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Folle pazze per Papa Francesco



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FOLLE PAZZE PER PAPA FRANCESCO
Ma non sia... Papolatria

 
Lo ammetto, non sono aspetti sostanziali per dare un giudizio su una persona, figurarsi su un Papa, però…
Sapere che non va in vacanza, si rifà il letto da solo, se potesse continuerebbe ad usare i mezzi pubblici, calza scarpe riaggiustate fino a consumarle del tutto… anche a me fa sentire papa Francesco particolarmente vicino e simpatico: grazie a lui nessuno potrà più avere da ridire sulle mie scarpe!
La sua spontaneità, in effetti, gli è valsa da parte di tutti un’accoglienza ben diversa da quella riservata a papa Ratzinger (emblematico il poco elegante benvenuto riservatogli dal Manifesto che lo definì: “Pastore Tedesco”) ed allo stesso papa Wojtyla.
E qui sta il punto: con tutto il bene che non si può non volere a papa Bergoglio, tuttavia infastidiscono un poco gli “era ora... finalmente la Chiesa si rinnova... questo Papa”, che evidentemente si vuole contrapporre a qualche predecessore, e via dicendo.
Ma, prima di lui, qualcuno forse impediva a chi ora lo esalta (credenti, non credenti, giornalisti… ed anche preti) di conformare la propria vita al Vangelo?
Gli applausi di approvazione che scrosciano quando papa Francesco propone taglienti richiami danno l’idea che i presenti si autoassolvano pensando che si riferisca sempre a qualcun altro, non certo a noi che lo ascoltiamo. Avviene un po’ come quando, al momento del suo reinsediamento, Napolitano rimproverava le mancanze del Parlamento (tuttora disattese) e i parlamentari “giù a battere le mani” incuranti del fatto che la “reprimenda” fosse destinata a loro!
Sembra quasi che, per il nome che porta, noi tutti lo si voglia come il San Francesco dipinto da Giotto nel "Sogno di Innocenzo III" (Assisi, Basilica di San Francesco, Chiesa superiore): da solo a sorreggere la  Chiesa, simboleggiata dalla Basilica di San Giovanni in Laterano.
Forse si pensa che, visto che papa Francesco è tanto bravo, basterà lui da solo a porre rimedio a tutti i mali della Chiesa.
Invece nessuno può chiamarsi fuori. Egli stesso ci ha ricordato che chi afferma di credere in Dio e non nella Chiesa si contraddice, perché la Chiesa non è un’entità estranea ma è l’insieme di noi tutti e “non puoi non credere in te stesso”.
Per quanto più direttamente riguarda me (che di mestiere faccio il giornalista e con le parole ci lavoro), qualche problema me lo pone l’esortazione di San Francesco ai suoi frati che il Papa ha più volte ribadito, da ultimo proprio il 4 ottobre, giorno di S Francesco, durante la visita ad Assisi: andate ed evangelizzate, se necessario “anche con le parole”!
Per niente facile.
 
Giovanni Guzzi, novembre 2013
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