Campanili Verdi



Se l’Amazzonia brucia…



Non sia anche la nostra mano ad appiccare l’incendio

SE L’AMAZZONIA BRUCIA…

Non sia anche la nostra mano ad appiccare l’incendio

 

L’Amazzonia brucia! Quando questo accade, tutti i potenti del mondo si mobilitano e fanno pressione sul governo del Brasile perché intervenga a difendere, o cessi di “tollerare” – e quindi incoraggiare – i comportamenti illegali che la aggrediscono.

Oltretutto, questo “polmone” della Terra non è l’unico ad andare a fuoco: sorte analoga (ma con minore eco mediatica) tocca a foreste africane ed asiatiche.

Nei giorni in cui la notizia fa il giro del mondo si celebra la “giornata del Creato” che i vescovi italiani hanno dedicato ad una riflessione sulla biodiversità e si apre lo specifico Sinodo che Papa Francesco ha indetto proprio sull’Amazzonia.

E chi non ha firmato almeno una petizione per dire “a qualcun altro” che la natura “di casa sua” deve essere assolutamente conservata perché da essa dipende la sopravvivenza dell’intera Umanità? Cosa del resto vera e giusta.

Occorre però anche ricordare che, come certifica l’indicatore dell’Impronta Ecologica (ne abbiamo parlato in “L’IMPRONTA ECOLOGICA. Indicatore di sovrasfruttamento della Terra, ma anche di giustizia fra i popolileggi di più >>>), chi scrive e chi legge questo articolo usufruiamo tutti delle risorse naturali del Pianeta in maniera superiore a quanto sarebbe nelle nostre disponibilità.

È un po’ lo stesso discorso della tanto celebrata “auto elettrica” (e di mezzi analoghi come l’autobus, il furgone comunale, la bici, il monopattino…) che, almeno fino a quando l’elettricità non sarà interamente prodotta da fonti energetiche rinnovabili, è tutt’altro che ecologica: perché semplicemente “sposta” l’inquinamento altrove, dove l’energia deve comunque essere prodotta bruciando idrocarburi, con tutto ciò che sappiamo ne consegue. Incluse, rispetto alla combustione diretta, una minore efficienza e perdite energetiche per trasportarla, in definitiva una maggiore entropia: cioè l’incremento del “disordine” nell’universo.

La sensibilità ambientale che, a qualsiasi livello, non incide sui propri comportamenti ma si limita a sollecitare quelli altrui è dunque un ambientalismo di comodo (e anche falso).

Non dimentichiamo che a sottrarre la “casa” ai popoli che abitano l’Amazzonia contribuiamo anche noi.
Ad esempio quando non siamo attenti alla provenienza del legno dei nostri mobili (almeno quanto lo siamo al loro prezzo), quando non dedichiamo sufficiente cura all’ “Amazzonia” di casa nostra, o quando cadiamo nell’equivoco che ci fa ritenere “ecologici” i “biocarburanti” prodotti con coltivazioni che sottraggono terre alla foresta, così come le materie prime alla base delle stoviglie monouso, dei sacchetti e di tanti altri prodotti “biodegradabili” o almeno presunti tali.

Ripromettendoci di ritornare su quest’ultimo argomento, qui ci limitiamo a ricordare alcune alternative già più volte suggerite, da ultimo in “LA COERENZA NELLE PICCOLE AZIONI Esercizio per passare dalle parole ai fatti, e sveltire il passo della Chiesa (e di tutti)” (leggi di più >>>).

Giovanni Guzzi, settembre 2019
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, novembre 2019

 

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