Giovanni



Un Premio alla Buona Condotta



Come si recupera la funzionalità idrogeologica della Pianura Nord Milanese (2/3)

UN PREMIO ALLA "BUONA CONDOTTA"

Come si recupera la funzionalità idrogeologica della Pianura Nord Milanese (2/3)

 
Scolmatori e bacini di laminazione servono a tamponare i problemi, non a risolverli. Golene e casse di espansione sono praticabili con difficoltà perché impegnano vaste aree di un territorio quasi totalmente cementificato (vedi prima parte).
La risoluzione vera sta nel risanamento idrogeologico della pianura, con ripristino della capacità filtrante di quanto più vaste e diffuse superficie possibili.
Non è necessario che la pianura torni alle condizioni primigenie di foresta planiziale; è sufficiente che tutte le aree disponibili siano conservate in condizioni idonee all’infiltrazione, e siano esenti o vengano bonificate rispetto ad eventuali sostanze tossiche ed inquinanti, in modo da garantire la qualità dell’acqua che scende fino alla falda e alimenta i nostri acquedotti.
 
PRESUPPOSTI
1 – Su una superficie pianeggiante quale quella delle nostre città e campagne, anche piogge con carattere di rovescio (>10 mm/h) sono interamente assorbite da un suolo naturale integro (prato o bosco).
2 - Non è vero che ogni cittadino è un consumatore sfrenato di territorio, e non è suo interesse sfruttarlo fino al limite massimo consentito. Occorre invece suggerire al cittadino, anche per questo gratificandolo, che il bene comune comporta vantaggi anche per il singolo (ma occorre che i tecnici e gli amministratori pubblici ne siano convinti per primi).
 
RICHIESTA DI NUOVA REGOLAMENTAZIONE PER L'INFILTRAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE
La proposta consiste nel predisporre strumenti normativi comunali che incoraggino i proprietari privati (singoli o persone giuridiche) ad aumentare, per quanto possibile, la superficie drenante (ovviamente questo deve valere anche per le superfici di proprietà pubblica).
Con riferimento alla superficie drenante ideale che si potrebbe prescrivere (indipendente dalle vigenti prescrizioni urbanistiche e che potremmo consigliare fra il 60% e il 70%), per una corretta gestione delle piogge che cadono sul lotto di competenza si danno due categorie di edificazioni:
A - edificazioni con superficie drenante del lotto superiore alla minima prescritta (ad esempio > 70%);
B - edificazioni con superficie drenante del lotto inferiore alla minima prescritta.
Si chiede che i singoli comuni, o la città metropolitana, inseriscano nel P.G.T. norme per la RICONVERSIONE VOLONTARIA A SUPERFICIE FILTRANTE di porzioni delle proprietà fondiarie pavimentate (o eventualmente addirittura edificate), siano esse in contrasto o conformità con gli indici di zona.
In esso si contempli un modello di tariffazione dei servizi gestiti da Comuni, Provincia o Città Metropolitana, Regione che premi i comportamenti virtuosi.
Dette tariffe comporteranno significative detrazioni per le situazioni descritte al punto A, ed altrettanto consistenti maggiorazioni per le situazioni di cui al punto B, secondo criteri di proporzionalità in relazione con l’entità del risparmio o consumo di territorio verificato nei singoli casi.
L’entità delle maggiorazioni sarà da calcolare con l’obiettivo di compensare, senza aggravio per le casse comunali, i costi per la predisposizione degli impianti di mitigazione resisi necessari e gli sgravi per le utenze “virtuose”.
In pratica, come i cittadini già oggi pagano l’acqua consumata e la relativa depurazione, così gli stessi saranno chiamati a pagare l’acqua meteorica che non sono in grado di fare infiltrare naturalmente sulle aree di proprietà, e di cui la Pubblica Amministrazione deve occuparsi. Essi compenseranno pertanto il Comune per il costo che questo si deve accollare per un corretto smaltimento dell’acqua piovana residua (bacini e vasche superficiali e serbatoi sotterranei di laminazione, aree golenali...) e per il risarcimento dei danni agli alluvionati ecc...
A questo proposito è stato valutato che il costo dell’impermeabilizzazione del suolo ammonta a 6.500 euro per ettaro all’anno per la sola manutenzione delle reti di adduzione delle acque meteoriche ai collettori naturali nel caso di idoneità degli stessi al transito delle potenziali onde di piena (fonte www.globalsoilweek.org); tali costi lievitano esponenzialmente nel caso di collettori naturali insufficienti, per il risarcimento dei danni provocati dalle piene e la realizzazione e gestione delle opere di mitigazione delle stesse.
Tutti i nostri comuni dovranno prima o poi provvedere alla mitigazione delle piene del Seveso.
In questa ottica l’incentivazione di comportamenti virtuosi da parte dei privati (incremento della superficie drenante anche al di là dei limiti minimi concessi) condurrebbe, su scala adeguata, ai medesimi effetti delle vasche di laminazione.
Alcuni dei nostri comuni, intensamente urbanizzati, come ad esempio Cusano Milanino, non hanno a disposizione aree naturali per bacini di laminazione, ma possiedono quartieri naturalmente predisposti alla trasformazione a giardino o prato degli spazi non coperti attualmente pavimentati senza una vera necessità.
L’incentivazione proposta, abbinata alla “tariffazione” degli apporti extra in fognatura per le proprietà con superamento dei parametri prescritti per le singole zone, permetterebbe all’Amministrazione di azzerare i costi per la salvaguardia idrogeologica del bacino.
Alcuni comuni lungimiranti, o semplicemente attenti al proprio bilancio (le città di Trento e Bolzano sono solo due esempi), hanno già adottato iniziative finalizzate alla distribuzione capillare sulle singole proprietà di bacini o vasche di laminazione delle acque di pioggia e di altre soluzioni che possano ritardarne il deflusso verso i recettori.
Nel territorio nord milanese, ove il suolo è permeabile ed in grado di assorbire l’acqua di pioggia anche nell’occasione di eventi meteorologici consistenti, torna conveniente e saggio promuovere la capacità filtrante del sottosuolo, con un corrispettivo recupero delle condizioni idrogeologiche pregresse.
 
NOTA BENE
Chi qualifica questa proposta come improponibile - perché irrealizzabile o troppo costosa (mentre si fonda semplicemente su principi di realtà ed equità) - sono ingegneri idraulici, architetti ed amministratori pubblici le cui scelte, del passato ed odierne, ci hanno portato (e ci mantengono) nella compromessa condizione attuale.
Un semplice calcolo dimostra esattamente il contrario.
Si consideri l'importo totale dei fondi stanziati per le nuove opere in progetto e per i risarcimenti dei danni e lo si ripartisca sui singoli comuni del bacino del Seveso (in proporzione all'estensione territoriale di ciascuno: ad esempio si legga <<Essere "al verde" deve significare ricchezza>>) per iniziative a sostegno di questa nostra proposta.
Risulterà chiaro quale è davvero la soluzione più facilmente realizzabile ed in tempi più brevi, più efficace nel risolvere il problema, che usa meglio le risorse economiche, tecnicamente più semplice da attuare e più accettabile dall'opinione pubblica alla quale venisse adeguatamente illustrata.
 
Continua: "Il rischio del buco nell'acqua" > QUI.
 
Umberto Guzzi, 15 novembre 2014
Coordinatore Sezione di Cusano Milanino
GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA
 
Gli interessati ad approfondimenti sul tema possono scrivere > QUI.