Giovanni



Tre tigli solo per cominciare



Nella Chiesa occorre attenzione alla natura, fuori dell'uomo e nell'uomo: a Cusano Milanino, in Italia, nel Mondo

TRE TIGLI SOLO PER COMINCIARE

Nella Chiesa occorre attenzione alla natura, fuori dell'uomo e nell'uomo: a Cusano Milanino, in Italia, nel Mondo

Caro Don Andrea,
La sua anticipata partenza da Cusano Milanino mi sollecita a ringraziarla per l'impegno che negli anni qui trascorsi ha dedicato alle nostre due parrocchie, per la fatica spesa nel contrastare campanilismi sempre riaffioranti, per i ritmi di lavoro che s'è imposto, per la serenità che ognora ispirava a chi le si rivolgesse.
Io non ho mai cercato l'occasione per parlarle estesamente, come invece avevo fatto con don Ambrogio e coadiutori e, in misura minore, con don Pierangelo.
Qualche cenno fugace su argomenti vari, senza un "a fondo".
A nome mio, anche se implicitamente e forse inconsapevolmente esprimendo i miei punti di vista, hanno parlato mia moglie (che la ringrazia e per cui la ringrazio) e Giovanni.
Credo pertanto che lei possa già conoscermi.

La sua partenza, come ogni inizio di lontananza, mi lascia al momento triste, ma consapevole, come sperimentato anche nella mia vita, che la vita delle persone e comunità si rinnova e prende nuova linfa quando "Paolo", libero o legato, con coraggio si muove da una città all'altra, fino a Roma.
Questo che le inoltro vuole essere un saluto, un grazie, e, mi  rimprovererei se non lo facessi almeno in extremis, un consiglio "fraterno".

Ogni parroco, malgrado il Concilio e il gran dire sui laici, corre il rischio di essere e rimanere ancora solo nelle responsabilità per la Parrocchia e per la Comunità pastorale.
Piccoli laici crescono, mi verrebbe da dire.
Vorrei raccomandarle: allarghi il suo sguardo sui laici, non pensando che siano tutti uguali. Difficile dare responsabilità, difficile toglierle, difficile capire e farsi capire.
Le auguro, nella sua prossima Comunità Pastorale, di poter essere il più possibile in grado di delegare nelle mani giuste quel che è giusto - senza allontanare o permettere che altri "allontanino" - e valorizzando tutte le capacità e buone volontà.

Il mio impegno, al lavoro e fuori del lavoro, da quando ho formato la famiglia, è stato dedicato in parte notevole all'ambiente (quando parlare di ambiente, per i cattolici, voleva dire essere "comunista").
Papa Francesco, con cinquant'anni di ritardo, ha riscattato il nostro impegno con una "Laudato sì" che sembra essere stata, giustamente, estratta dai documenti di noi ambientalisti.

Paolo VI, con la "Humanae vitae", ha precorso i tempi indicando ai cristiani e al mondo non cristiano la strada della procreazione responsabile, aiutato e supportato dalla Provvidenza, che ha permesso all'uomo di acquisire, proprio in quegli anni, consapevolezza etica e scientifica della praticabilità di una procreazione responsabile, che non vuol dir "fare" o non "fare" i figli, come si sente dire dai più, anche in ambiente cattolico, ma porsi come collaboratori dell'azione creatrice del Padre.
Con Nice (so che glielo ha detto), per lunghi anni abbiamo dato il nostro impegno di coppia nel far conoscere a fidanzati e sposi il significato dell'amore coniugale fecondo e responsabile, Nice come insegnante del "Metodo Billings". Nelle diocesi di Fano ed Urbino siamo stati formati e sostenuti dalla fiducia degli allora vescovi e di tanti sacerdoti ed amici dei locali consultori. Nel nostro attuale decanato, almeno fino ad alcuni anni fa, [...] nessun cenno ai "metodi naturali".

Detto questo, entro nel merito dello spunto della lettera. I TRE TIGLI.
Sono quelli situati sul lato sud della chiesa Regina Pacis. Piantati a seguito di richiesta mia e di altri amici a Don Ambrogio, da parte dell'Impresa locale di Alessandro Gnocchi (che ancora opera) poco più di una ventina d'anni fa, erano cresciuti bene (malgrado qualche danno provocato da incaute potature da parte dell'allora sagrestano Angelo e collaboratori) fino alla passata stagione.
Nell'occasione delle improvvide ed irrazionali potature effettuate dal Comune, poco prima della scadenza elettorale, sui platani di viale Buffoli (area giochi), alcuni operatori (forse gli stessi? ma, nel caso, chi li ha incaricati ed autorizzati?) hanno preso di mira anche i tre tigli su proprietà privata della parrocchia.
Ora questi tigli sono compromessi definitivamente nel loro portamento e nella loro sicurezza, per di più innescando le problematiche che deriveranno dalla reazione (per sopravvivenza) dei polloni cresciuti in modo abnorme alla base dei tronchi e che obbligheranno a continui interventi ogni anno.
Sembra poca cosa, di  fronte ai tanti problemi che incombono sul mondo e sulla Chiesa. A mio parere si tratta invece di una non piccola trascuratezza di chi ha operato, di chi ha dato l'autorizzazione o di chi di non ha chiesto l'autorizzazione, di chi non chiede consiglio a chi, anche in parrocchia, per appartenenza formale ad associazioni di salvaguardia ambientale, qualcosa conosce e cerca di diffondere sull'argomento (e da decenni cerca di farlo, senza successo, anche con chi dirige l'apposito ufficio in Comune).

La saluto, don Andrea, sembrerà banale lo spunto, ma il Pianeta il Signore l'ha messo nelle mani dell'uomo e, per esigenze di sopravvivenza, di giustizia, di solidarietà, ben altro è quel che ci spetta come cristiani.
Tre tigli solo per cominciare: consapevolezza di interventi e comportamenti irrispettosi del Creato, attenzione alla natura fuori dell'uomo e nell'uomo
.
Con questa sollecitazione su due temi, a me tanto cari, e anche interconnessi, le porgo il mio augurio per il suo nuovo incarico.
Con affetto la saluto,
Umberto, 17 agosto 2019
 
P.S.: allego una figura e un documento della Scuola Agraria del Parco di Monza per l'aspetto naturalistico.
Mi riservo, se necessario, di approfondimenti eventuali per la Procreazione Responsabile (ove si parla di metodi ancora "naturali").

Grazie, caro Umberto, per il suo cordiale e affettuoso saluto.
[...] So bene quale sia il vostro percorso e come avete servito e aiutato la chiesa e, in essa, numerose coppie. Il Signore ve ne sarà grato, anche se poi, la storia, come spesso accade, ha epiloghi imprevisti e incapaci di tradurre in atto la riconoscenza che, invece, dovrebbe essere espressa. [...]
Grazie per il consiglio sui tigli, che sono stati potati dal comune senza permesso nostro, credo per errore.
Ad ogni modo trasmetto anche al nuovo parroco la segnalazione, così che si possa tenere conto anche di questa vita.
Grazie ancora per tutto e un sincero augurio per la vostra salute, che so essere fonte di preoccupazione e di dolore.
don Andrea

Il giorno mer 21 ago 2019 alle ore 10:44 Luisa Cassani <urp@comune.cusano-milanino.mi.it> ha scritto:

    Gentile sig. Guzzi,
    ho inoltrato la sua e-mail agli Uffici e Assessori di competenza.
    Cordiali saluti.

    Ufficio Relazioni con il Pubblico
    Luisa Cassani
    Tel. 02 61903288

   Inviato: Lunedì, 19 agosto 2019 19:02:20
   Oggetto: CAPITOZZATURA TIGLI NEGLI SPAZI DELLA PARROCCHIA REGINA PACIS

    Spett. URP,
    vi prego di inviare, sia all'Assessore, sia all'Ufficio di competenza, la presente richiesta di informazioni in merito all'oggetto.
    Cordiali saluti,
    Umberto Guzzi
    Gruppo Naturalistico della Brianza, Sezione di  Cusano Milanino
     
    Spett. Comune di Cusano Milanino,
    sul lato sud della Chiesa di Regina Pacis, negli anni '90, accogliendo un suggerimento della nostra Associazione, il parroco don Ambrogio mise a dimora tre tigli, per ombreggiare il piazzale e mitigare con l'ombreggiatura il riscaldamento estivo del fianco delle chiesa.
    I tigli erano ben cresciuti e cominciavano a svolgere la loro funzione.
    Alcuni mesi fa, in concomitanza con le capitozzature (sic) effettuate sui platani di viale Buffoli (area parco giochi), ci siamo accorti che analoga operazione era stata effettuata anche sui tre tigli citati.
    Ora questi tigli sono compromessi definitivamente nel loro portamento e nella loro sicurezza, e per di più hanno  innescato le problematiche che deriveranno dalla reazione (per sopravvivenza) dei polloni cresciuti in modo abnorme alla base dei tronchi e che obbligheranno a continui interventi ogni anno (anche per risistemazione di pavimentazioni e di una muratura di delimitazione dell'aiuola del tiglio est).
    Il parroco, don Andrea Ferrarotti, richiesto  al riguardo, ci ha comunicato di non aver ricevuto richiesta né accordato permesso.
    Chiediamo:
    - chi ha effettato l'operazione?
    - Quali le motivazioni?
    - Quale l'obiettivo?
    Tenuto conto della irreparabilità del danno, e della necessità di annuali interventi, chi se ne accollerà gli oneri (che sarebbero risultati nulli o irrisori nel caso di tigli sani, come lo  erano fino alla fine della passata stagione)?

    Confidando in una sollecita risposta, porgo distinti saluti,
    Umberto Guzzi
    Gruppo Naturalistico della Brianza, Sezione di  Cusano Milanino

2019, 1 settembre - GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

Caro don Carmelo,
le mando copia della lettera inviata in Comune in merito all'oggetto.
Per aiutarla ad una maggiore attenzione alle reali esigenze degli alberi, al fine di evitare trattamenti assurdi, le allego due brevi e facili documenti. Li legga, li faccia leggere, e ne tenga conto anche nel corso delle confessioni e in funzione delle penitenze!
Il Papa ha detto una volta che "Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai!".
Ma è doveroso aiutare l'uomo a non infrangere le leggi di natura, perché fame, alluvioni,desertificazione, avvelenamenti di acque e di suolo, infine migrazioni forzate, ne sono la conseguenza.
Umberto

Sullo stesso tema: "POVERI TIGLI" lettera aperta al rettore del Santuario di Caravaggio: leggi di più >>>

 

IL FASCINO DEL CAMPANILE NEL BUIO DELLA NOTTE O ALLA LUCE DELLA LUNA

Gentile don Angelo,
passando accanto alla chiesa parrocchiale avevo già visto il cantiere e sulla Squilla di dicembre ho letto la relazione sui lavori di ristrutturazione alla boa del primo mese. Buona fortuna e buon lavoro!
Nella relazione ho letto anche della possibilità che venga installata una illuminazione dal basso della facciata e del fianco nord.
È passato più di un anno dall'enciclica di papa Francesco "Laudato si'". Vorrei invitarla ad ascoltarne l'invito.
L'illuminazione dal basso comporta irradiazione di luce verso il cielo, e pertanto inquinamento luminoso, oltre che spreco di energia. Sarebbe increscioso che anche noi, in vasta e varia compagnia, concorriamo a nascondere la parte più impegnativa e vasta del Creato, il Cielo.
Ho bene in mente il profilo della chiesa di S.Nazaro e Celso, col campanile scuro a contrastare le nubi illuminate dalla luna, o affiancato dalla falce del nostro satellite: un vero spettacolo; l'illuminazione ci toglierebbe questo fascino e banalizzarebbe il cielo, dove ormai le innumerevoli stelle più non si vedono, rendendo incomprensibile la promessa di Yahweh ad Abramo.
Aggiungo che una ottima legge regionale, in vigore da una quindicina d'anni, proibisce la illuminazione dal basso degli edifici, con la sola eccezione di eventuali edifici monumentali per cui non sia possibile una soluzione alternativa (ma non mi sembra il nostro caso).
Caro don Angelo, mi auguro che lei voglia tranquillizzarmi, lasciando al sole ed alla luna il compito di scandire i giorni e le notti, senza disturbare con la luce artificiale i monumenti, gli animali, le piante e, infine, l'uomo.
Umberto Guzzi, 6 dicembre 2012

Innanzitutto grazie per questa lettera: mi conforta l’attenzione di tanti a un bene che è di tutti.
Mi riferisco sia alla chiesa che al cielo.
L’ipotesi dell’illuminazione dal basso è nata per valorizzare la prima, ma senza compromettere il secondo.
I nostri tecnici conoscono bene la normativa regionale, avendola applicata altre volte nei nostri lavori; e anche il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune è attento e sensibile a ciò.
Non faremo nulla, ovviamente, che non sia secondo la normativa vigente e la buona cura delle risorse del creato: è lo stile che comunemente coltiviamo nelle scelte e nelle abitudini della nostra comunità.
Grazie dell’attenzione.
Don Angelo Zorloni

Grazie don Angelo per la risposta.
Sono contento per la consapevolezza e l'attenzione rispetto alla legge (non dovunque è così, ne so qualcosa per Cusano Milanino). Io comunque sottolineo che la bellezza del cielo vale 100 monumenti, e che un monumento illuminato toglie localmente la percezione del cielo. Inoltre il consumo di energia, pur ridotto per l'installazione, come suppongo, di lampade a "led", concorre all'effetto serra.
Indipendentemente da tutto ciò, consiglierei, ad opera realizzata, lo spegnimento dopo le ore 24: sarebbe un segnale particolarmente efficace, d'esempio per gli operatori e le pubbliche amministrazioni che consentono un inutile scempio di luci pubblicitarie nel corso dell'intera notte.
La saluto,
Umberto Guzzi

 

LA DOVEROSA RICONOSCENZA: IL MISTERO DELLA LAPIDE DEL SIG. PICCIONI, DOV'È FINITA?

In alcune foto, poco chiare, scattate tanti anni fa nella salla riunioni dell'oratorio, compare sulla parete una lapide scura. È la targa dedicata alla memoria di Rodolfo Piccioni, per ricordare quello che lui e la sua famiglia hanno fatto, anche economicamente, per la nostra parrocchia. Come tanti di noi ho conosciuto bene sua figlia Ermelinda, che ha lasciato alla Caritas, per aiutare ragazze madri, la sua villa di viale Cooperazione: non era persona da mettersi in mostra.
Ai tempi di don Pierangelo, ma promossi da don Walter, sono iniziati i lavori di ristrutturazione dei locali.
La lapide, a lavori quasi completati, non è stata più riposizionata. Mi pare grave che si cancellino per incuria segni importanti del nostro passato, e soprattutto si mostri irreverenza verso persone cui dobbiamo quel che siamo.
Ne ho chiesto notizia a don Pierangelo, che non ne sapeva nulla. Paolo, il seminarista, m'ha detto d'averla vista in soffitta, ma l'anno passato (2017), avendone ancora parlato con lui, non si ricordava più né d'aver visto la lapide, né d'avermelo detto (ma io ne sono sicuro). Altri non m'han saputo dir nulla; ovviamente neppure don Andrea, giunto a fatti compiuti.
La targa, come segno di riconoscenza, ha valore simbolico e rappresenta una memoria, un invito alla riconoscenza ed un esempio di attenzione alla comunità.
Voglio iniziare una "indagine" per vedere di recuperarla o, se distrutta o dispersa, far capire che non si può cancellare un pezzo di storia della parrocchia, mancando di rispetto nei confronti di chi questa parrocchia ha contribuito a costruirla materialmente
.
A tutti chiedo documenti riguardanti la lapide (anche foto, se ne esistono, più chiare di quelle sotto pubblicate) e notizie su circostanze e l'oggetto dell'impegno (che deve essere stato assai consistente) di Piccioni a sostegno della parrocchia.

a don Andrea Ferrarotti
[...] come recentemente accennato verbalmente, [aggiungo] l'invito a che venga ricollocata su parete idonea la targa ricordo di Rodolfo Piccioni [collocata nel salone dell'oratorio fino al suo ultimo rifacimento].
Questi, padre di Ermelinda Piccioni, aveva fatto una consistente e determinante elargizione alla parrocchia al suo sorgere.
La figlia Ermelinda, deceduta nel gennaio 1996, ha fatto donazione alla Caritas Diocesana della sua casa di viale Cooperazione 60.
Avevo parlato dell'argomento con Don Pierangelo, senza successo. Nell'occasione Paolo (seminarista) mi aveva fatto sapere che la lapide, nel corso della ristrutturazione del salone dell'oratorio, era stata collocata nel solaio dello stesso edificio.
Umberto Guzzi, 6 settembre 2017

September 11, 2017 4:11 PM
[...] su Piccioni, ricordo un "memoriale Piccioni" del 1929-30 circa con cui riassumeva per il comune alcune tematiche riguardanti Milanino in vista del passaggio al comune delle strade e dei servizi. Immagino sia sempre lui. Il testo è riprodotto sul volume "Origini e sviluppo di una città giardino" pubblicato dal comune negli anni 90. Se è lui, il fatto testimonia come già allora fosse uno dei punti di riferimento per la comunità di Milanino.
Gabriele

Grazie per le indicazioni, cercherò sul volume citato.
Per quanto riguarda il lascito di Ermelinda Piccioni, riguardava tutta la proprietà di famiglia, consistente nella casa di viale Cooperazione (ove è posta una Madonnina omaggiata giornalmente da persone che depongono fiori all'esterno, davanti alla cancellata) e in un lotto non edificato che si affaccia sulla via Concordia.
La Caritas ha venduto il lotto non edificato, mentre ha mantenuto l'abitazione, per la funzione espressamente richiesta da Ermelinda: casa d'accoglienza per ragazze-madri.
A proposito della vendita del lotto, bene informato è Armando Scozzesi.
Umberto

[...] la lapide non è stata trovata nella soffitta. Credo sia andata perduta.
don Andrea

[...] sulla lapide commemorativa del sig. Piccioni (non era bella, ma aveva un significato importante per la parrocchia, e rappresentava un esempio di impegno per la comunità), quando Paolo m'ha detto che si trovava in soffitta, me l'ha detto con convinzione, senza che glielo chiedessi, dopo che aveva ascoltato, essendo presente, la mia domanda a don Pierangelo.
Cercherò di fare una "inchiesta": qualche persona avrà visto o assentito.
Può comunque essere utile mostrare interesse alla vicenda: la dimenticanza del passato e la mancata riconoscenza per chi ci ha preceduto va di pari passo con l'egoistico accaparramento dei beni della terra nell'incuria per le generazioni future.
La ringrazio e saluto, pregandola, se dovesse avere qualche nuovo elemento, di informarmene.
Umberto Guzzi

 

STORIA DELLA "COLONNINA"... TRASCURATA

Sulla colonnina di piazza Cavour non ho notizie storiche, soltanto varie congetture, ma non ho fatto una ricerca specifica. Credo tuttavia si possa convenire che è un retaggio storico e di fede da custodire.

Grazie don Carmelo,
mi raccomando, non venga modificata la collocazione della colonnina (come da noi a suo tempo raccomandato, in contrasto con le velleità di un architetto del Comune, anticipatemi dall'Assessore Ghirardello e fortunatamente non ancora messe in pratica), perché significherebbe snaturarne il significato, la funzione, la memoria.
Occorre invece agire sui cittadini, eventualmente anche con sanzioni (ma penso si possa fare con le "buone ragioni": dalla foto si intravvedono altri recipienti per la differenziata accostati alle abitazioni).
Mi premeva essere sicuro che anche Lei fosse consapevole del problema. Per agire sul Comune come Associazione, in sintonia con la parrocchia.
Le manderò per conoscenza la nostra prossima corrispondenza col Comune al riguardo.
La saluto,
Umberto Guzzi, 10 ottobre 2019

... lo farò ancora presente al Sindaco appena la incontrerò. Anche se a suo tempo era stata presa la decisione di non modificare l'antica collocazione. Non pensando, ovviamente, che la circondassero di rifiuti; ma questo è anche questione di buona educazione civica!
    Buona serata.
    d.C.

Caro don Carmelo,
è un po' triste vedere la colonnina con la croce, memoria di storia e di fede delle generazioni che ci hanno preceduto, punto di riferimento per la raccolta dei rifiuti (foto a lato).
Lei che abita proprio di fronte ha già fatto qualcosa? La prego di comunicarmelo al più presto, perché intendo, anche come associazione, protestare presso il Comune, che tollera una situazione del genere (dovrebbe per lo meno rifiutare di raccogliere quanto deposto per collocazione impropria).
Già in precedenza abbiamo lamentato presso il Sindaco la vergogna della croce, cacciata dietro la staccionata, preda dell'edera e dell'ailanto.
Abbiamo scritto allora anche a Don Andrea, che sarebbe dovuto intervenire con maggiore decisione; il decoro non va curato solo nella parrocchiale!
La ringrazio e saluto,
Umberto Guzzi, Gruppo Naturalistico della Brianza, 9 ottobre 2019

Cara Nadia,
"devi" farmi un grande favore: uscire di casa la sera dopo le 22 o la mattina presto, nei giorni di esposizione delle immondizie. Per vedere se sono state depositate immondizie nei pressi o di fianco alla croce e, in caso positivo, farne almeno una foto. Non vorrei che (ma temo di sì) ci sia qualcuno capace di fare un affronto alla memoria ed ai sentimenti di chi ci ha preceduto, e di chi ancora ha un po' di cuore.
Umberto, 17 agosto 2019

Il giorno 6 settembre 2017 17:16, Umberto Guzzi ha scritto:
Gentile don Andrea ed altri in indirizzo,
trasmetto per conoscenza, e perché sosteniate la proposta, copia della lettera inviata al Sindaco in merito all'oggetto.

Original Message -----
From: Umberto Guzzi
To: Cusano Milanino Sindaco
Sent: Tuesday, September 05, 2017 9:36 AM
Subject: Colonnina con croce nel sito della demolita chiesa di Cusano e adiacente cimitero.

Gentile signor Sindaco,
la colonnina in oggetto è oggi simbolo del disinteresse della comunità civile ed ecclesiale della nostra città nei confronti delle generazioni che qui hanno vissuto nei secoli passati.
Sappiamo che è prevista una sistemazione provvisoria dell'area della ex piazza Cavour, ma riteniamo fondamentale intervenire immediatamente per evitare un ulteriore deterioramento della colonnina e delle sue fondamenta, per cui potrebbero poi essere necessari interventi invasivi.
Dall'esterno della staccionata la colonnina risulta coperta da edera ed ailanto.
Preghiamo di intervenire al più presto in modo discreto e con personale competente, in modo da impedire un ulteriore deterioramento di una memoria preziosa.
Ringraziando porgiamo distinti saluti,
Umberto Guzzi, Gruppo Naturalistico della Brianza.

----- Original Message -----
From: Andrea Ferrarotti
To: Umberto Guzzi
Sent: Saturday, September 09, 2017 8:55 PM
Subject: Re: Fw: Colonnina con croce nel sito della demolita chiesa di Cusano e dell'adiacente cimitero.

Buona sera.
[...] per quanto riguarda la colonna, siamo in trattativa già da molto tempo con l'amministrazione e stiamo pervenendo ad una soluzione che sia di utilità per la cittadinanza e preservi il decoro della colonna stessa.

don Andrea Ferrarotti
Comunità pastorale "Madonna della Cintura"
Parrocchia San Martino e l'Immacolata
Parrocchia Regina Pacis
Cusano Milanino

Grazie don Andrea,
per la colonnina, perlomeno si dovrebbero sradicare con urgenza l'edera e le piante parassite che stanno crescendo attorno. Qualche volontario della nostra associazione ci sarebbe, ma occorre il permesso d'accesso da parte del Comune.
...
La saluto,
Umberto

----- Original Message -----
[...] sulla croce di Piazza Cavour (ai tempi piazza San Martino) ricordo (forse) un articolo di Andrea [Spinelli], mi sembra pubblicato su Città Nostra. Cerco e poi vi faccio sapere.
Gabriele

Gabriele,
se trovi l'articolo e me ne fai avere una copia, grazie: io leggevo Città Nostra ma non ricordo di aver letto al riguardo.
Umberto

 

NON IDOLATRARE LA NATURA

Delpini (il nostro Arcivescovo) dice che non bisogna idolatrare la natura, e dice bene. I suoi sacerdoti ne provano la attendibilità parcheggiando l'auto sui marciapiedi inerbiti accanto alla chiesa. Dopo un anno di  insistenze, siamo riusciti a convincere il coadiutore, uno fra i numerosi seguaci di questa pratica, a rispettare il prato, che, calpestato, perde permeabilità e non adempie alla sua funzione naturale.
Tutte le altre auto (di cattolici che credono nel Creatore) rigorosamente sul marciapiedi, per rispetto delle altre auto, incuria di chi va a piedi, e dimostrazione che il Creato non va "divinizzato".
Umberto, 7 dicembre 2019

 

L'ARCIVESCOVO E LO SCIPPO DI EXPO ALLA TRAMVIA

    Mons. Piero Cresseri
    e p.c.
    segreteria del Cardinale Angelo Scola
    piazza Fontana 2, 20122 Milano

    Cusano Milanino, 29 settembre 2014

Oggetto: tramvie della Brianza ed EXPO.
    
Gentile Mons. Cresseri,
    a fine dicembre 2013 ci eravamo scambiati alcuni messaggi in relazione ad una mia lettera al Cardinale (di essa torno ad allegarle copia).
Alla mia lettera il segretario del Cardinale così rispondeva il 10 marzo:

Egregio Signor Umberto Guzzi,
solo ora è possibile dare riscontro alla sua lettera del 23 dicembre scorso.
In merito alla questione segnalata, per incarico di Sua Eminenza, suggerisco di rivolgersi a
Mons. Piero Cresseri, Vicario Episcopale di Zona (Piazza Fontana 2, 20122 Milano).
Con viva cordialità
Fr. Giorgio Formigari (segretario)

Pur dopo tanto tempo, le partecipo alcune mie considerazioni:

- l’argomento della mia richiesta riguardava un tentativo di sottrazione di risorse economiche (come pubblicamente dichiarato dal Sub-Commissario EXPO), stanziate per un’opera di interesse locale, a beneficio di un’opera di interesse “universale” (EXPO 2015); la questione mi era sembrata di competenza non già del Vicario di Zona, bensì, del Vescovo;

- conoscevo l’intenzione dell'Arcivescovo di recarsi a Roma presso il Papa per invitarlo ad una visita nel corso della manifestazione. La mia lettera giungeva fra la prima visita, andata a vuoto per indisposizione del Papa, e la seconda, poi effettuatasi regolarmente, a metà gennaio.
Dal momento che il Vescovo mostrava interesse per EXPO, mi sembrava lecito segnalargli la situazione della tramvia; sia l’alimentazione dell’umanità sia la mobilità sostenibile del nord Milano sono cause degne di riguardo; tuttavia la minacciata fagocitazione delle risorse, stanziate da più di un lustro per la Tramvia, da parte di EXPO, non mi sembrava operazione leale e corretta e, come membro di un comitato a sostegno della tramvia e cristiano praticante, era mio diritto e dovere informarne il Vescovo, nel momento in cui si impegnava pubblicamente a favore di una delle due parti;

- il consiglio del Cardinale di rivolgersi al Vicario di Zona, due mesi dopo la visita di Cardinale e vertice di EXPO al Papa, e senza nessuna indicazione riguardante la presa di coscienza del contenuto della mia lettera, mi hanno fortemente rattristato, sia nel caso che il Vescovo richieda sistematicamente a fratel Giorgio un ben rigido filtro alla corrispondenza, sia che, correttamente informato, abbia incaricato il segretario di una risposta che sembra indicare mancata comprensione del mio messaggio, o indifferenza.

Fra alti e bassi, EXPO va avanti, mentre la tramvia Milano-Seregno (analogamente alla tramvia “sorella” Milano-Limbiate), per un’infinità di motivi, non solo EXPO, è ancora “al palo”.
Insieme con gli amici dei comitati pro tram, siamo a sua disposizione per illustrarle la grave situazione delle due tramvie, che effettivamente ricadono nel territorio di sua competenza.
Saremmo anche contenti di accompagnarla per un viaggio sull’unica tratta oggi in esercizio delle due tramvie, la Milano Comasina – Limbiate e, perché no, di chiederle di perorare che il Cardinale stesso, in una eventuale visita pastorale a Varedo o Limbiate, decida di servirsene almeno una volta.
    Ringraziandola la saluto cordialmente,

                                Umberto Guzzi

 

UN'IDEA PER LA VISITA PASTORALE DELL'ARCIVESCOVO: DAL CAVALLO DI SAN CARLO AL... TRAM (DOVE ANCORA RESISTE!)

Gentile Mons. Cresseri,
                                avevo già deciso di chiedere un suo intervento presso i parroci di Paderno-Dugnano, Varedo e Limbiate (del resto promesso nell'occasione di una visita che le ho fatto lo scorso inverno); proprio un'ora fa mia moglie ha notato, su Avvenire di domenica, una foto del tram a Cassina Amata, a rappresentare sinteticamente il decanato nell'articolo firmato da Cristina Conti, col titolo: "Nel Decanato di Paderno un cammino insieme".
    Quale migliore occasione della visita del Cardinale e del centenario dello storico tram, che cade proprio in questo mese?
    Come le ho detto, tram vuol dire rispetto dell'ambiente e attenzione per i più deboli e poveri (il tram è il mezzo di trasporto di chi non può comprarsi l'auto, o non è in grado fisicamente di guidarla).
    Lascio alla sua libertà e alla sua fantasia intervenire presso il Cardinale e presso i parroci. Tenga conto che, in questa società schizofrenica, il tram non è più popolare come una volta, perché l'oppio dell'auto e del consumo sta condizionando i più.
    Proprio qui i cristiani e chi li guida devono inserirsi, perché l'enciclica [ecologica ndr] del papa non sia solo l'occasione di qualche dotta conferenza
.
    La ringrazio e saluto,
                                                        Umberto Guzzi

 

CARITAS ED EXPO

Spett. Caritas italiana,
ho ricevuto la vostra News Letter, di cui vi ringrazio. Apprezzo anche la vostra sobrietà nel divulgare i vostri messaggi: altre organizzazioni, pure benemerite, inondano i titolari di numero telefonico riportato sulle Pagine Bianche, di materiale in mole e frequenza tale da far pensare che sia più elevata la spesa per la pubblicità che non per l'attività sociale da esse svolta.
Purtroppo dal 2014 non ho versato a Caritas Internazionale, nè alla sorella Caritas Ambrosiana, i miei piccoli contributi con cui cercavo di sostenere attività di sostegno alle vittime dell'ingiustizia e del sopruso. Le motivazioni, per cui ho dirottato il mio piccolo aiuto su altre organizzazioni con obiettivi similari, è spiegata nella lettera, che torno ad inviarvi allegata.
Caritas Ambrosiana m'ha risposto, nella persona di Don Davanzo, ma temo che le mie osservazioni non fossero errate.
M'è stato di conforto, purtroppo, quanto pubblicamente denunciato dal Direttore di Caritas Internazionale a manifestazione quasi conclusa.
Vi saluto ed auguro buon lavoro a favore degli ultimi,

Umberto Guzzi, Cusano Milanino, 5 aprile 2016

Spettabile Caritas Italiana
Via Aurelia 796
00165 Roma
c.a. don Francesco Soddu
                    e p.c.    Caritas Ambrosiana
                        via S. Bernardino 4
                        c.a. don Roberto Davanzo
                        20122 Milano

Caro don Francesco,
    ringrazio per la comunicazione n.1881, ricevuta nelle settimane passate, riguardante il consuntivo delle somme da me devolute a C.I. per il 2014.
    Mi preme tuttavia comunicare a Lei, come Responsabile di Caritas Italiana, il mio disappunto per il sostegno determinante fornito da Caritas ad EXPO 2015.
In un incontro presso il decanato di Cormano (MI) nell’aprile 2014, in presenza del Vice Direttore di Caritas Ambrosiana, una autorevole esponente di EXPO 2015 aveva ufficialmente dichiarato che si trattava di una manifestazione di carattere commerciale, e che l’obiettivo dell’organizzazione era la vendita di 20 milioni di biglietti a visitatori paganti.
Lodevole la scelta del tema “Nutrire il Pianeta…”, accorta al fine di ottenere il voto favorevole di tanti paesi del “terzo mondo”, determinanti per il sorpasso di Milano rispetto all’altra candidata, Smirne; meno lodevole invece il comportamento dei dirigenti EXPO, che hanno dato prova a più riprese di scorrettezza e disprezzo dell’ambiente e della cultura del territorio, in contraddizione con le finalità della Esposizione stessa.
Cito alcuni esempi, da me riscontrati, e segnalati anche al Cardinale Scola, ancora molti mesi prima che ulteriori circostanze cadessero sotto l’attenzione degli Uffici Giudiziari:
- tentativo, parzialmente riuscito, di accaparrare pretestuosamente risorse economiche statali destinate ad infrastrutture (tramvie ad esempio) di importanza vitale per l’hinterland milanese;
- progettazione di opere di contorno al sito espositivo risibili dal punto di vista tecnico, offensive nei confronti della grande tradizione idraulico-agronomica del territorio milanese, deleterie per alcuni parchi cittadini che sarebbero stati danneggiati;
- cementificazione permanente di 1,1 chilometri quadrati di terreno agricolo, cui si aggiungono decine e decine di ettari per infrastrutture viarie, parcheggi, “vie d’acqua”, con ulteriore indebolimento della naturale attitudine agronomica del territorio.
Una EXPO realmente attenta al territorio ed al tema prescelto avrebbe invece mirato a ricucire il legame Milano-Acqua-Agricoltura; ad esempio:
- pluralità di siti espositivi, senza ulteriore consumo di suolo, con recupero e restituzione a fruibilità agricolo-culturale delle numerose cascine in abbandono che ancora coronano la città;
- restauro e ripristino della agibilità della rete dei Navigli, con recupero eventuale dei canali irrigui secondari del Villoresi, ora abbandonati.
Visto il tema, è legittima, a mio parere, la partecipazione con un padiglione di Santa Sede e Caritas.
Non mi pare invece opportuno l’aver organizzato entro il perimetro di EXPO di convegni Caritas (che si sarebbero potuti organizzare all’esterno), né impegnare tanti volontari Caritas per “puntellare” l’organizzazione di EXPO.
Ancora più impegnata è stata la partecipazione di Caritas Ambrosiana e Diocesi di Milano: si è giunti alla prevendita dei biglietti di EXPO in tutte le parrocchie, ed ora è in corso la campagna per condurre ad EXPO i ragazzi degli oratori estivi.
Ritengo controproducente per Caritas e Diocesi di Milano la veste di Sponsor della manifestazione e ne sono rimasto profondamente deluso.
Come cristiano mi sento impegnato a considerare le conseguenze positive e negative di ogni mio atto; per questo sto riflettendo se non sia opportuno devolvere il poco che, con la mia famiglia, offro a sostegno dei più poveri, ad organizzazioni che non si siano lasciate attrarre dalle briciole di vantaggi e dalla appannata “visibilità” offerta da EXPO (le carenze della “Carta di Milano” già lo confermano).
Augurando a Caritas di continuare nel servizio ai più poveri, perché i poveri del pianeta possano diminuire ed essere meno poveri e disperati, la saluto cordialmente,

Umberto Guzzi, Cusano Milanino

 

PAOLO VI E LA HUMANAE VITAE

Gentile suor Teresina,
abbiamo inviato ad Avvenire la lettera sotto riportata. Non è stata pubblicata, ma la inviamo a lei, tanto devota a Paolo VI, ritenendo che possa farle piacere. Anche noi siamo riconoscenti a Paolo VI, proprio e soprattutto per quella enciclica, che è stata la guida per la nostra vita di sposi e per il nostro principale impegno di volontariato, presso il consultorio della Diocesi di Fano.
La salutiamo con affetto,
Umberto e Nice Guzzi, 28 agosto 2018

To: LETTERE AVVENIRE, Sent: Thursday, August 16, 2018 8:28 PM
Subject: Humanae Vitae

Gentile Direttore,

mette tristezza leggere su Avvenire, nelle ultime settimane, interpretazioni dell’Humanae Vitae di Paolo VI che si illudono di liberare la coppia da pesanti vincoli, mentre ne precludono il sorriso e la gioia; ci sembra che si tratti di una inconsapevole destrutturazione dell’enciclica, frutto di una sua lettura parziale e limitante.

Abbiamo vissuto, io e mia moglie (insegnante del Metodo Billings), con fiducia e semplicità le indicazioni dell’Humanae Vitae a proposito della vita di coppia. Abbiamo anche verificato che la vita di coniugi rispettosi di sé stessi e della natura (che poi è la Legge di Dio) è percepita come un peso gravoso ed insostenibile da chi (inclusi tanti sacerdoti) non ha avuto la fortuna di comprendere il tesoro di grazia, di educazione alla vita e di gioia, connesso con la continenza periodica, richiesta dai “metodi naturali”. Questa gioia l’abbiamo vista invece sui volti delle coppie che hanno intrapreso questo percorso, impegnativo ma gratificante.

Provvidenziale è stata 50 anni fa, a nostro parere, l’Humanae Vitae, e provvidenziale lo è tuttora, così come lo è stata la diffusione in tutto il mondo di quei “Metodi Naturali” che, con multiformi approcci, medici e specialisti avevano messo a punto proprio negli anni immediatamente precedenti la promulgazione dell’enciclica. In tempi  in cui il timore dell’incremento demografico conduceva nazioni intere e gruppi d’interesse internazionali a sostenere pratiche aberranti, Paolo VI (non già, forse, tanti detrattori d’allora e d’oggi) era a conoscenza dei “Metodi Naturali” e li apprezzava. Questi non sono “contraccettivi” (come indicato da taluno degli autori dei documenti sopra citati), ma un mezzo facile e neutro per conoscere la fertilità della coppia. Sta poi alla coppia scegliere il proprio percorso di vita.

Cordialmente la salutiamo,

                                                                   Cleonice Ognibene e Umberto Guzzi