Campanili Verdi



Aiutati che Dio ti aiuta



Non deleghiamo (solo) al Padreterno quel che possiamo (dunque dobbiamo) fare noi stessi

AIUTATI CHE DIO TI AIUTA

Non deleghiamo (solo) al Padreterno quel che possiamo (dunque dobbiamo) fare noi stessi


Ha commosso tutti, Papa Francesco, il 27 marzo, arrivando in piazza San Pietro a piedi, da solo, sotto la pioggia, a pregare il Crocifisso implorando per il mondo la fine della pandemia del virus Covid 19.
Come lui l’Arcivescovo di Milano, sul tetto del Duomo, rivolto alla “Madunina”, e tanti altri preti e vescovi con le più varie e creative modalità ispirate dalla fantasia e dalla sensibilità di ciascuno: dalla messa celebrata sul tetto della chiesa, all’esposizione del Crocifisso di don Camillo, alla Croce portata per le vie cittadine nel cassone di un triciclo a motore! E poi ancora gli affidamenti alla Madonna ed ai santi patroni di nazioni, diocesi, città…

Tutto bene e tutto bello, osando definire “bello” qualcosa di legato ad un problema così drammatico.
Ed anche giusta dimostrazione di umile consapevolezza nel riconoscere che, diversamente da quanto si crede (o si vuole, o fa comodo, credere), per quanto “tecnologici” ed “evoluti” pensiamo di essere, “da soli” non ce la facciamo a risolvere criticità di tale genere e portata.

Viceversa però, nell’enfasi che i mezzi di comunicazione (per primi, evidentemente, quelli ecclesiali) hanno posta su questo rivolgersi “al Cielo”, ci pare di poter cogliere anche un duplice rischio.
La tentazione di “delegare” solo a Dio (per chi ci crede, al Destino per gli altri) quel che non vogliamo impegnarci a fare ed il concentrare (e dunque limitare) l’attenzione su un unico pericolo che ci colpisce emotivamente per le conseguenze dirette ed immediate che può avere su di noi.

Questo duplice errore di prospettiva ci porta a sottovalutare la gravità di altre crisi ambientali di portata quantomeno paragonabile, se non superiore, al flagello che oggi calamita le preoccupazioni di tutti.
Fenomeni planetari, come il cambiamento climatico, hanno puntuali e molto concrete ricadute sulla nostra vita quotidiana.
Mentre l’aria e l’acqua avvelenate delle nostre città provocano una contabilità di morti anche superiore a quella che da settimane ci viene rendicontata dai bollettini sanitari.
Senza dimenticare che gli uni e le altre non sono da meno del Covid nel creare scompensi alla sempre centrale “questione economica” con la quale ogni provvedimento deve confrontarsi.
Accettarne passivamente le conseguenze, restando inerti nei loro confronti, contribuisce ad accrescerne la gravità e ce ne rende concausa.

Ma “Non si può pensare di stare bene in un mondo malato” ha precisato Francesco.
Se dunque è bene pregare, e assistiamo ad una grande mobilitazione di risorse ed energie per contrastare il virus, oltre alla disciplinata disponibilità della maggior parte della popolazione a modificare drasticamente i propri comportamenti per tempi anche lunghi, occorre anche “convertirsi” davvero per non tornare al modo di vivere, e di inquinarci, di prima.

Qualche semplice idea e proposta, mese dopo mese, in queste pagine l’abbiamo presentata. Continueremo a farlo.

Giovanni Guzzi, maggio 2020
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, giugno-luglio 2020

 

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