L'Eclettico



Un controllore zelante (di TRENORD)



Ma non proprio corretto

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UN CONTROLLORE ZELANTE (di TRENORD)

Ma non proprio corretto (ed informato)

 
Scendo al capolinea di Monza dall’autolinea z221 (è il 27 marzo 2012) ed avendo perso la coincidenza con la z222, salgo sul treno Suburbano delle 17.04 per Sesto San Giovanni, incrociando il Controllore proprio nella carrozza in cui ha in corso una discussione con una passeggera straniera. Poiché l’intervento della Polizia ritarda la partenza mi siedo a leggere sul sedile più vicino alle porte (dovendo scendere alla fermata immediatamente successiva di Sesto San Giovanni).
È del tutto evidente che chi sa di viaggiare illegalmente non sale di certo nella carrozza in cui vede il Controllore e, soprattutto, non vi si ferma ad aspettarne la verifica del biglietto che non ha o che sa essere irregolare.
E così, non appena (dopo un buon quarto d’ora) il treno finalmente riparte e lui entra nello scompartimento, per primo fra i passeggeri gli mostro il titolo di viaggio in mio possesso ed i documenti che devono accompagnarlo:
 
a) secondo viaggio (martedì) del settimanale SITAM (Sistema Integrato Trasporti Area Milanese) n. 112312 (interurbano 2x6 senza validità urbana: 1 zona + 1/2) obliterato poco prima (alle ore 16,40) su autobus in Monza
 
b) relativa Matrice, obliterata il primo giorno di viaggio della settimana (lunedì 26 marzo) e sulla quale è debitamente trascritto il numero 868 dell’obbligatoria tessera di riconoscimento Autoguidovie con fotografia del passeggero ed indicazione del tragitto consentito: nello specifico Monza–Sesto SG.
Con mio stupore, viste le rassicurazioni preventive che avevo raccolto, mi dice che il mio titolo di viaggio non è adeguato. Paradossalmente, affermando che il mio biglietto “è valido a Milano sul Passante” (ma si sbaglia, trattandosi, nel caso in discussione, di biglietto interurbano senza validità sulla rete urbana), si contraddice e ne conferma indirettamente la plausibile legittimità di utilizzo sulla rete interurbana in ambito SITAM alle condizioni sopra esposte.
Cerco di esporgli le mie ragioni ma non mi ascolta neppure e nemmeno guarda, se non superficialmente, il mio titolo di viaggio ed i documenti che ne devono accompagnare l’utilizzo.
Quando gli dico che devo scendere a Sesto (dove stiamo per arrivare in pochi minuti) mi risponde “deve fare il biglietto” ed alla mia disponibilità a pagarlo, nonostante io ritenga di essere nel giusto, mi comunica l'importo di 44,55 euro: ovvero la multa!
Gli chiedo come posso opporre ricorso contro la multa ma non mi dà alcuna indicazione salvo avvisarmi che, se non pago subito, la contestazione inviata a casa avrà l’importo maggiorato (ma non mi dice “di quanto”) e non mi spiega come potrò recuperare l’importo già versato qualora vengano riconosciute le mie ragioni.
Non mi permette di riportare sul verbale le mie argomentazioni nonostante la mia esplicita richiesta in proposito.
Non mi è possibile firmare il verbale né averne copia nonostante si un mio diritto ed io lo richieda espressamente: si appunta i miei dati su un “foglietto volante” (che infatti gli vola sotto le ruote del treno ma tanto è determinato a multarmi da andarlo a recuperare col treno che si sta avviando!) riservandosi di compilare il verbale successivamente.
Allora gli chiedo di qualificarsi per sporgere a mia volta reclamo... ma mi dichiara un numero diverso da quello che porta appuntato sulla giacca che mi pare cominci con 29… o qualcosa del genere.
Comunque non capisco e non posso annotare nessuno dei due numeri citati perché la risposta arriva col treno in partenza da Sesto San Giovanni e la chiusura delle porte in corso.
Il 10 aprile 2012 ricevo una comunicazione di Trenord (rif. EDB_118303) che accompagna il verbale n. 118303 che contiene alcune inesattezze rispetto ai fatti sopra descritti.
Tanto per cominciare vi è indicato l’orario delle 17 ma quell’ora non ero in treno e forse nemmeno il treno era in stazione. Come si è visto sopra non è partito che almeno dopo le 17.15.
Poi vi è scritto che ero seduto! È vero ma, mi domando, quale importanza può avere il fatto che fossi seduto o in piedi?
Questa precisazione non essenziale mi fa credere che il Controllore, impegnato nel diverbio descritto all'inizio, non abbia notato il mio accesso al treno ed abbia erroneamente pensato che io fossi già a bordo prima del suo arrivo a Monza. Questa ipotesi può spiegare perché non abbia voluto considerare valido il titolo di viaggio che gli ho mostrato o almeno prendere in considerazione la mia buona fede.
Si aggiunga poi che il numero identificativo del Controllore riportato sul verbale è diverso da quello che portava sulla giacca.
A voler essere pignoli sul verbale è anche omesso il numero della mia tessera dell’Ordine dei Giornalisti che la identifica univocamente, potrei dunque opporre anche obiezioni di legittimità formale.
Siccome però sul treno c’ero davvero ed il verbale è giustamente intestato a me non ritengo corretto contestarlo per eventuali vizi di forma ma, confidando nella bontà delle mie argomentazioni (già qui parzialmente esposte) le raccolgo nei miei scritti difensivi che inoltro a Trenord confidando che siano valutati obiettivamente.
Ma qui comincia un’altra storia.
 
Giovanni Guzzi, luglio 2013
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