Campanili Verdi



“Ho sete”



“HO SETE”

Sarà acqua o aceto la nostra risposta?

 

“Vibrino in noi con forza quelle parole che Egli pronunciò sulla croce: «Ho sete» (Gv 19,28). Il Signore chiede ancora di essere dissetato, ha sete di amore. Ci chiede di dargli da bere nei tanti assetati di oggi, per dirci poi: «Ho avuto sete e mi avete dato da bere» (Mt 25,35).
Dare da bere, nel villaggio globale, non comporta solo gesti personali di carità, ma scelte concrete e impegno costante per garantire a tutti il bene primario dell’acqua.”

Così si esprimeva papa Francesco nella giornata mondiale di preghiera per il creato 2018, e proseguiva

“Il mio auspicio è che le comunità cristiane contribuiscano sempre di più e sempre più concretamente affinché tutti possano fruire di questa risorsa indispensabile, nella custodia rispettosa dei doni ricevuti dal Creatore, in particolare dei corsi d’acqua, dei mari e degli oceani”.

Qualche indicazione pratica da adottare senza troppa difficoltà anche in questo ambito l’abbiamo già suggerita in una serie di articoli (Ma con l’acqua come faccio?, Del rubinetto o minerale?, In Italia come in Africa) e, sempre radicati nell’esperienza reale, continuiamo il discorso invitando a riflettere su altre azioni, solo apparentemente banali, che viceversa incidono non poco sulla qualità dell’acqua che dovremmo poter bere.

Nel chiostro di un arcivescovado e sul marciapiedi antistante, lo scorso dicembre, un collaboratore era intento a spargere il sale antigelo. Si temevano, infatti, neve e ghiaccio… poi non pervenuti!
In compenso, per la quantità di sale distribuita a palate, la pavimentazione era stata letteralmente ridotta come se fosse appena nevicato.

È bene sapere che, oltre allo spreco del prodotto in sé, una volta disciolto questo finisce nella falda idrica sotterranea trascinandovi anche le sostanze chimiche inquinanti che contiene. Stesso discorso per i diserbanti. Se vogliamo far nostre le parole del Papa, pensiamo anche a questo quando affidiamo la manutenzione e la progettazione dei nostri spazi.

Ed anche quando facciamo un uso di antibiotici ed altri medicinali non sempre giustificato dalle nostre effettive condizioni di salute: nelle fognature se ne sono misurati valori elevatissimi. Poi riscontrabili nei corsi d’acqua in cui si riversano, oppure nei fanghi di risulta dal processo di depurazione delle acque reflue: dove sono rinvenuti in concentrazioni tanto più elevate quanto più efficiente è il trattamento, comportando però problemi per il loro smaltimento, al quale si pone rimedio innalzando i limiti di legge delle sostanze indesiderate per consentirne la distribuzione in agricoltura.

Giovanni Guzzi, luglio 2019
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, ottobre 2019

 

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