farlo per lui.
Senza nulla voler togliere agli altri momenti in cui sono articolati, questo è sempre quello che più coinvolge emotivamente chiunque. Ed a Velate lo è stato in modo particolare per il clima di meditazione che artisti e pubblico, con il talento ed una concentrata attenzione, hanno costruito assieme. Splendidamente coronato dall’aria La Paix dalla musica per i Royal Fireworks di Haendel e mantenuto da tutti anche nel finale di questa elevazione spirituale: accarezzato dal sole del tardo pomeriggio, abbassatosi sull’orizzonte fino ad inondare la chiesa dalle finestre in facciata con la sua luce calda ed avvolgente.

Lo ha riconosciuto mons. Bressan, dichiarando il proprio (ma anche collettivo) apprezzamento per l’iniziativa con parole che si è ben compreso essere sentite e non di circostanza.
Ringraziando innanzitutto il pubblico, la cui presenza dà senso a tutto l’impegno profuso dall’organizzazione.
I lettori, che hanno “prestato” la propria voce a papa Francesco. Con particolare gratitudine per Alessandro Gandini: prontamente disponibile come sostituto di una “voce titolare” e, come accaduto a diversi cantanti che hanno fatto lo stesso per una “Prima” della Scala, ormai lanciato verso una folgorante carriera!
Involontariamente dimenticando i “camalli”, ma non era colpa sua, spettava ad altri farlo e rimediamo qui noi: perché un clavicembalo deve anche essere trasportato. Specialmente quando dovrà essere suonato in un luogo che una lunga e ripida, ancorché scenografica, scalinata separa dal piano stradale!
E letteralmente “rapito” dalla qualità musicale dei Dialoghi di Pace di Varese. Molto alta perché i brani in programma, oltre che già stupendi in partenza, sono stati magistralmente eseguiti dall’ensemble di Omaggio al clavicembalo.

Bruna Panella, al clavicembalo, con Ida Tamborini e Andrea Florit ai flauti, hanno infatti “contrappuntato” il messaggio del Papa con virtuosistici e delicati ricami sonori interpretando arie, sonate e danze; di celeberrimi compositori dell’epoca barocca ma anche di altri musicisti del tempo, forse meno noti al grande pubblico ma non meno belli da ascoltare.

Puntualissima, l’Ouverture per flauto e basso continuo (b.c.) dalla Prima Suite di Charles Dieupart, ha accolto chi entrava in chiesa creando da subito un’“atmosfera” di attenzione e preghiera poi mai venuta meno per tutta la durata dei Dialoghi. A seguire, per completare il “concertino” di benvenuto, le note “distillate” dell’Aria dalle Variazioni Goldberg per cembalo solo di Johann Sebastian Bach, seguita dai tre tempi della sua Triosonata per flauto e cembalo concertato (BWV 525).
Ancora del medesimo autore, dalla Sonata in trio per 2 flauti e b.c. (BWV 1039), sono stati i primi brani intercalati alla lettura dei diversi paragrafi del messaggio. La serenità bachiana del primo movimento (adagio) e la siderale mistica del terzo (adagio e piano) hanno rispettivamente sottolineato che “la nonviolenza è uno stile di comportamento da adottare” e quanto oggi “il mondo sia frantumato”.
Ma c’è una “buona notizia” ed a portarcela è ancora un tedesco, Georg Philipp Telemann, con un linguaggio a noi ben comprensibile: trattandosi della leggera e con veloce tempo centrale Air a’ l’italienne per flauto e b.c..
Una vera vertigine alla francese, e di spettacolare effetto, i sei drammatici minuti di assolo al clavicembalo: “più potente della violenza” nella superba interpretazione che Bruna Panella ha offerto in Vertigo di Joseph Royer.
Viceversa struggente la Chaconne per 2 flauti e b.c. del britannico Henry Purcell, suonata alla ricerca della “radice domestica di una politica nonviolenta”.
E siccome in un programma di musica barocca Antonio Vivaldi non può mai mancare, nell’“invito” di Papa Francesco ad essere tutti “artigiani di pace” ed a “pregare la Madonna” per domandarla, è stato incastonato quel gioiello di grazia ed energia che il musicista veneziano ci ha regalato con i quattro movimenti della Sonata VI in sol minore per flauto e b.c. dalla raccolta Il pastor fido.
Peccato soltanto che i suoi Largo ed Allegro finale non siano stati proposti, come programmato, nel bouquet di bis previsto per salutare il pubblico.
Ma la libertà degli artisti è sacra e la Chaconne l’ha di nuovo deliziato come meglio non si sarebbe potuto. Affermazione comprovata dagli applausi scroscianti e commossi finalmente liberati assieme alla tensione emotiva accumulata durante il dipanarsi dei Dialoghi; che ha unito in piena sintonia pubblico e musicisti: esibitisi, a detta di molti non nuovi a questo repertorio, con una intensità rara all’ascolto ma al tempo stesso con una sciolta naturalezza che ha loro consentito di porgere al meglio ogni singola nota e l’insieme di tutte!

Peccato per chi non c’era, viene davvero da dire, a buon diritto, in questa circostanza. Uniche “note stonate” dell’iniziativa sono state, infatti, l’assenza di rappresentanti delle istituzioni civili, naturalmente espressamente invitati essendo - come altrove - parte essenziale della proposta (nella foto sopra: l’edizione 2017 a Cinisello Balsamo) per assicurarle il duplice valore religioso e civile al quale gli organizzatori tengono sempre molto, ed il pubblico non numeroso quanto ci si attendeva e quanto i commenti dei presenti ci permettono di dire che l’iniziativa avrebbe meritato.

Di ciò don Adriano si è scusato con gli artisti. Ma non se ne dispiaccia. Per questa volta si è seminato, e lo si è fatto veramente molto bene. Per consolidare questa semina che attende di rifiorire l’anno prossimo, occorre che, raccontando dell’iniziativa a Velate e dintorni, non si faccia riferimento alla delusione per chi mancava ma all’entusiasmo suscitato dall’iniziativa in chi vi ha assistito.

Bisogna che chi non è venuto, ascoltando le parole di chi c’era, si rammarichi per l’opportunità sfuggita. Del resto gli organizzatori sanno bene che la promozione è l’aspetto dei Dialoghi di Pace più difficile da attuare: chi ci viene poi è contentissimo, ma è non è facile far capire prima che l’iniziativa è sì seria ed intensa ma non per questo è pesante, anzi, al contrario, prendervi parte è un'esperienza irripetibile!

Se ne terrà conto per coinvolgere un maggior numero di persone nel 2018. Perché il ritrovarsi con della nuova, splendida, musica antica ad incorniciare il prossimo messaggio di papa Francesco per la 51a Giornata Mondiale della Pace, è nelle ferme intenzioni degli organizzatori.
“Senz’altro faremo conoscere i Dialoghi di Pace perché siano riproposti di nuovo anche nella nostra città” ha infatti dichiarato don Adriano, sollecitato con forza in questo senso da diversi spettatori (credenti e non credenti, questi ultimi paradossalmente in numero pari, se non superiore, ai primi); energicamente rivoltisi al riguardo anche al festeggiato, mons. Bressan!
Da parte sua il decano, don Mauro Barlassina, riferendo con soddisfazione al suo collaboratore di aver visto citata l’iniziativa sul quotidiano Avvenire, non sapendo di averne accanto l’ideatore, quando gli è stato presentato ha subito manifestato la volontà di ripeterla prima ancora di sapere come sarebbe andata quest'anno. Tanto più sarà convinto ora visto che è poi andata a meraviglia!

A partire da chi ha dichiarato il suo gradimento compilando all’uscita il relativo questionario, si confida perciò di raddoppiare le presenze contando sul fatto che ogni intervenuto ritorni portando con sé almeno una persona assente alla prima!

Intanto i Dialoghi di Pace 2017 hanno ancora in programma due date “Francescane” nel mese di ottobre: il 20 a Milano sotto gli affreschi Cinquecenteschi della chiesa di Sant’Angelo ed il 28 letteralmente in riva al mare di Fano, nelle Marche. Due edizioni espressamente organizzate in concomitanza con la ricorrenza della giornata di preghiera interreligiosa indetta ad Assisi da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986.

E sono già stabilite anche le principali edizioni 2018.
Il 22 gennaio a Seregno, ormai tradizionale riferimento per il locale decanato di Seregno e Seveso e per tutti i comuni sui quali insiste. Ed il 10 febbraio a Cinisello Balsamo, per l’intera Zona Pastorale VII di Sesto San Giovanni.
Qui, grazie alla partecipazione della clavicembalista Daniela Fontana, si rinnoverà la collaborazione con Omaggio al Clavicembalo.
Ma non è tutto, altre edizioni 2017 “covano sotto la cenere”. Quando diventeranno una fiamma ne daremo notizia.

Giovanni Guzzi, giugno 2017

 

COS'HA DETTO CHI È VENUTO

Dai questionari sul gradimento, compilati dal 50% dei presenti (tutti di Varese), fra le opzioni prestampate disponibili di “scarso”, “sufficiente” e “buono”, al 100% risulta indicato quest’ultimo giudizio; che in due schede, come ormai avviene di consueto, è corretto a mano diventando non solo “Ottimo” ma, addirittura, “Formidabile!”.

COSA MI È PIACIUTO DI PIÙ?
Si va dai sintetici “Tutto!” e “mi è piaciuto tutto moltissimo” ai progressivamente più dettagliati “musica e voci”, “musica e dialoghi”, “l’interazione di musica e parole”, “sia i brani musicali sia le riflessioni di papa Francesco, veramente belle” che determinano la naturale conseguenza di un generale apprezzamento di “tutta l’iniziativa nell’insieme”: “appassionante” per “l’armonia della proposta” e “l’atmosfera creata”.

ALTRI COMMENTI
Altri commenti sono specificamente mirati al “contrappunto” musicale ai testi, dichiarato “eccezionale” per la scelta di brani e arie “molto belli” che hanno raggiunto l’acme del gradimento con “l’assolo di clavicembalo” condito da un “Bruna è fantastica!!!” riferito a chi l’ha suonato.
Questo diretto e confidenziale rivolgersi alla clavicembalista, unito al riconoscente “grazie e complimenti per tutta la rassegna” è indicativo del fatto che un’alta percentuale dei presenti è intervenuta perché questa edizione dei Dialoghi di Pace è stata l’ultimo appuntamento dell’ormai storico ciclo di concerti di musica barocca “Musica a San Cassiano” organizzato dall’associazione Omaggio al Clavicembalo.
Una reciproca, positiva, “contaminazione” fra un’iniziativa culturale ed una di ordine spirituale grazie alla quale buona parte del pubblico, esplicitamente premettendo la propria estraneità all’ambito ecclesiale, si è dichiarato “entusiasta” della proposta invitando a “ripeterla e divulgarla”.
Se un perentorio “va benissimo” è l’asciutta risposta alla domanda “Cosa va migliorato?” per quanto riguarda gli aspetti artistici, “la diffusione!” è invece stato individuato come punto debole dell’organizzazione.
Ecco quindi il compito per il prossimo anno (*).

(*) La verifica sull’efficacia della comunicazione ha consentito di appurare che i compilatori della scheda hanno saputo dell’iniziativa da materiale stampato diffuso in chiesa o in città (40%), da invito personale (40%) o attraverso la stampa locale, sovralocale o dal web (complessivamente al 20%). Più in generale, il 50% è stato informato dall’associazione Omaggio al Clavicembalo.