Campanili Verdi



Chi vuole veramente qualcosa trova una strada, gli altri una scusa



L’esempio di don Primo Mazzolari

CHI VUOLE VERAMENTE QUALCOSA TROVA UNA STRADA, GLI ALTRI UNA SCUSA

L’esempio di don Primo Mazzolari

 

L’enormità dei problemi ambientali, dei quali ci si accorge sempre quando è troppo tardi per porvi rimedio (come la siccità dei primi mesi del 2017 e gli effetti devastanti della pioggia quando poi arriva), porta i più a dichiararsi impotenti e, con questa scusa, a continuare a vivere come se niente fosse non appena scampato il pericolo. Naturalmente ciò accade anche in ambito ecclesiale, nonostante la Laudato si’: molto citata ma non altrettanto attuata nella pratica quotidiana.

In proposito, sebbene riferita ad altro, mi piace ricordare un’affermazione di Giovanni Falcone “Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi invece che fare”.
E Martin Luther King, che temeva l’indifferenza della gente per bene più della cattiveria dei malvagi, avvertiva: “Può darsi non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla”.
Considerazioni tuttavia insufficienti a vincere l’indubbiamente “più comoda” tentazione di arrendersi all’ineluttabilità delle cose.

Per continuare ad impegnarsi occorre una forte motivazione che ho personalmente trovato splendidamente argomentata da don Primo Mazzolari e che qui mi piace condividere anche come omaggio al recente avvio della sua causa di beatificazione.

NOI CI IMPEGNIAMO...

Ci impegniamo noi, e non gli altri
unicamente noi, e non gli altri
né chi sta in alto, né chi sta in basso
né chi crede, né chi non crede.

Ci impegniamo,
senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.

Ci impegniamo,
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,

senza cercare perché non s’impegna,
senza disimpegnarci perché altri non s’impegna.

Ci impegniamo,
per trovare un senso alla vita,
a questa vita,
alla nostra vita,

una ragione che non sia una delle tante
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore,
un utile che non sia una delle solite trappole
generosamente offerte ai giovani
dalla gente pratica.

Si vive una sola volta
e non vogliamo essere giocati
in nome di nessun piccolo interesse.

Ci interessa di perderci per Qualcuno
che rimane anche dopo che noi siamo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.

Ci interessa di portare un destino eterno nel tempo,
di sentirci responsabili di tutto e di tutti,
di avviarci, sia pure attraverso lunghi erramenti, verso l’Amore.

Ci impegniamo,
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura,
ma per amarlo.

Ci impegniamo,
perché noi crediamo nell’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta a impegnarci perpetuamente.

Giovanni Guzzi, luglio 2017
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, ottobre 2017

 

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