Senza Confini



Tintoretto (1518 - 1594)<br>Cristo di fronte a Pilato



Frankfurt Am Main
Omelia di don Danilo Dorini del 22 novembre 2015

Solennità di Cristo Re

Dal dipinto di

JACOPO ROBUSTI, detto TINTORETTO

Venezia 1518 - 1594

“CRISTO DI FRONTE A PILATO”

1566-67

Venezia, Scuola Grande di San Rocco, Sala dell'Albergo

 

Non ci si deve lasciare trarre in inganno: il luogo in cui si trova questa opera si chiama Scuola ma era la sede di una Confraternita sorta nel 1478 allo scopo di aiutare i bisognosi, in specie i malati, durante le epidemie, le pestilenze e via dicendo (San Rocco, il santo che nell'iconografia sacra mostra il segno della peste sulla gamba, era - con San Sebastiano - uno dei santi ai quali ci si affidava per invocare la guarigione).
Il pittore, il Tintoretto (Venezia, 29 aprile 1519 – Venezia, 31 maggio 1594), era un membro di questa Confraternita e pone le sue capacità al suo servizio.

La tela è stata dipinta per la cosiddetta “Sala dell’albergo” adibita alle riunioni della Confraternita e venne decorata dal Tintoretto tra il 1564 e il 1567.

Il Vangelo di oggi è inserito nel racconto della passione di Gesù. Giovanni ha dato importanza all’episodio qui rappresentato perché qui è in gioco la responsabilità di Pilato e degli ebrei e si rivela la vera natura della regalità di Gesù.
Osserviamo Cristo nel dipinto.
Indossa una veste bianca che Erode gli ha fatto mettere dopo averlo fatto insultare e rispedito a Pilato.
È bianca: alcuni autori ritengono che tale vestito veniva riservato ai pazzi, ai privi di senno. Dunque Gesù è un fuori di senno!
Per di più è legato, alle mani e al collo, accompagnato da due soldati. A un tale ridotto così, Pilato  chiede: “Tu sei il re dei Giudei?”.
I casi sono due: o lo sta prendendo in giro oppure viene il dubbio che sia fuori di sé Pilato e non Gesù.
Pilato pone la domanda da giudice, come se fosse una colpa.
E in questo non sbaglia: gli ebrei glielo avevano consegnato proprio con questa accusa e lui doveva tutelare la sovranità unica dell’impero Romano.
Gesù sembra stare al gioco e non si difende: anzi sembra burlarsi  di Pilato: “lo dici da te… è una tua idea o riporti quella di altri?” come a dire “ragioni con la tua testa o segui la massa, il pensiero della maggioranza?”.
Pilato è costretto ad ammetterlo: “ gli altri dicono che…”.
Gesù lo tranquillizza: “Il mio regno non c’entra con te, con questa gente, con l’Impero  di Roma… perché supera tutti e riguarda tutti”.
Pilato è in palla, non comprende: “Sei re o no?”!

Non è l’unico a non capire. C’è un vecchio sapiente, in basso, proprio sotto a Pilato, sembra intento a scrivere… ma in realtà fissa un libro chiuso che tiene nella mano sinistra.
Tintoretto mostra con quest’immagine la presunzione di coloro che si ritengono sapienti, che la sanno lunga, che pontificano su tutto e su tutti, ma in realtà sono incapaci di comprendere il Mistero di un Dio fattosi carne e disponibile a dare sé stesso per la salvezza degli altri.

La veste bianca rimanda al sacrificio dell’innocente immolato per tutti.
Quando io ero giovane, in chiesa si cantava che “C’è sempre qualcuno che paga per tutti”;poi la vita mi ha insegnato che in genere è qualcuno che c’entra meno, oppure colui che non è capace di farsi valere da sé.

Ma… in che senso la regalità di Gesù supera tutti e nel contempo ci coinvolge tutti?
“Sono venuto a rendere testimonianza alla verità!”.

Distinguiamo tra:

Opinioni: avere un idea, si spera propria e non ripetuta dopo averla sentita da altri, su un determinato argomento.
Essa può non solo essere diversa da quella di un'altra persona, ma può cambiare nel corso del tempo.
È mia… e la sostengo!
Verità: l’insieme di valori fondati su ragionamenti naturali che non ho deciso io, ma esistono già in sé e si impongono a me; che io li consideri o no rimangono tali.
Ad esempio il rispetto per egli altri, il valore della vita, il concetto di persona, la libertà…

Che dire?

1. Io rispetto tutte le opinioni:
NO! Le persone vanno rispettate, ma  le opinioni si criticano.

2. Tutte le opinioni sono uguali e vere:
NO! Dipende dal rispetto nei confronti dei principi naturali… per cui alcune idee sono stupidaggini.

Luogo comune: se tu critichi le idee degli altri e non le accetti sei un intollerante.

Nella vita comune:
Chi si limita all’opinione e si attacca ad essa fa la fine di “quel rospo che vivendo in fondo al pozzo giudica la vastità del cielo sulla base del bordo del pozzo”, perché vede solo quella parte limitata di cielo.
Costui si arrocca sulla propria posizione perché ritiene che la propria visuale sia l’unica possibilità di interpretare la realtà.
Quanti in nome della tolleranza diventano intolleranti oppure manifestano per la pace sfasciando e menando!!!
Chi invece ammette e accetta l’esistenza dei valori naturali, più grandi e indipendenti da lui, si pone in atteggiamento di ricerca e si sforza di aderirvi.

Diceva un drammaturgo tedesco del ‘700, Gotthold Ephraim Lessing (Kamenz, 22 gennaio 1729 – Braunschweig, 15 febbraio 1781): “Il valore dell’uomo non sta nella verità che… presume di possedere, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla”. Ecco la conferma di quanto detto.

Pilato si accontenta di sapere che Gesù non sarà un problema per l’Impero romano e per sé e tanto meno si impegna in una ricerca ulteriore: si lava le mani, ma…
Tintoretto ci dice che questo è per lo meno un atteggiamento sterile e codardo: le mani, pur lavate, restano “sporche”, nere, perché se non ci si assumono le responsabilità… la colpa resta.

Gesù ha un atteggiamento nettamente diverso, ossia per fedeltà a una testimonianza, per coerenza con la Verità che sta sempre davanti a noi, giocherà la sua vita sulla croce:  lui si assume la responsabilità pur non avendo colpa alcuna.
Tintoretto lo esprime attraverso un drappo rosso che si erge sulla folla che ha appena preferito Barabba a Gesù.

“C’è sempre qualcuno che paga per tutti”: questo avviene ogni qualvolta le opinioni, proprie o della maggioranza, si impongono sulla Verità dei fatti e dei valori.