L'Eclettico



Non solo forme e colori



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

NON SOLO FORME E COLORI

C’è un pensiero etico nell’opera di Gaetano Grimaldi


Sono tornata ad ammirare le opere di Gaetano Grimaldi, complice una sua nuova mostra a fine dicembre in Galleria Civica a Monza sul tema “Nutrizione” declinato nella tripartizione: “cibo, territorio e spreco”.

Trovo che il pregio di Grimaldi consista nel suo saper trasfigurare la realtà in forme e colori realizzando dipinti semplici ed immediati che catalizzano lo sguardo dello spettatore. Le pennellate di colori vivaci - il rosso, l’arancione, l’azzurro, il verde - esaltano le immagini e “fermano l’attimo” evidenziandone contenuti e significati. Qualunque sia il loro soggetto, sono quadri che non suscitano mai tristezza ma, al contrario, trasmettono calore.

Grimaldi è nato a Palermo, terra di cultura e città di mare tipicamente mediterranea, ricca di mercati storici di pesce, frutta e verdura e sicuramente la sua origine ha influenzato la sua arte.
La cucina palermitana, e siciliana in genere, non a caso rientrano nel modello della dieta mediterranea riconosciuta dall’Unesco nel 2010 patrimonio dell’umanità.
Le vicende storiche, religiose e culturali di questa città, tramandate per secoli, creano un miscuglio di sapori, colori e profumi unici grazie anche alle numerose spezie.
Innumerevoli poeti e scrittori sono rimasti affascinati dalle forme e dai colori di Palermo. Non possiamo dimenticare Goethe, che nel suo “Viaggio in Italia” intrapreso nel 1787 ne scrisse in questi termini:

La purezza dei contorni, la soavità dell'insieme, il degradare dei toni, l'armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita.

Le nuove opere di Grimaldi, pur continuando ad avere per tema la nutrizione, sottolineano soprattutto lo spreco alimentare. Un messaggio esposto con una chiarezza figurativa che non lascia indifferenti. E, che per non lasciare adito a dubbi, spesso ha l’abitudine di esplicitare con didascalie che accompagnano le sue opere.

In una di esse ci ricorda un miracolo di Gesù, l’unico oltre alla Resurrezione, ad essere raccontato da tutti e quattro gli evangelisti: la distribuzione (moltiplicazione) del pane e dei pesci.
Con pochi pani e pesciolini Gesù ha sfamato una moltitudine di persone.

A distanza di duemila anni, a causa del nostro egoismo e di troppa disattenzione, il miracolo lo riproduciamo ma al contrario: perché un quinto del pane prodotto e del pesce pescato vengono sottratti agli affamati e finiscono nelle discariche.
Ed è qui che l’autore li raffigura, immolati sull’altare del dio spreco di cui sono sacerdotesse le pale meccaniche dalle enormi, sproporzionate, lame o dai bracci che terminano in adunchi “artigli”.
Discariche e bidoni che hanno per sfondo i luoghi del lusso e dove uomini “nudi” contendono gli scarti agli animali: cani, gatti o uccelli esotici come i marabù ad evocare anche le enormi discariche che fanno corona alle megalopoli di altri continenti.

Questa sensibilità dell’autore mi colpisce nel profondo, oltre che stupirmi con le sue originali intuizioni. Così come mi colpiscono la sua cultura, la sua intelligenza, la sua umanità… e le energie e la voglia di creare che continuano ancora ad animarlo ad ottantaquattro anni compiuti.

Con la sua arte di pittore moderno ed innovativo, che ha contribuito a rivalutare l’arte figurativa rispetto a quella astratta, trovo che riesce a parlare al cuore dell’uomo. Non capita spesso di pensare ai poveri e agli emarginati, anzi a volte ci danno fastidio e preferiamo ignorarli. La maggior parte delle persone vuole star bene, avere tanti soldi e si disinteressa del prossimo. Nemmeno la crisi ci ha fatto riflettere e cambiare la nostra visione.
Comprare cibo in eccesso e buttarlo è diventata un’abitudine!
Gaetano Grimaldi ci dice che serve un cambiamento interiore, spirituale, abbiamo bisogno di imparare a condividere il senso della vita ed anche l’arte ce lo può insegnare.

Laura Galimberti, dicembre 2016
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