Campanili Verdi



I palloncini biodegradabili non si mangiano, e non scompaiono nel nulla in pochi istanti (come dalla vista)…



Un semplice esperimento dimostra che occorrono mesi prima che si decompongano

I PALLONCINI BIODEGRADABILI NON SI MANGIANO, E NON SCOMPAIONO NEL NULLA IN POCHI ISTANTI (COME DALLA VISTA)…

Un semplice esperimento dimostra che occorrono mesi prima che si decompongano

 

Caro don Fabio,
ho letto sul notiziario, e ne ho poi avuta conferma da presenti, che nel corso della festa dell’Oratorio hai invitato i più piccoli a lanciare gli “immancabili” palloncini. Gli interpellati mi hanno riferito che si trattava di “palloncini ecologici”, cioè “biodegradabili”. La cosa si è ripetuta per l’ingresso del nuovo parroco. Qui c’ero ed ho sentito di persona le tue ulteriori precisazioni “Così nessuno si lamenta” e “Il signor Giovanni ha la certificazione”.

Questo tuo desiderio di rassicurare tutti sulla compatibilità ambientale della gioiosa iniziativa dimostra una lodevole sensibilità, ma anche informazione parziale ed insufficiente. Purtroppo condivisa con i miei interlocutori: tutti convinti dell’assenza di controindicazioni in questo gesto.

Constatazione che mi ha rattristato, al pensiero che nella Chiesa, malgrado la “Laudato sì”, anche su questioni elementari una minima cultura ambientale sia ancora tanto lontana dall’essere patrimonio comune di sacerdoti e laici. A maggior ragione perché, rispondendo alle obiezioni che ti ho rivolto, mi hai messo in guardia dal correre il rischio di espormi al “ridicolo” proponendo argomenti che potrebbero denotare “disinformazione”, “eccesso di zelo”, e magari rendermi “passibile di imputazione per calunnia”.

Vorrei esserlo, tuttavia temo non sia così perché i fatti dicono altro.
Dall’inizio di maggio tengo in osservazione nel giardino di casa, esposto a pioggia, sole e vento, un palloncino liberato nel corso della manifestazione “Vuoi la Pace? Pedala!”: anch’esso certificato come “biodegradabile” dagli organizzatori.
Dopo ormai oltre sei mesi s’è solo sgonfiato (aggiornamento fotografico e altre considerazioni in “PALLONCINI BIODEGRADABILI (forse), A LED E LANTERNE VOLANTI, qualche riflessione e un semplice esperimento”: leggi di più >>>).

Forse non avrebbe raggiunto le famose “isole di plastica” nell’oceano, ma in questo tempo avrebbe già potuto soffocare qualche organismo acquatico, terreste o volatile che l’avesse ingoiato, scambiandolo per un boccone “appetitoso”.

A meno che la certificazione fornita dal produttore (che dovrebbe dichiarare tempi e condizioni di biodegradabilità) implichi che il vocabolo “biodegradabile” abbia anche il significato di “commestibile”, seppure da parte di un animale, e specifichi che, in caso di ingestione, il lattice verrà degradato senza difficoltà e senza generare problemi ai suoi organi interni.

Il risultato dell’esperimento in corso non mi stupisce: chiunque può verificare che i sacchetti biodegradabili e compostabili, utilizzati per i rifiuti “umidi” domestici e forniti dal Comune o dai negozianti, resistono per giorni nei cestini di casa, prima di essere raccolti dagli addetti, per lo più ancora integri.

Analogamente, anche la biodegradabilità dei palloncini non è immediata.
Appena giunti ad alta quota, per le temperature e pressioni basse, scoppiano rompendosi in tanti piccoli frammenti che, per decomporsi, impiegano per lo meno settimane o mesi, a seconda delle condizioni in cui vengono a trovarsi quando ricadono a terra.

E non credo proprio sia biodegradabile il nastro al quale sono legati e che ne segue la sorte: accessorio che dubito sia incluso nella certificazione.

Tutto ciò è confermato dagli stessi produttori “ecologici” (come si può facilmente verificare con una semplice ricerca in rete):

“Nonostante i [nostri - ndr] palloncini ecologici e biodegradabili siano realizzati con materiale naturale e sostenibile, se vengono lasciati volare” alle quote elevate sono soggetti alla “frattura fragile”.
Ed i loro frammenti “che cadono a terra in breve tempo si decompongono ma nell’intervallo possono essere dannosi alla fauna selvatica.
Ne sconsigliamo quindi l’utilizzo” in questa modalità.

Quanto ai tempi di decomposizione, sono dichiarati pari a quelli “di una foglia di quercia”.
Non brevi, come sa bene chi abbia minimi rudimenti di arboricoltura: perché questo tipo di fogliame è caratterizzato dalla forte presenza di tannino che rallenta il processo di degradazione.

Siccome la biodiversità in crisi non è cosa da poco (ed è stata oggetto anche del messaggio dei Vescovi Italiani per la giornata del Creato 2019), ed ormai ci si sta convincendo che gli equilibri di tutti i generi si stanno spezzando sulla Terra, ti prego di non sottovalutare quanto ti scrivo, ma di prenderlo seriamente in considerazione evitando di ripetere simili eventi, sia per il danno contestuale, sia per le conseguenze diseducative insite nel disperdere qualsiasi oggetto nell’ambiente, seppure con le migliori intenzioni.

Anche praticando assieme a loro il “principio di precauzione”, potrai far sì che i giovani della nostra città che tu segui, gli adulti che si curano di essi e le loro famiglie usino attenzione a quel che fanno e propongono.

Se dovessi aver avanzato qualche palloncino, potresti replicare tu stesso con i tuoi ragazzi l’esperimento che ho descritto. A queste attività concrete di solito si appassionano: rispetto alle parole l’esperienza non si dimentica.

Così sono certo che, per una prossima occasione, la vostra fantasia e creatività vi sapranno suggerire brillanti alternative. Ad esempio il già descritto impiego di aquiloni autocostruiti con materiali di recupero. Gli amici del Parco della Brughiera Briantea da anni dimostrano che si può fare! (leggi di più: Gli aquiloni sono meglio >>>).

Giovanni Guzzi, novembre 2019
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, gennaio 2020

 

Approfondimenti ed ulteriori informazioni su queste tematiche sono pubblicati sul portale www.rudyz.net/campaniliverdi
Grazie ai lettori che scrivono alla redazione commenti e suggerimenti per questa rubrica, perché ci permettono di orientarla secondo i vostri desideri, curiosità ed interessi.

Giovanni Guzzi è ideatore e curatore di Campanili Verdi, più info >>>
Contatti: campaniliverdi@rudyz.net