Senza Confini



La Nona di Beethoven nel mirino: se son rose fioriranno



I Dialoghi di Pace alla “Lourdes” di Milano

Anche per l'ultima (per ora!) edizione tenutasi nella basilica di Santa Maria di Lourdes a Milano, il responso delle schede di rilevazione sul gradimento dell’iniziativa restituite compilate a fine serata conferma che, al solito, la maggioranza assegna ai Dialoghi di Pace un giudizio buono che, accompagnato da “tantissimi complimenti”, in una di esse diventa addirittura “eccellente”.

Analogo parere, in un’altra, è stato dato sulla musica eseguita dal maestro Christian Raimo sul prestigioso organo Mascioni. Quest’ultima, in una sorta di “continuum ligetiano”, ha preceduto e “inglobato” l’intero messaggio pontificio facendo da sottofondo alle letture dei testi e riemergendo da protagonista a sottolineare gli stacchi fra i suoi diversi capitoli in un’alternanza di brani originali e di “parafrasi” di composizioni note anche al pubblico dei non specialisti. Fra queste citiamo l’“Adagio” di Albinoni, “Il mattino” di Grieg, la “Sarabanda” di Haendel e la “Toccata e Fuga” di Bach… per culminare, al termine della lettura e prima della conclusiva recita del Padre Nostro nella quale è sempre coinvolto tutto il pubblico, nell’inno del Giubileo della Misericordia: “Misericordes sicut Pater”.

Fra gli aspetti che più sono piaciuti le schede indicano il tema ed il testo del Papa, definito “interessante” e “molto toccante”, il modo in cui è stato letto dai suoi tre “interpreti” e “l’atmosfera propizia alla riflessione”. Questa è stata creata, come sempre, valorizzando al meglio le risorse disponibili: ovvero l’insieme di musica e luci abbassate e concentrate sui lettori e su punti significativi della chiesa: alla “Lourdes” la grande statua della Madonna che domina l’altare ed il più piccolo Crocifisso ai suoi piedi.
Con l’aggiunta di due mirati dettagli: la composizione di orchidee bianche e rose rosse davanti alla mensa ed un’immagine di papa Francesco su un cavalletto.

Passando ai suggerimenti sulle possibili migliorie da apportare, a fronte del “nulla” di una scheda, in un altro paio di esse (con giudizio sufficiente) si osserva che “la fissità dei lettori rende il dialogo meno godibile” e che sarebbe opportuna “qualche variazione di scena o di luci”.
Si farà il possibile per tenerne conto in prossime edizioni pur nella consapevolezza che il tutto è, per scelta, realizzato grazie alla “Provvidenziale” gratuita disponibilità di artisti, organizzatori e collaboratori e non si tratta di una produzione teatrale che può avvalersi di risorse economiche.

Altre osservazioni puntuali sono la richiesta che siano “annunciati tutti i titoli dei brani musicali eseguiti” e – nell’unica scheda con giudizio “scarso” – si osserva che il tutto non dà “nessun valore aggiunto al testo”.
In proposito occorre però ricordare sempre che, visto che i Dialoghi di Pace non sono un concerto o uno spettacolo, non annunciare quel che viene suonato è una precisa scelta perché la funzione della musica è esclusivamente orientata a valorizzare il testo del Papa che l’iniziativa si prefigge semplicemente di portare, nella sua interezza, a chi difficilmente lo leggerebbe per conto suo, come sarebbe invece auspicabile ed, anzi, doveroso, quantomeno per i cattolici.

L’ultima osservazione condivisa da molti dei presenti (purtroppo non numerosissimi!) è che occorrerebbe pubblicizzare meglio questa proposta. Se è vero che la serata era in controprogrammazione con la finale milanese della Champions League e c’è chi ha osservato “orario proibitivo in concomitanza di eventi sportivi” è pur vero che non tutti gli assenti saranno stati alla TV a vedere la partita.
Ad ogni modo "certo che se ci fosse stata una partecipazione maggiore sarebbe stato meglio", afferma Ferruccia Longhi, vera artefice ed anima di questa serata che già da qualche anno voleva portare in parrocchia  "questo non è un problema: prima o poi le persone si renderanno conto che hanno perso dei momenti belli e non hanno saputo cogliere delle occasioni importanti per poter crescere e migliorarsi come individui e come comunità". E continua: "Questo però non deve togliere la voglia e l'entusiasmo di provare sempre a cercare di smuovere un po’ gli animi che, per chi lo fa, dà la soddisfazione di aver vissuto una bella esperienza e la consapevolezza di aver dato il proprio contributo a dare vita a qualcosa di buono ed utile".

L’auspicio è perciò che altri vogliano affiancare gli organizzatori soprattutto nella promozione: che è l’impegno più difficile ma necessario, come ha sottolineato il parroco nel suo saluto invitando i presenti a “spargere questi semi di pace specialmente fuori dal perimetro parrocchiale”.

Degna di nota, infine, è stata l’attenzione ecologica (non per nulla l'iniziativa è strettamente legata al progetto Campanili Verdi) avuta dagli organizzatori nel predisporre il rinfresco per riconoscenza verso artisti e collaboratori: talmente ricco da indurre i destinatari a proporre di invitare a prendervi parte anche il pubblico intervenuto ma, soprattutto, con la messa al bando delle ormai purtroppo consuete stoviglie e bicchieri in plastica “usa e getta”; una palese contraddizione della Laudato si’ di cui ancora solo alcuni nella Chiesa si rendono conto.
Perché è amaro constatare che papa Francesco piace a tutti per farsi le foto con lui e quando sembra parli sempre ad altri nel richiamare la Chiesa ad essere più fedele a Gesù, ma in pochi ne approfondiscono il pensiero leggendo per intero quel che scrive.

Perciò, seppure l’impresa è difficile, a maggior ragione è necessaria e quindi, dopo essere arrivati all’8a edizione 2016, come i campioni del calcio inseguono nelle classifiche del numero di goal realizzati i grandi del passato, anche i Dialoghi di Pace, coltivando il sogno di festeggiare il Decennale dell’iniziativa con almeno 10 edizioni in questo 2016 (al termine del quale mancano ancora tanti mesi e quindi l’impresa non sembra irrealistica), hanno nel mirino Beethoven e la sua Nona Sinfonia.
Fa ben sperare, in questo senso, la presenza fra il pubblico alla Lourdes anche di tre giovani della Comunità milanese di Sant’Egidio, venute apposta da fuori parrocchia per vedere di persona in cosa consistono i Dialoghi di Pace.
Siamo ancora nel mese di maggio per cui ci si può a buon diritto augurare che “se son rose… fioriranno!”.
Per ulteriori info www.rudyz.net/dialoghi

Giovanni Guzzi, maggio 2016