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Apple vs Apollo, non il dio... il cinema



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APPLE VS APOLLO, NON IL DIO... IL CINEMA

Benvenuti a Milano. Fra Cinema che chiudono e piazze virtuali.

La Sovrintendente alle Belle Arti, arch. Antonella Ranaldi, loda la “sistemazione… per le feste” di Piazza del Liberty. Se Piazza Gae Aulenti non è una “piazza”, tantomeno lo sarà lo “Spazio” LIBERTY, anticamera di un supermercato per vendere buoni prodotti a prezzi spropositati. L’assessore all’Urbanistica - mangiata lui la mela e noi la foglia - accelera al massimo le procedure perché l’opera, in uno spazio pubblico adibito - com’è ormai consuetudine - ad affari privati, venga iniziata senza discussioni.
IN QUEL PUNTO GETTO D’ACQUA È FOLLIA?
OPINION DEL COMUN VALE LA MIA… cioè niente.
Luigi Caroli


Un pomeriggio decido di andare al cinema Apollo a vedere l'ultimo film di Ken Loach: "Io Daniel Blake".
È una delle ultime volte che posso farlo. Ho sentito dire che il multisala sta per chiudere i battenti.
Ahimè, entrato nel cinema ricevo la conferma chiacchierando con un barista: "La proprietà ha deciso di vendere ad Apple, il Comune non ha avuto niente da ridire".
Pensando all'usuale lunga fila per acquistare il biglietto gli rispondo sorpreso: "Ma in genere questo Cinema è piuttosto frequentato".
Di rimando l'interlocutore occasionale: "Sì, ma si aprirà comunque un Apple Store, nessuno ha avuto da ridire… il personale va a casa".

La Apple? Che ingordi. Ma non è infatti già in progetto un Apple Store proprio nell'adiacente Piazza del Liberty? Dove è ubicato il palazzo della Società Reale Mutua Assicurazioni, visibile in parte da Corso Vittorio Emanuele.
I Titoloni dei giorni scorsi con tanto di slides sui giornali lo confermano, la chiusura del cinema è legata a questo progetto.
Al centro della Piazza sarà costruita una grande scalinata che porta direttamente ad un vasto spazio commerciale sotterraneo. L'ampia gradinata potrà essere usufruita come location teatrale ed in generale culturale.
In superficie il Centro sarà sovrastato da due parallelepipedi di vetro, abbelliti da cascate d'acqua.
Il contorno del perimetro verrà incorniciato di dehors e filaretti di alberi.
Pare una novità affascinante per una Piazza già poco frequentata e che non suscita il mio entusiasmo (ma che da qualche anno il comune aveva lodevolmente sottratto al parcheggio delle auto). Poche sono le panchine, e sui muretti sono rari i passanti che si siedono.

Pare affascinante. Forse no. I cristallini getti d'acqua, secondo il progetto, saranno visibili da Corso Emanuele, coprendo così il Palazzo suddetto, ciò che rimane del demolito Hotel del Corso, al cui interno c'era la famosa Sala Spettacoli "Trianon", ritrovo di artisti legati al movimento futurista. Del quale venne recuperata solo la facciata, inglobata nel 1955 nell'attuale palazzo della Società. È un esempio dell'elaborato stile liberty meneghino, dove infatti si possono individuare influenze neobarocche nelle figure dei putti e piante.

Già che ci siamo, uscendo dalla Galleria De Cristoforis, dove momentaneamente ormai c'è il cinema Apollo, la prospettiva non migliora. Il rendering del progetto mostra una Piazza ristretta. I sei metri perimetrali rispetto alla vasta scalinata risultano angusti per il passaggio dei patiti delle interconnessioni digitali e delle ultime e temporanee novità in materia.
Il sicuro traffico dei pedoni consumatori risulta congestionato. Gli spintonamenti a seguito non potranno essere ristrutturati. Parafrasando il titolo di un film: "Mi si è ristretta la Piazza".

Il rendering non rende anche per altri motivi ben visibili. Da che mondo è mondo in una Piazza, luogo pubblico - che parolaccia -, si gira e ci si rigira, volgendo lo sguardo naturalmente a quello che esiste intorno.
Nel nostro caso avverrà tutto il contrario. Lo sguardo incontra solo ostacoli.
Già ci sarà la calca, poi i pacifici alberelli copriranno la parte inferiore del Palazzo.
Poco male, anche se, scusate il dubbio pro domo mea, mi sorge la domanda: e io come fotografo?
Un torcicollo assicurato per riprendere parte della facciata liberty. Cercando di far sì, ravvicinato all'oggetto inquadrato, che le linee architettoniche risultino in fotografia orizzontali e non oblique.

Inoltre dalla galleria De Cristoforis, nella già angusta Piazza ristrutturata nel 2014 come isola pedonale, la visione sarà coperta dai succitati vitrei parallelepipedi e dalle cascate.
Insomma si ha l'impressione di uno spazio soffocante nonostante la trasparenza dei monoliti e i fascinosi rigoglii cristallini d'acqua. L’oscuro monolite di "2001 Odissea nello Spazio", suscitava maggiore stimolo immaginifico e intellettivo.

In compenso le trasparenti strutture oscureranno un altro palazzo storico: Palazzo Tarsis, sito nell'antistante Via San Paolo, un palazzo ottocentesco di stile neoclassico (1836-1838), progettato dall'architetto Luigi Clerichetti. Venne ristrutturato per volere del Conte Tarsis dopo i bombardamenti del 1943.
Tantomeno ne sarà visibile la facciata centrale caratterizzata da un loggiato con colonne corinzie e sovrastato da una serie di statue raffiguranti gli Dei Consenti: le massime divinità romane.

La novella Piazza, secondo gli ideatori "tornerebbe a vivere". Dati i presupposti sarebbe più corretto e certamente aggiornato affermare che la vita, il consumo compulsivo ha destinazione sotto terra. "Underground". Ma non c'è anche la Metropolitana, eventuali conflitti geologici? Dante Alighieri non avrebbe mai osato immaginare di meglio, per così dire.
Al riguardo un amico avveduto commenta:

Mi preoccupa più che altro cosa succederà con i numerosi reperti archeologici che troveranno, un po' come in piazza Meda.
In piazza del Libery non ci sono stati mai scavi profondi: potrebbero trovare l'iradiddio...

A proposito di poesia, concerti e cultura in generale, lo stesso spazio culturale risulta ristretto. Alla gradinata. Il resto degli astanti starà in piedi. Potremmo considerarlo un omaggio virtuale della Apple al Cinema Apollo. Quando una volta si poteva, pazienti, rimanere in piedi a lungo durante la proiezione.
Anche come teatro, virtuale si intende, risulterebbe curioso. Se comunque farà difetto la visione agli spettatori accalcati ai lati della gradinata di ingresso all'ennesimo Store, questi potrebbero essere accontentati.
La premiata ditta in questione, così abile nel suscitare bisogni e desideri, compulsivi click, immagini, connessioni di chi si crede illusoriamente partecipe e connesso agli altri e al reale, potrebbe magari prossimamente fornire ai presenti delle nuove visiere in grado di proiettare ologrammi e interagire con il reale. Una protesi in più per supplire all'attenzione e al silenzio spesso in deficit.

A me basterebbe che gli assessori interagissero maggiormente con la città quando si tratta di stravolgere aree metropolitane, spazi pubblici e architettonici. Ricordando loro che non sono più previsti fondi per le proiezioni cinematografiche per sordo-muti, che tanto successo avevano riscosso. Anche questa iniziativa rappresenta l'integrazione. Ricordando inoltre che nella stessa città di Milano, perennemente reformanda per qualsivoglia moda, nove negozi su dieci sono impraticabili per i disabili.

Mentre la Apple (da quanto si legge sulla stampa) rimane diversamente abile, e di molto, ad evitare il pagamento delle tasse dovute. Virtualmente favorita dal consenso delle istituzioni: "minori dei consenti", etimologicamente che stanno insieme, che vanno d'accordo. A scapito dei cittadini.

Patroclo Crisci, novembre 2016
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