L'Eclettico



Il fiume e il territorio



Breve ripasso di principi elementari

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

IL FIUME E IL TERRITORIO

Breve ripasso di nozioni elementari

 
Il ripasso che qui si propone sembra quasi una mancanza di riguardo verso chi ci legge.
Siccome però, nella prassi quotidiana delle decisioni che vengono prese da chi governa il territorio, questi principi elementari risultano per lo più ignorati (consapevolmente o meno) forse è il caso di soffermarcisi almeno un poco.
In ambiente naturale le leggi della fisica consentono alle acque ed ai ghiacci di defluire verso il mare e la superficie della Terra ne viene continuamente rimodellata.
L’uomo si è inserito in questo cantiere permanente ed ha scelto per i suoi insediamenti le località più riparate rispetto alla continua evoluzione del territorio, cioè quelle ove le modificazioni si verificavano con minore frequenza.
Il succedersi dei popoli e delle civilizzazioni, l’aumento demografico, l’utilizzo sempre più esteso ed intensivo del territorio per abitazioni, agricoltura, attività industriali, hanno portato alla occupazione di quasi tutta la superficie esistente, almeno nel nostro paese.
La gestione del territorio è ora affidata all’uomo, che deve assecondare le leggi della natura per potervisi mantenere in relativa sicurezza.
Il fiume, attore determinante della dinamica di superficie della crosta terrestre alle nostre latitudini, si era modellato un letto di magra, uno di morbida, uno di piena e, nelle occorrenze eccezionali, provvidenzialmente, con periodi di frequenza di 1, 5, 20, 100… anni, esondava e costruiva, granello dopo granello, la pianura detta, per l’appunto, “alluvionale”.
 
Oggi al fiume, nelle aree intensamente urbanizzate, come ad esempio la pianura della Provincia di Milano e limitrofe, è vietato non solo esondare, ma addirittura mantenere un letto di piena funzionale.
Nel suo letto di piena sono state costruite strade e quartieri, mentre il letto di morbida è stato quasi sempre stravolto; il fiume ha perduto tutte le sue proprietà: di trasporto, di autodepurazione, di irrigazione, di vitalizzatore del territorio, ed è degradato alla funzione di canale di scolo.
Così è per il Seveso, come per l’Olona, per il Lambro, e per i rispettivi affluenti.
Sono urgenti per la sopravvivenza dell’intero territorio, e stanno iniziando, purtroppo con alterne vicende, storie di riconversione alle funzioni originarie, di “rinaturalizzazione”, dei corsi d’acqua e del territorio circostante.
Nell’attesa, per evitare disastri sempre più frequenti e sempre più gravi, occorre prendere provvedimenti inderogabili, per evitare che i fiumi non riescano più ad ottemperare neppure alla funzione di canale di scolo delle acque del loro bacino imbrifero, o bacino di alimentazione (area dalla quale le acque di ruscellamento fluiscono verso il fiume).
Significativo è il caso del bacino del fiume Seveso, che può essere preso a modello per considerazioni in questo ambito provando ad analizzarne le problematiche al fine di identificare possibili soluzioni valide anche altrove.
 
Giovanni Guzzi, marzo 2013
© Riproduzione riservata

 

 
Approfondimento (11,7 Mb) > IO SONO IL FIUME