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Il Sindaco Sala con "Milano" a Brera risponde ad "America" di Cattelan al Guggenheim di New York?



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IL SINDACO SALA CON MILANO A BRERA RISPONDE AD AMERICA DI CATTELAN AL GUGGENHEIM DI NEW YORK?

Ognuno esprime l'arte che si può permettere


Cos’abbiamo a Milano in meno degli Americani? Ma proprio un bel niente. Un esempio? Parliamo di arte. Con la “A” maiuscola naturalmente ed, in particolare, di arte contemporanea.

A metà settembre tutti i mezzi di comunicazione planetari hanno rilanciato la notizia della più recente opera di Maurizio Cattelan “esposta” in un apposito locale “a servizio” dei visitatori al Guggenheim Museum di New York.
Siccome già ne hanno parlato tutti, qui ci limitiamo a pubblicare l’immagine del capolavoro intitolato America senza ulteriori commenti e soltanto riportando quanto in proposito abbiamo sentito rispondere da Katherine Brinson, curatrice della sezione arte contemporanea del museo, all’intervistatrice di Rai News 24 in un servizio la mattina del 17 settembre: “Questa opera rappresenta quello che è l’arte oggi”, appunto!

Ci interessa di più portare all’attenzione dei lettori quel che si fa a Milano e che la nostra stampa “provinciale” ignora preferendo sempre rivolgere il proprio sguardo fuori dai confini nazionali.
La scoperta che andiamo a raccontare l’abbiamo fatta indagando sulla perduta chiesa di Santa Maria in Brera di cui abbiamo scovato qualche traccia ancora esistente (leggi di più >>> Missione compiuta, ritrovata la chiesa perduta!).

Poiché la facciata di questa chiesa sorgeva proprio dove oggi una parete finestrata chiude il lato est della cosiddetta “Piazzetta di Brera” ne abbiamo commissionata una foto che riprendesse anche il monumento bronzeo che sorge al suo centro dal 1890: realizzato dallo scultore Francesco Barzaghi nel 1890 e dedicato all’insigne pittore, e per molti anni professore all’Accademia, Francesco Hayez.
Con nostra sorpresa le foto che ci sono state inviate presentavano forzate inquadrature laterali e ravvicinate ma nessuna frontale panoramica.
Strano, abbiamo pensato, Sara, la fotografa incaricata, non è una sprovveduta.

Il perché della sua scelta l’abbiamo scoperto passando di persona sul posto.

Sulle prime abbiamo pensato che l’oggetto che copriva esattamente la statua del celeberrimo autore del Bacio potesse essere una particolare variante del Tardis (per chi non lo conoscesse già ne pubblichiamo un'immagine qui a lato), il mezzo di crono-teletrasporto preferito dal dr. Who che, pur essendo un personaggio televisivo, avrà comunque anche lui esigenze analoghe a quelle degli altri esseri umani.
Poiché il dottore-viaggiatore nel tempo conta molti estimatori anche dalle nostre parti, un suo atterraggio nella metropoli ambrosiana non è certo un’ipotesi così assurda.

Avvicinandoci per esaminarlo più in dettaglio abbiamo però verificato che aveva ben poco di tecnologico e proprio nulla di adeguato a viaggi spazio-temporali.

Si trattava molto semplicemente di un gabinetto chimico, di quelli utilizzati sui cantieri o durante le manifestazioni temporanee.
Però in zona di cantieri non c’era traccia e nemmeno di eventi capaci di richiamare folle.
Inoltre la collocazione era mirata con una precisione millimetrica per nascondere allo sguardo dei passanti in via Brera la statua del nostro più noto pittore dell’Ottocento chiudendo la prospettiva della piazza allo stesso modo in cui, nel gioco del calcio, il portiere in disperata uscita cerca di chiudere lo "specchio della porta" all'attaccante che, palla al piede, è minacciosamente in arrivo in area di rigore.

Rifiutandoci di pensare che una qualsiasi direzione organizzativa del Comune di Milano (tutto ci fa pensare che ci troviamo su uno spazio pubblico) possa essere tanto sprovvedutamente responsabile di un tale affronto, crediamo di aver individuato nell’ubicazione adiacente a Pinacoteca ed Accademia di Brera la chiave per risolvere il rebus: potremmo dunque troarci al cospetto di un esempio di street art e, più precisamente, della fiera risposta del Sindaco Sala a Cattelan ed agli Americani.
Opera di un artista che, con grande modestia come gli architetti delle cattedrali gotiche, è voluto restare anonimo e che, ipotizziamo, forse è intitolata Milano.

Come il Premier Renzi ci insegna, ripetendolo ogni giorno: il mondo dovrà imparare che in Italia non siamo secondi a nessuno!

Giovanni Guzzi, ottobre 2016
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APPENDICE

Dai nostri inviati in loco apprendiamo che il "meraviglioso vespasiano" era a servizio del cantiere per il rifacimento di via Brera e che è stato rimosso. Con un po' di delusione per l'opera d'arte contemporanea venuta meno resta il fatto che l'oggetto è impropriamente rimasto sul posto a lungo anche dopo che il cantiere è stato rimosso. Dal momento del nostro avvistamento a quando è stato documentato dai fotografi che abbiamo sguinzagliato sulle sue tracce sono passati giorni mentre sarebbe stata di troppo anche una sola ora in più dopo la chiusura del cantiere.