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Vieri Tosatti: musicista “non contubernale”



Un grande della musica del recente passato

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VIERI TOSATTI: MUSICISTA “NON CONTUBERNALE”

Un grande della musica del recente passato


Vieri Tosatti (Roma, 2 novembre 1920 – 22 marzo 1999) fu soprattutto un importante operista, nonché autore di musiche sinfoniche, cameristiche e via dicendo.
La sua personalità risulta già evidente dall’annotazione apposta alla caricatura riprodotta qui accanto: “L’originale è battuto per parecchie lunghezze. E resta sussidiario. Bologna novembre ‘58”.
Il 1958 è l’anno in cui venne rappresentata, al Comunale di Bologna, proprio a novembre, l’“Isola del Tesoro”. La caricatura dunque potrebbe essere stata fatta qualche mese prima da qualcuno che aveva a che fare con il Teatro o con le conoscenze di Vieri. Le indagini per individuarne l’autore sono in corso.
L’uscita in anni recenti di un CD (TACTUS 2016) che contiene le sue 5 opere edite per pianoforte solo, splendidamente eseguite dal Maestro Daniele Adornetto, impone di prendere in considerazione prima di tutto questo particolare genere di composizioni.

Non dimenticando l’esistenza delle moltissime altre inedite (ma riflettere anche su queste richiederebbe di impostare diversamente il discorso), quelle pubblicate si possono suddividere in due gruppi fondamentali: quelle giovanili e quelle della tarda maturità.

Al primo appartengono i Tre Studi da Concerto (1943; prima esecuzione in sede politica clandestina nel 1944); la Sonata del Sud (1944, di chiara ispirazione autobiografica: un addio alla fidanzata che, per motivi familiari, deve far ritorno in Puglia. È qui evidente una forte propensione al colore mediterraneo, per la sua solarità ed i ritmi e modalità popolareschi); l’Allegro da Concerto (1946, in forma ternaria con coda, tecnicamente impegnativo e assai brillante, dedicato ad Armando Renzi che lo eseguì per la prima volta. Vi sono percepibili anche alcuni richiami a Ravel).

Il secondo gruppo è costituito dalla Deutsche Sonate (1970) e dai Sette Preludi e Fughe (1977).

La prima è il vero “capolavoro” contenuto nell’incisione. Si tratta di un’impegnativa opera per pianoforte con duplice valenza. Oltre ad essere una “supercompensazione” per un viaggio a Bayreuth, mancato a causa di problemi di salute (la sopravveniente cecità), è anche un’estrema manifestazione di affetto ed un ultimo appassionato saluto alla sua adorata (ed in buona parte sognata) Germania, da sempre considerata da Tosatti come una seconda patria (e quella “vera” sotto il profilo musicale e spirituale).

I secondi, anch’essi molto importanti anche se indubbiamente assai più ardui da comprendere nella loro effettiva essenza musicale, assieme al Gedichtkonzert hanno per poco interrotto il trentennale silenzio che Tosatti si era imposto fin dal 1970, per motivi sui quali tenteremo di fare qualche luce.

Date queste premesse, è facile comprendere che fra questi due gruppi di composizioni vi è una forte differenza: le opere giovanili, anche se di notevole pregio, si avverte che sono tali. Sebbene siano spiritose, tecniche, alquanto sperimentali e tutte di forte personalità, ma non raggiungono l’importanza delle due composizioni tarde, e questo non solo e non tanto per la pur evidente maturazione dell’autore, ma perché è la stessa “intenzione” alla loro base ad essere diversa.

Prendendo spunto dal tema iniziale della sonata “Les Adieux” di Beethoven la Deutsche Sonate è – per usare la bella espressione di Adornetto – “Un viaggio dello spirito che, attraverso i tre movimenti (Sommerreise = Viaggio d’Estate; Deutsche Walder und Wiesen = Boschi e prati tedeschi e Nachtliche Gesichte = Visioni notturne) si evolve in atmosfere e suggestioni che riportano ad una profonda conoscenza del mondo musicale e culturale germanico”.

NB È utile ricordare a questo punto che Tosatti ha scritto anche 50 poesie in tedesco con traduzione italiana a fronte (quattro delle quali sono anche state da lui musicate, formando così il Gedichtkonzert), e composto molti lieder su testi di Nietzsche, Holderlin, Holst e altri autori tedeschi, oltre a riorchestrare completamente i Wesendonck Lieder di Wagner.

I Sette Preludi e Fughe sono invece un’ultima ricognizione delle possibilità di questa particolare forma musicale (portata all’ Empireo da J.S. Bach, di cui sono presenti alcune citazioni, ad es. nella Fuga n° 4), che viene stemperata in una rarefatta dimensione spirituale di “vuoto” metafisico.
Molto suggestiva, nell’ultimo brano, la trionfale autocitazione dall’opera Il Giudizio Universale, di tanti anni precedente.

Dopo questa breve analisi del CD (doverosa, sia per il grande impegno profuso dal pianista Daniele Adornetto per arrivare alla sua pubblicazione, sia perché questo è in assoluto il primo CD a larga diffusione con le opere di Vieri Tosatti!) la fortunata occasione che abbiamo avuto di conoscerne il figlio, Valentino Tosatti, ci permette di aggiungere ancora qualche elemento utile a delineare la figura umana di Vieri Tosatti ed accendere qualche luce sulle altre sue composizioni.

L’uomo (di nobili discendenze e disastrosa salute, manifestatasi dapprima con gravi malattie polmonari e – negli ultimi 20 anni – con la cecità per glaucoma) era malgrado ciò sempre affabile con tutti; burlone famigerato (qualcuno ancora si ricorda le sere folli in casa di Vieri, con cene a base di portate immangiabili, improvvisazioni musicali assurde, giochi ridicoli, sedute spiritiche parimenti per burla, sale “di tortura” per gli incauti che vi entrassero, ecc. ecc.); amico di tutti; sempre pronto ad aiutare gli allievi meritevoli dando loro lezioni gratis e magari ospitandoli in casa…

Di idee pacifiste e quanto mai egualitarie frequentò, negli anni più pericolosi dell’occupazione tedesca, un gruppo politico antifascista in Conservatorio.

Sul piano religioso, Tosatti si atteggiava sempre a “scettico blu” e agnostico convinto (mai però da negatore dichiarato della religione!). E se una volta la sua importante opera giovanile Il Giudizio Universale fu demolita dalla critica “allineata e contubernale” (dietro un’evidente pressione del Governo di allora…) ciò fu dovuto solo all’equivoco in cui erano caduti importanti ambienti ecclesiastici, che avevano letto il potente libretto di Cesare Vico Lodovici come un’irrisione alla morale cattolica.
Ma, spiega il figlio, “le intenzioni di mio padre erano agli antipodi: aveva in orrore la contaminazione dell’arte a scopi politici, e non aveva una ragione al mondo per voler attaccare la Chiesa o i sentimenti religiosi. Solo che, effettivamente, il libretto di Lodovici si prestava all’equivoco (soprattutto se non si ascoltava la musica!), e poteva anche sembrare un attacco intenzionale, mentre la polemica (se polemica ci fosse stata) sarebbe stata rivolta contro i visionari, i baciapile e gli ipocriti, e soprattutto gli esaltati che predicano le varie fini del mondo…”.
Comprova questa lettura il fatto che, tanti anni dopo, con il suo grande Requiem, Vieri Tosatti “ha rimesso a posto le cose” e, ancora più tardi, con Il Paradiso e il Poeta, ci ha dato un’opera/testamento che – ascoltata con la musica – non può certo essere scambiata per un’altra irriverente parodia, ma va intesa per quello che è: un ultimo disperato appello a un Dio che tutto perdona (anche le malefatte del Poeta Maledetto!...) a “farsi vivo”, e venire a salvare questa altrimenti irrecuperabile umanità…

Sulle cause del totale oscuramento di Tosatti, con il bando da qualsiasi rappresentazione teatrale o concertistica importante - nonostante il fatto che le due opere comiche giovanili, La Partita a Pugni e Il Sistema della Dolcezza, avessero raggiunto la celebrità internazionale! - si potrebbe scrivere un volume.
Qui è sufficiente ricordare che, come puntualizza Valentino Tosatti: “Vieri apparteneva a quella schiera di musicisti che non si sono mai piegati ai diktat della cosiddetta “scuola di Darmstadt”, fucina di tutte le avanguardie e “ismi” che hanno funestato la musica del secondo ‘900 e messo in ridicolo o in lista di proscrizione qualsiasi cosa o autore che provasse a scrivere nel solco della tradizione o – peggio – desse sospetto di essere un “tardoromantico” e quindi un “reazionario” (cosa gravissima, dal momento che questo nuovo filone musicale era allora legato a doppio filo con il PCI e la cultura “di sinistra”)”.
E continua: “Mio padre era invece convinto che – anche dopo gli sfaceli materiali e morali del secolo – la musica potesse ancora risorgere dalle rovine, e darsi una nuova e forse più nobile veste senza per ciò rinnegare la sua grande tradizione ottocentesca. Questa determinazione fu pagata con l’emarginazione, già molti anni prima che la cecità ed un ictus mettessero fine alla sua esperienza terrena. Io sento ora tutto il peso di questa eredità, e con l’aiuto di musicisti amici (tra i quali naturalmente annovero Adornetto) cerco di fare il possibile per riportare nella giusta luce la figura e l’opera di Vieri, specie nella prospettiva del suo imminente Centenario della nascita. E mi auguro che anche il nuovo CD con le opere pianistiche possa essere una tappa in questo cammino…”.

Facendo nostri gli auspici del figlio, proviamo qui ad allargare l’orizzonte al più vasto mondo delle opere di Vieri Tosatti, e dando per scontato che difficilmente si troverebbe una persona disposta (ed interessata) a dedicare ore e giorni interi all’ascolto di un musicista finora sconosciuto, suggeriamo altre poche e brevi sue opere che sono al tempo stesso fra le sue meglio riuscite.

I due ascolti da privilegiare in assoluto sono la formidabile PARTITA A PUGNI ed il SISTEMA DELLA DOLCEZZA; a seguire tutto il resto, compresi il Requiem ed il Paradiso e il Poeta.

1): LA PARTITA A PUGNI. 16 minuti in tutto di partitura che, come ha scritto Franco Mannino, hanno rivoluzionato la musica e il Teatro del ‘900.
La farsa di un grottesco incontro di boxe in una sgangherata palestra romana diventa dramma esistenziale e specchio dell’assurdità del mondo.
È il capolavoro comico di Vieri Tosatti col quale aveva raggiunto la notorietà internazionale, salvo poi giocarsela per i suoi puntigli: “assurdi”, per le ragioni illustrate dal figlio Valentino nella sua Biografia completaLeggi di più >>>).
Il medesimo ci ha raccontato di aver riascoltato di recente la Partita a pugni assieme a due amici musicisti: “pur conoscendone già ogni nota della partitura abbiamo passato un quarto d’ora a rotolarci per terra dalle risate…”.
L’ascolto è dunque più che mai raccomandato “per puro divertimento”! E dopo averlo fatto si noterà anche la sua differenza rispetto alla produzione musicale successiva: che sembrerà scritta da due persone diverse!

Suffragano il suggerimento dichiarazioni di altri musicisti:

E la recensione di Franco Mannino (uno dei più importanti musicisti e pianisti italiani del ‘900)

Pubblicato su "MUSIC@" - rivista online del Conservatorio de L'Aquila - n. 26 gennaio - febbraio 2012

2): IL SISTEMA DELLA DOLCEZZA. Atto unico (2 quadri) di circa un’ora. Il libretto (anch’esso di Vieri Tosatti) è tratto da una novella di Edgar Allan Poe, “Il Sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma”, ma con un formidabile capovolgimento del finale.
Il racconto originale presentava infatti una specie di “lieto fine”, cosa che non deve stupire il lettore visto che faceva parte dei cosiddetti “Racconti del grottesco e dell’arabesco”, non di quelli terrificanti e orrorifici.
In sostanza, il Visitatore – capitato senza accorgersene in un manicomio-modello dove i matti hanno preso il potere – alla fine viene liberato e può tornarsene per la propria strada.
Nella versione di Tosatti il geniale stravolgimento del finale consiste nel fatto che il Visitatore non viene affatto lasciato libero.
Affinché non possa correre a denunciare l’accaduto, i pazzi decidono infatti di bruciare vivo il malcapitato condannandolo al rogo e collocandolo sulla pira. Arrivati all’acme della tensione però, come nel racconto di Poe, i medici e gli infermieri, nel frattempo riusciti a liberarsi, irrompono sulla scena e ripristinano l’ordine.
Ma ecco il nuovo ulteriore colpo di scena introdotto da Tosatti: mentre alcuni operatori si accingono a soccorrere lo sventurato e stanno per liberarlo, il loro capo, dr. Savius, li avverte che se lo fanno le conseguenze saranno sempre: discredito, ridicolo e niente più affidamenti di matti.
Cosa fare? Il rogo è pronto, la torcia accesa, e allora… saranno proprio i “sani” a dargli fuoco, esattamente per la stessa ragione che aveva spinto a farlo i malati… “Un vero apologo della follia, che sempre comanderà in questo dannatissimo mondo!”, commenta Valentino Tosatti.

Dal punto di vista musicale questa è l’altra formidabile opera comica giovanile di Vieri Tosatti. E, come potrà verificare chi vorrà ascoltarla, potrebbe dirsi la sua opera più “rossiniana”. Non tanto perché vi siano richiami a questo musicista (poco amato dall’autore), bensì per l’incessante turbinare di note che avvolge tutta la folle vicenda. Un ciclone musicale di una “presa” straordinaria, come nei momenti migliori di Rossini: ma con la differenza che non occorrono ore per ascoltarla tutta, e qui ogni momento è eccezionale!

3): GEDICHTKONZERT, per voce e orchestra su 4 poesie in tedesco proprie.

Queste tre segnalate sono – a nostro avviso – le composizioni che meglio permettono di formarsi un’idea della musica e dello spirito paradossale del suo autore in un’ora e mezza.
Per chi poi volesse approfondire, ve ne sarebbero molte altre che però non sono certo brevi ma richiedono un ascolto impegnativo: il grande REQUIEM (da molti indicato come una delle massime realizzazioni del genere), il CONCERTO PER VIOLA e quello “IPERCICLICO” per Clarinetto e piccola Orchestra, il QUARTETTO D’ARCHI, e così via.
Importantissima è infine l’ultima grande opera in tre atti, IL PARADISO E IL POETA. In questa breve sede ci limitiamo a dire che qui l’amatissimo Poe diventa addirittura il protagonista della fantasmagorica vicenda, per “costruire” la quale Tosatti ha saccheggiato diversi suoi racconti e poesie.
Quanto alla musica, bisognerebbe tentare di descrivere il labirintico, incessante amalgama di temi e di suoni, ma questa è cosa che non può che essere demandata all’orecchio e al giudizio di ciascuno…

Rinviando gli interessati al Catalogo generale di Vieri Tosatti (Leggi di più >>>) per maggiori informazioni sull'autore e sulla sua musica consigliamo di visitare il sito www.vieritosatti.org.
Potrebbe anche darsi che proprio fra le opere neglette (in quanto giovanili o comunque minori) si possano trovare brani che, per facilità di esecuzione o per i limitati mezzi richiesti, siano alla portata anche di gruppi di dilettanti, piccole compagnie teatrali, singoli esecutori.
Valentino Tosatti è a disposizione di tutti gli eventuali interessati a registrazioni, testi, libretti e, naturalmente, alle partiture in suo possesso.

Giovanni Guzzi, aprile 2018
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