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Una Class Action per la bici



Multe per fare cassa: non se ne può più... di questo ritornello

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UNA CLASS ACTION PER LA BICI

Multe per fare cassa? Non se ne può più...
Di continuare a sentir ripetere questo ritornello

 
Con una puntualità che vorremmo fosse il marchio di qualità del trasporto pubblico, sui mezzi di comunicazione torna periodicamente alla ribalta la polemica per le multe agli automobilisti. L’obiezione da parte di questi ultimi è che esse siano un mezzo di cui le amministrazioni pubbliche si avvarrebbero al solo scopo di “fare cassa”.
Milano non sfugge alla regola e così, in tempi recenti, questo solito polverone è stato sollevato almeno a due riprese: a fine ottobre 2014 e in questi primi mesi del 2015.
Nella prima circostanza origine dei “moti popolari” era stata una circolare dell’Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, con la quale si invitavano i responsabili dei Comandi della Polizia Locale di Zona a sollecitare con decisione ed urgenza i propri agenti affinché prestassero attenzione alle situazioni di sosta irregolare, definita (a buon diritto) “un problema per la sicurezza stradale e la gestione del traffico” e ad intervenire in maniera più decisa e costante per sanzionarla, dando un chiaro segnale di controtendenza.
L’obiettivo di riferimento da raggiungere era di almeno 1.000 sanzioni al mese per ogni Zona e si portava come esempio positivo la Zona 1 che era arrivata al doppio.
Su questo dato si sono scatenati i sindacati: indignati per una raccomandazione che sarebbe inaccettabile e svilente in quanto chi decide quante multe debba fare un vigile vorrebbe imporre alla categoria di trattare i milanesi come materassi da battere mentre dovrebbe avere maggiore rispetto di un ruolo che è al servizio e a tutela dei cittadini.
Il secondo episodio risale a fine febbraio: da un servizio di Buongiorno Regione su RAI 3 apprendo che Altroconsumo vuole intentare una Class Action contro il Comune di Milano per multe alle auto che sarebbero da annullare per errori formali commessi dal Comune nella gestione dell’istruttoria. Nello specifico sembrebbe trattarsi di multe per violazioni accertate con gli Autovelox.
In entrambi i casi citati (emblematici di situazioni comuni in tutta Italia) esponenti delle forze politiche di opposizione e la maggior parte dei commentatori, almeno stando a quanto ne hanno riferito TV e giornali, erano ovviamente sintonizzati sulla stessa onda del partito pro auto nel contestare la presunta ingiustizia che sarebbe stata perpetrata.
Se devo essere sincero (il buon Massimo Troisi mi perdonerà la citazione), la vera indecenza da contestare che io vedo è proprio questa generale, indegna, alzata di scudi.
Che la rimostranza sia sostenuta dalle associazioni di categoria lo si può comprendere (ma non giustificare), ma che a schierarsi contro la ragione ed il buon senso siano i sindacati, coloro che fanno le leggi (e lasciamo stare se alcuni di loro non le rispettano) e, addirittura, un’associazione per i diritti dei cittadini lo si capisce molto meno.
A tutti costoro, ciascuno per quanto più lo riguarda, vorrei chiedere di riflettere sui punti che seguono.
* Non sono forse cittadini da tutelare (ed a maggior ragione, visto che fanno del bene anche alla collettività oltre che a sé stessi), anche quelli che si spostano in bicicletta e la cui sicurezza è messa quotidianamente a rischio dalla sosta irregolare e dagli eccessi di velocità?
* Sarebbe bello non dover mai vedere, come invece accade troppo spesso, auto di servizio delle forze dell’ordine (di tutti i corpi) in sosta irregolare in situazioni palesemente non di emergenza.
* Non sappiamo se le 1.000 multe siano un obiettivo stabilito in precedenza ed al raggiungimento del quale potrebbe essere stata vincolata l’assegnazione di riconoscimenti economici (prassi consueta nella Pubblica Amministrazione). Se così fosse l’attuale contestazione sarebbe comunque tardiva. Se così non fosse, considerato che le 1.000 multe/mese corrispondono ad una trentina al giorno non occorrono altre considerazioni rispetto all’osservare un paio di vie per qualche ora per rendersi conto che questo numero è, semmai, sbagliato per difetto (e di molto).
* Non se ne può più di continuare a sentir sempre ripetere il ritornello che i Comuni con le multe alle auto fanno cassa. Se c’è una categoria in Italia considerata con un occhio di riguardo a tutti i livelli è proprio quella degli automobilisti. Dove la magistratura verifica truffe (come in qualche caso è stato accertato) si puniranno i colpevoli, per il resto ben vengano anche ragioni di necessità economica (ammesso che sia vero quanto si afferma senza però mai argomentarlo con dati inoppugnabili) se possono contribuire a porre finalmente termine a questo malcostume.
* Quello che più di tutto però sconcerta, è che nessuno di costoro, che si ergono a paladini di una causa che non lo merita, riconosca che se le multe sono state date è perché è stata commessa un'infrazione che ha messo in pericolo sia chi ne è stato protagonista sia gli altri utenti della strada.
* Ed è particolarmente grave, e vergognoso, che chi riveste ruoli pubblici (come amministratore ma non solo) e chi dovrebbe informare correttamente l’opinione pubblica di fatto, ipocritamente, difenda i responsabili di violazioni della legge, in un certo senso legittimandole.
Proponendo queste argomentazioni, non proprio popolari, sulle sue pagine elettroniche, nel suo piccolo anche L'Eclettico vuole dare il suo contributo per far crescere un’opinione pubblica meno individualista e più attenta al bene comune.
In particolare con questa pagina L’Eclettico si prefigge 3 scopi:
1. manifestare il suo appoggio e la sua approvazione nei confronti di chiunque si adoperi per far rispettare il Codice della Strada senza cedere ad alcuna forma di opportunismo;
2. invitare tutte le realtà dell'associazionismo, non solo ambientalista, a prendere sempre posizione sui media solidarizzando con le amministrazioni pubbliche “sotto attacco” perché si sono attivate nel senso appena sopra indicato;
3. invitare Altroconsumo a fare una Class Action a favore di chi va in bici, non avrebbe difficoltà ad individuarne più che fondati presupposti!
 
Giovanni Guzzi, aprile 2015
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Rilanciato da Ciclobby Notizie n. 2 luglio 2015 pag. 7
 
 
APPENDICE MAGGIO 2016
Da notizia di stampa di qualche tempo fa apprendo che ogni paletto dissuasore della sosta al Comune di Milano costa 70 €. Siccome questi costi sono a carico dell'intera cittadinanza ecco chi è che paga (in questo caso davvero ingiustamente) per i comportamenti scorretti degli automobilisti.