L'Eclettico



Essere "al verde" deve significare ricchezza



Piove sul bagnato - il Seveso 4

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ESSERE "AL VERDE" DEVE SIGNIFICARE RICCHEZZA

Piove sul bagnato - Il Seveso 4

 

 
 
Finalmente ci si sta rendendo conto delle responsabilità della cementificazione del suolo, ma stenta a decollare la consapevolezza dei benefici apportati alla comunità da chi ancora mantiene i terreni in condizioni naturali.
Per valutarli riprendiamo il nostro esempio sul bacino del Seveso: in una sua gestione oculata si potrebbe ipotizzare che non debba essere superata nella sezione più a valle a Niguarda, una portata massima di 40 mc/s (metri cubi al secondo) corrispondente al limite di non oltre 70 mc/s allo scolmatore di Palazzolo (e senza considerare gli ulteriori apporti, che pure esistono, a valle di esso); per altri bacini occorre formulare di volta in volta ipotesi adeguate di portata massima ammissibile.
In condizioni di infiltrabilità nulla, la portata di deflusso per una precipitazione, considerando i soliti più volte citati 100 mm/giorno, sarebbe invece, indicativamente, pari a circa 267 mc/s, cioè quattro volte la portata massima consentita.
Dobbiamo pertanto provvedere ad immagazzinare il quantitativo d’acqua in transito per 24 ore sulla base di una portata di 197  (267 – 70) mc/s, pari a circa 17.000.000 mc.
Rapportato ad una superficie di 1 ettaro (100 x 100 mq), tale quantitativo diviene 17.000.000 / 231 x 100 = 736 mc (ove, come si è visto, 231 kmq è la superficie totale del bacino imbrifero).
 
Per ogni ettaro di terreno cementificato al 100% occorre pertanto realizzare una vasca volano di capienza pari al volume citato di 736 mc (potrebbe avere dimensioni di circa 20 x 20 x 2 mc).
I costi per la realizzazione, manutenzione e gestione di vasche come questa, facilmente quantificabili localmente, saranno addebitati a tutte le proprietà che detengono superficie catastali con infiltrabilità naturale nulla.
Chi detenesse terreni variamente impegnati con area disponibile ad infiltrabilità naturale pari a tre quarti dell’appezzamento sarebbe in condizioni di equilibrio; tutte le aree disponibili alla infiltrabilità naturale in esubero rispetto ai 3/4 della superficie verrebbe a godere di contributo compensativo, proporzionato al costo delle opere di cui sopra; viceversa per chi si trovasse in condizione di difetto rispetto al raggiungimento della citata soglia dei 3/4.
Riassumendo il concetto, ciò significa che ogni proprietario dovrebbe avere “diritto” di impermeabilizzare non più di un quarto del proprio appezzamento.
Chi rinuncia ad avvalersi per intero di questa possibilità e lo mantiene ad elevata funzionalità idraulica ai fini dell’infiltrazione deve essere premiato.
Viceversa, per l’esistente, deve essere penalizzato chi eccede la superficie disponibile.
Tutto ciò è facilmente ed immediatamente attuabile e descritto in dettaglio nella proposta "Un premio alla buona condotta".
Così facendo si incentiverebbero riconversioni a verde di qualità del suolo e soluzioni tecniche (come il verde pensile) che possano essere efficaci almeno nel rallentare il deflusso delle acque verso i ricettori.
 
Purtroppo la necessità di “fare cassa” da parte delle amministrazioni comunali non tiene conto di questi semplici calcoli e così, nelle nuove lottizzazioni, si continua a permettere l’edificazione su aree naturali accontentandosi di superfici permeabili ben inferiori, di fatto ulteriormente erose confidando nell’assenza dei controlli.
 
A questo proposito è stato valutato che il costo dell’ impermeabilizzazione del suolo ammonta a 6.500 euro per ettaro all’anno per la sola manutenzione delle reti di drenaggio delle acque meteoriche (fonte www.globalsoilweek.org).
Se i 17 milioni di euro a suo tempo stanziati dalla Regione invece che essere destinati al raddoppio dello scolmatore fossero stati ripartiti fra i comuni del bacino in ragione della propria superficie, vincolandola all’introduzione di meccanismi come quelli cui si è fatto cenno, un piccolo comune di 3 kmq, come ad esempio Cusano Milanino, avrebbe ricevuto oltre 200.000 euro.
 
CONCLUSIONI
Con una scelta politica di questo genere, i problemi idraulici sarebbero risolti localmente con maggiore efficacia rispetto all’opera in progetto, che non sarà comunque risolutiva.
La qualità urbana ne guadagnerebbe per l’incremento di verde ben tenuto.
L’indotto nel settore della progettazione e manutenzione del verde distribuirebbe ricchezza in maniera più capillare rispetto all’edilizia che premia maggiormente pochi costruttori.
Alcune amministrazioni l’hanno fatta. Ne riparleremo.
 
POST SCRIPTUM
A tutto quanto si è sin qui detto occorre aggiungere che, ovviamente, non esiste un limite massimo all’intensità dei fenomeni piovosi: le alluvioni di Firenze (1966) e Genova (1970) della seconda metà del secolo scorso hanno fatto registrare precipitazioni locali fino a 300-500 mm di altezza sulle 24 ore.
Si tratta di eventi di carattere eccezionale (anche se nessuno ci può garantire che non possano ripetersi a breve, e con altezze di pioggia anche superiori ) che non sarà mai possibile contrastare con adeguati bacini di laminazione.
Sarà pertanto necessario concordare e predisporre, per portate superiori a quelle sopra definite, accanto ad aree golenali disponibili o da ricreare, aree a bassa sensibilità destinate ad allagamento temporaneo, insieme con un piano operativo che contempli anche le misure di sicurezza per la popolazione ed i risarcimenti relativi.
 
Giovanni Guzzi, marzo 2013
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