Campanili Verdi



Ma con l’acqua come faccio?



Dissetare i ragazzi in oratorio: i dubbi di don Armando

MA CON L’ACQUA COME FACCIO?

Dissetare i ragazzi in oratorio: i dubbi di don Armando

 

Squilla il telefono: “Ciao Giò, finalmente ho convinto suora e collaboratori e stiamo proponendo alternative a posate, bicchieri e piatti in plastica usa e getta quando si mangia assieme ai ragazzi in parrocchia… Ma con l’acqua come faccio? Le mamme non si fidano della qualità di quella pubblica e pretendono le bottigliette”.

A don Armando, ed a chi avesse i suoi stessi dubbi, innanzitutto consigliamo di rileggersi l’articolo DEL RUBINETTO O MINERALE? Quale acqua è meglio bere? (leggi >>>), pubblicarlo su sito ed informatore parrocchiale e darne copia alle mamme in questione.

Secondo passaggio: procurarsi le analisi dell’acqua distribuita dall’acquedotto cittadino (chiederle al Comune o al gestore) e le etichette delle acque che si sarebbero acquistate. Per ogni tipo di esse inserire in una tabella i valori dei diversi parametri e completarla con provenienza geografica, materiale di cui è fatta la bottiglia, costo al litro e luogo di acquisto. Quindi confrontare queste informazioni con quanto si argomenta nell’articolo citato per orientare la scelta.
Chi non riuscisse a trarre da sé le dovute conclusioni ci scriva ed avrà l’aiuto richiesto.

Ciò premesso, la più immediata e pratica soluzione proponibile è invitare ognuno a portare da casa l’acqua che preferisce: in bottiglia, borraccia o altro contenitore… riutilizzabile, all’occorrenza, per poterla attingere ai rubinetti di fontanelle e locali parrocchiali.

L’acqua dell’acquedotto è comunque potabile e berla durante la permanenza in parrocchia non costituisce un rischio per la salute dei ragazzi (e di chiunque) anche se non fosse proprio di prima scelta.

Questa eventualità dovrebbe anzi essere uno sprone per avviare un progetto educativo e di sensibilizzazione che motivi ad impegnarsi affinché la sua qualità possa migliorare: con comportamenti personali e chiedendo adeguati provvedimenti a chi ne ha la responsabilità.

L’acqua in bottiglia comporta comunque maggiori controindicazioni.
Nel caso delle bottiglie in plastica (oltre alla loro stessa natura): rilascio di microparticelle plastiche, incrementato dall’eventuale stoccaggio all’aperto con esposizione al sole, e permeabilità a sostanze indesiderabili presenti nell’aria circostante (es. vapori di benzina), specialmente in deposito chiuso.
Più in generale: carenza di sali minerali quando proveniente da alte quote, contaminazioni comunque presenti, depauperamento delle sorgenti di montagna, inquinamento indotto dal traffico legato al trasporto. Anche soluzioni alternative ipotizzabili (noleggio boccioni, installazione di filtri…) sono sconsigliabili per ragioni logistico-organizzative e tecnico-manutentive.

Giovanni Guzzi, giugno 2019
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, settembre 2019

 

Approfondimenti ed ulteriori informazioni su queste tematiche sono pubblicati sul portale www.rudyz.net/campaniliverdi
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