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La Brianza come il Sahel



Il deficit idrico dell’estate 2017

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LA BRIANZA COME IL SAHEL

Il deficit idrico dell’estate 2017


Ha fatto caldo questa estate in Lombardia, e non solo. Per di più è piovuto poco o nulla: nei comuni del Nord Milano e in Brianza si è pregato per la pioggia. La natura ha sofferto, anche nelle città: ingiallimento precoce di foglie, moria di piante ed arbusti, seccume di prati.

Ormai tutti puntano il dito contro i cambiamenti climatici. Però quasi tutti corrono ai ripari con impianti di condizionamento dell’aria in casa, in ufficio, sull’auto, che aggravano il problema.

Altrove potremo parlare di come contrastare, da cittadini responsabili, la drammatica evoluzione in corso. Qui invece ne esaminiamo una delle tante conseguenze negative: il deficit idrico.

La figura che compare in questa pagina rappresenta l’andamento delle precipitazioni e della evapotraspirazione potenziale nei dodici mesi precedenti il 31 agosto 2017.

Si tratta di una rappresentazione teorica che mette in evidenza la grave crisi di umidità del suolo del Nord Milanese. Le precipitazioni sono state misurate dalla stazione del Gruppo Naturalistico della Brianza di Milanino - Cusano Milanino, MI - (leggi di più Il meteo il giorno dopo >>>), la evapotraspirazione è funzione delle temperature medie mensili misurate presso la stazione termometrica “Parco Nord” di Cinisello Balsamo, gestita dall’ARPA Lombardia.

Nel Nord Milanese le acque di pioggia dovrebbero prevalentemente infiltrarsi nel sottosuolo imbibendolo fino a raggiungere la falda acquifera (dove tutti i pori delle sabbie e ghiaie sono saturi di acqua) e di qui spostarsi lentamente verso valle, nella stessa direzione seguita in superficie dai corsi d’acqua. Purtroppo la pianura è estesamente cementificata e l’acqua di pioggia che non s’infiltra nel suolo entra nelle condotte fognarie e corre veloce, e qualche volta rovinosa, ai corsi d’acqua superficiali, e di qui al Po ed al mare, senza contribuire all’umidità del suolo e senza alimentare gli acquiferi. Ne consegue che i valori delle precipitazioni indicati nel grafico (linea continua) sono addirittura sovra-dimensionati rispetto ai quantitativi d’acqua che effettivamente imbibiscono il suolo.

L’evapotraspirazione potenziale (linea tratteggiata nel grafico) è invece un dato immaginario,

L’evapotraspirazione potenziale è stata calcolata con la formula di Thornthwaite, basata esclusivamente sulle temperature medie mensili. Esistono procedure più accurate ma più laboriose (e per questo qui non utilizzate, visto l’obiettivo puramente indicativo della nostra discussione), che prendono in considerazione altri fattori locali come la latitudine della stazione e la durata dell’insolazione.

che corrisponderebbe alla evapotraspirazione reale se il suolo fosse saturo ed in grado di offrire all’evapotraspirazione tutta l’umidità che le elevate temperature sono in grado di trasferire in atmosfera sotto forma di vapor d’acqua.

Contribuiscono all’evapotraspirazione, come dall’etimologia, la evaporazione diretta dal suolo e la traspirazione, sia dei vegetali, tramite foglie ed apparati similari, sia degli animali e dell’uomo, attraverso il sudore.

Nel grafico che vediamo le precipitazioni eccedono l’evapotraspirazione potenziale (che nella circostanza coincide con i valori di evapotraspirazione reale) solo per i mesi di ottobre e novembre 2016; in questi due mesi le piogge concorrono a ricostituire le riserve di umidità del suolo (indicativamente dell’ordine di grandezza di 10-12 cm) e, per la piccola parte eccedente, ad alimentare le falde idriche sotterrane. Nei mesi di dicembre 2016 e gennaio 2017 la situazione rimane stazionaria, visti gli esigui valori di entrambi i parametri. Nel mese di febbraio ancora le precipitazioni eccedono l’evapotraspirazione, con apporto d’acqua alle riserve del suolo ed alle falde idriche sotterranee. A partire da marzo 2017, fino a tutto agosto 2017 (così come in settembre 2016), l’evapotraspirazione eccede le precipitazioni: da marzo a giugno le piogge compensano in parte le perdite di umidità del suolo, e l’evapotraspirazione reale raggiunge valori di una certa consistenza; in luglio e agosto il suolo è ormai privo di umidità residua e le esigue piogge (pochi millimetri) imbibiscono appena la superficie del suolo: il suolo umido si dissecca subito per evaporazione o traspirazione e l’evapotraspirazione reale è quasi inesistente, discostandosi enormemente dai valori della evapotraspirazione potenziale.

COS’È L’EVAPOTRASPIRAZIONE POTENZIALE

L’Evapotraspirazione potenziale è la quantità d’acqua (misurata, come le precipitazioni, in altezza del battente sull’intera superficie dell’area interessata) che passa dallo stato liquido (nel suolo e sulla superficie del suolo e nei corpi idrici superficiali) allo stato aeriforme (nell’aria). L’evapotraspirazione potenziale dipende principalmente dalla temperatura dell’aria, è inoltre funzione della velocità e turbolenza del vento, dell’umidità dell’aria, dell’insolazione, ecc.;
l’evapotraspirazione reale è invece funzione della evapotraspirazione potenziale, ma possiede come fattore limitante l’umidità del suolo: solo in condizioni particolarmente favorevoli l’evapotraspirazione reale eguaglia (ma non supera) l’evapotraspirazione potenziale.

In luglio e agosto 2017 s’è celebrato il dramma della natura. Difficile conoscere, per le persone non specializzate, il grado di sofferenza degli animali selvatici (sappiamo qualcosa dalle proteste degli allevatori rimasti senz’acqua nelle stalle); abbiamo ben visto invece la crisi di prati, boschi, campagne, alberature cittadine: per 2 mesi circa piante ed erbe han dovuto resistere con le risorse idriche immagazzinate nel fusto e nelle radici; scontato il disseccamento di molte piante erbacee, si son salvati gli alberi ben radicati, approfittando delle estremità distali dell’apparato sotterraneo per catturare tutta l’umidità offerta per capillarità dal suolo e sfruttando fino all’estremo le risorse contenute nella massa del tronco e delle radici. Purtroppo non tutti ce l’hanno fatta.

È forse iniziata la selezione naturale che ci porterà a familiarizzare con palme, agavi e cactus?

Umberto Guzzi, ottobre 2017
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