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Il prato sul tetto sta bene... e conviene



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IL PRATO SUL TETTO

Sta bene... e conviene

 
Sono tante, ed ottime, le ragioni che dovrebbero indurre chi legifera (in ambito nazionale e regionale) e chi amministra le nostre città a favorire ed incentivare scelte edilizie dei progettisti che prevedano l’introduzione di coperture verdi sugli edifici, siano essi di nuova costruzione oppure, meglio, aggiornamenti del patrimonio esistente.
Nel suo intervento al recente convegno “Green roofs, obiettivi ambientali, energetici e paesaggistici” promosso dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Fondazione Minoprio, l’ing. Matteo Fiori del Politecnico di Milano le ha enumerate dimostrando che “non esistono soluzioni diverse da un tetto verde capaci di eguagliare i molteplici benefici che esso può garantire”.
Senza dilungarci troppo nell’elencarle, è sufficiente ricordare che una copertura a verde con alberi, cespugli, piante aromatiche, erbacee e fiori assicura molti vantaggi: miglioramento del microclima urbano, riduzione della quantità di acqua piovana che defluisce verso i sistemi di raccolta e smaltimento (o, almeno, ritardo del tempo di corrivazione che consente di gestirle senza saturare i recettori ed evitare allagamenti di strade e piani interrati), temperature dell’aria più miti (grazie al processo di evapotraspirazione delle piante), riduzione dei consumi energetici in estate (fino al 25%) e conseguente indiretta riduzione dei livelli delle emissioni di CO2, minor inquinamento acustico, protezione contro gli sbalzi termici (i materiali di tenuta durano in media dal doppio al triplo) e assorbimento delle polveri sottili.
Poiché spesso accade che i progettisti vedano il verde pensile come un’alternativa al posizionamento in copertura di sistemi fotovoltaici, è il caso di ricordare che questi ultimi sono più efficienti quando sono posizionati in un contesto vegetale che, abbassando la temperatura circostante, ne consente un migliore funzionamento nelle stagioni più calde.
È infatti ben noto che, mentre sopra una superficie verde la temperatura si mantiene sostanzialmente di un paio di gradi più bassa rispetto a quella dell’aria, nel caso di coperture artificiali può arrivare a raddoppiarla fino ai 70-80°C di una superficie protetta da una copertura in catrame.
Il verde pensile, soluzione costruttiva molto diffusa nel Nord Europa e che sta cominciando ad affermarsi anche in Italia, non è però una novità così recente come si potrebbe pensare. Anche senza risalire ai mitici Giardini pensili di Babilonia, è sufficiente ricordare che venne codificata per la prima volta circa 150 anni fa quando, all’Expo di Parigi del 1867, il “mastro muratore” Carl Rabitz di Berlino presentò la prima brochure promozionale del sistema per giardini pensili che aveva ideato.
In tempi più recenti, per fronteggiare gli effetti del surriscaldamento urbano estivo, città come Londra e Tokio hanno reso obbligatoria la copertura verde delle superfici piane degli edifici oltre una prefissata ampiezza, sistema ben più risolutivo delle giornate in cui, con la proverbiale diligenza nipponica, i cittadini si allineano contemporaneamente lungo le strade e, armati di secchio, versano acqua sull'asfalto rovente per mitigare le punte di calore più insostenibili!
Anche per non correre il rischio di arrivare a questi estremi, beneficieremmo tutti di una più diffusa presenza di tetti verdi anche in Italia.
Purtroppo, l’osservatorio di un ufficio comunale al quale gli operatori edilizi presentano le richieste di costruire dimostra come, in assenza di una stringente normativa impositiva, sono pochi i casi in cui viene proposta autonomamente la soluzione della vegetazione sul tetto.
Nell’attesa che una legge cogente arrivi quanto prima, sono benemerite iniziative divulgative come quella sopra richiamata, nell’ambito della quale è stato anche presentato l’importante progetto Tevel realizzato da Fondazione Minoprio con il contributo della Camera di Commercio di Milano e della Fondazione Comunitaria del Varesotto ONLUS finalizzato ad individuare una selezione di specie idonee all’allestimento di tetti verdi in Lombardia.
Grazie ad iniziative come queste è possibile agire sul duplice fronte delle imprese edilizie costruttrici e dei privati, aziende e cittadini, che possono così ben comprendere perché è rispettivamente preferibile lavorare e vivere in capannoni e residenze che abbiano il prato sul tetto!
A chi pianifica il territorio non sfugga poi quanto potrebbe essere strategico coinvolgere sul tema le società di gestione del servizio idrico integrato per le quali le acque meteoriche che vengono recapitate in fognatura costituiscono un grosso problema in relazione all’ottimale funzionamento dei depuratori durante le piogge, specialmente quando queste sono di forte intensità e concentrate in tempi brevi, cosa che accade sempre più di frequente.
Un problema, quest’ultimo, che comporta anche l’inquinamento da sostanze organiche dei corsi d’acqua e che ha indotto già da diversi anni il Comune di Bolzano ad incentivare il verde pensile urbano: dopo aver calcolato che il costo da sostenere per collettare adeguatamente le acque meteoriche della zona industriale avrebbe avuto costi, monetari e di altro vario genere, ben più elevati.
 
Giovanni Guzzi, dicembre 2013
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Che pianta metto sul mio tetto?