L'Eclettico



Il jazz giovane del nord Europa



Suona per il Ritmo delle Città

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IL JAZZ GIOVANE DEL NORD EUROPA

Il Ritmo delle Città lo porta al Castello Sforzesco

 
 
Ma quanto ci piace l’ottima iniziativa del festival il Ritmo delle Città di non far mai mancare al pubblico milanese del jazz la possibilità di ascoltare le novità proposte da gruppi giovani espressione del sempre molto interessante mondo musicale del Nord Europa; non vincolato, come accade da noi, alle rendite di posizione dei nomi già affermati.
Non ha smentito questa buona regola anche il doppio concerto che ha concluso l’edizione 2013 al Castello Sforzesco. Una serata speciale, organizzata in collaborazione con l’Ambasciata di Norvegia, che ha proposto un tour europeo partito dalla Norvegia nella prima parte per approdare ad un connubio Franco-Tedesco nella seconda.
I curiosi aperti al nuovo che sono venuti ad ascoltarli si sono trovati di fronte a musicisti di eccellente tecnica dal punto di vista dell’esecuzione e capaci di felici intuizioni creative sotto il profilo compositivo.
 
In apertura, dunque, i norvegesi Jazz Mob si sono presentati con una formazione che, ad eccezione della batteria di Andreas Bye, raddoppia tutti gli strumenti in versione acustica ed elettrica: piano e tastiere, contrabbasso e basso, sax e, come secondo strumento melodico solista, la chitarra al posto della tromba.
Le loro composizioni, originali, fanno riferimento alla tradizione storica del jazz nella sua dimensione elettrica ed in particolare a John Coltrane ed all’intenso groove che dalla metà degli anni ’60 arriva ai ’70.
 
Introdotta da Gisle Johansen (coautore dei brani con J. Klette) al sax la chitarra di Nils Olav Johansen offre all’orecchio un suono per così dire “liquido” e negli assolo si innalza ardita, sovrastando la sezione ritmica che “malmena” i suoi strumenti, al modo in cui si può immaginare un drakkar vikingo sfidare il Mare del Nord in tempesta veleggiando spavaldo sulla cresta di enormi onde.
Nel momento in cui l’assolo si placa è il pianoforte (Håvard Wiik) che gli risponde… come con pezzi di ghiaccio che cadono da un cielo plumbeo. Finché torna il sax, avvolgente come un gorgo che risucchia-amplifica i sentimenti di chi ascolta. Poi è il canto-lamento dei Troll che Mats Eilertsen sfila dal suo contrabbasso, suonato al modo classico con l’archetto, contrappuntato da basso elettrico (Per Mathisen) e tastiere (Anders Aarum) mentre gli armonici della chitarra sono scintille nella notte.
Una musica che si fa dramma esistenziale al soffio del vento caldo che attraversa le arcate dei portici del Cortile della Rocchetta.
 
Un vento che ci porta verso sud con un trio considerato fra i migliori gruppi francesi (ed in Francia sono molto selettivi nell’attribuire patenti di eccellenza): quello formato dal pianista Remi Panossian con Maxime Delporte al basso acustico e Frédéric Petitprez alla batteria, spesso suonata a mani nude o usando sui piatti l’archetto del contrabbasso!
Il trio suona standard ben noti ma ne innova il linguaggio proponendone le versioni di Panossian che presenta i temi con linee melodiche più chiare seppure esibisca uno stile pianistico in cui trovano molto spazio arpeggi ed accordi percussivi.
 
Da dietro il suo pianoforte, suonato un po’ da seduto e spesso alzandosi in piedi e molleggiandosi sulle gambe, Remi Panossian conduce il trio come un esperto cocchiere di una diligenza nel vecchio west lancia il suo treno di cavalli sulla pista per sfuggire agli Apaches che lo inseguono.
 
E questa sera gli Apaches sono i due solisti ospiti: l’emergente trombettista di talento Nicolas Gardel e la sassofonista tedesca Nicole Jo (Nicole Johänntgen), vincitrice di numerosi concorsi internazionali ed improvvisatrice di grande personalità che si alterna al sax tenore o contralto imbracciati e suonati con analoga energia ed ironia.
Già ascoltata a Milano un paio di anni fa, Nicole Jo nel centro nord Europa ha riconosciuta fama di esponente della nouvelle vague del funky jazz.
Seppure affrancata dai modelli americani, la sua musica resta in ambito jazz ed è ricca di tanti dettagli diversi che le conferiscono un particolare tono di originalità.
 
Giovanni Guzzi, luglio 2013
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Le fotografie che accompagnano questo articolo sono una gentile cortesia di Angela Bartolo (2, 4, 6) e Roberto Cifarelli (1, 3, 5)