L'Eclettico



Studiare l'agricoltura africana



Per imparare a giudicare le scelte economico-politiche dall'inclusione sociale che producono

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STUDIARE L'AGRICOLTURA AFRICANA

 

Per imparare a giudicare le scelte economico-politiche dall'inclusione sociale che producono

 
In “La centralità dell’agricoltura nello sviluppo economico e nella crescita - L’ignorata eredità africana e alcune delle esperienze agricole più significative nel mondo” (Lumi – Edizioni Universitarie – II edizione 2014) Giuseppe Prestia, cultore della materia Politica Economica Internazionale presso l’Università degli Studi di Milano, sintetizza in modo chiaro e imparziale le argomentazioni, i dubbi, le conclusioni risultanti da innumerevoli studi, valutazioni, ricerche sul campo concernenti l’agricoltura.
Tutte le discipline coinvolte, da quelle scientifico-tecniche a quelle squisitamente “umanistiche”, garantiscono la completezza di approccio al tema, con obiettivo ultimo le implicazioni economiche (nel senso etimologico del termine) dell’agricoltura stessa.
L’agricoltura, come motore e/o conseguenza dello sviluppo, viene analizzata su scala mondiale, con un ampio excursus storico, fino ai giorni nostri, in vaste aree del mondo: alcuni paesi dell’Europa occidentale, la Nuova Zelanda, il Giappone, la Cina, la Corea e Taiwan.
Oggetto privilegiato del volume sono però i Paesi Sub-Sahariani del continente africano; per ciascuno di essi vengono descritte le vicissitudini locali, con le cause (interne al paese o, più frequentemente, esterne e internazionali) che le hanno determinate, fino alla situazione attuale.
Le opinioni dei singoli studiosi, talvolta contrastanti fra di loro, sono riassunte in modo chiaro ed esauriente o citate testualmente nella lingua originale (se in francese, inglese) o tradotte in  italiano.
 
 
La mole della documentazione balza evidente in ogni capitolo dell’opera, ed è ben sintetizzata dal numero complessivo di citazioni bibliografiche (che occupano 93 pagine delle 804 complessive del volume).
Il punto di vista dell’autore rimane volutamente nascosto fino alla fine del penultimo capitolo: ciò è un pregio ma anche un limite dell’opera, per un lettore come me, culturalmente interessato ma non specialista, che talvolta è dibattuto fra posizioni diametralmente opposte e sostenute con una dialettica rigorosamente “asettica”: tale lettore gradirebbe piuttosto essere guidato ad una scelta onestamente motivata da parte dell’autore del trattato, in cui ripone la sua fiducia.
Nel complesso le Organizzazioni Internazionali, le Amministrazioni Statali locali, gli stati Partner di accordi bi- e multi-laterali escono da questo esame con un giudizio prevalentemente negativo che invita ad un ripensamento serio e non rinviabile della politica del commercio e degli aiuti internazionali.
L’autore fa emergere la sua personalità, ed il testo diventa propositivo, nell’ultimo capitolo, quando, dopo una ben condotta discussione se gli aiuti internazionali abbiano avvantaggiato o danneggiato l’economia locale, o se siano stati del tutto ininfluenti, vengono presentate le riflessioni di alcuni autori africani e non sui valori veri che fondano l’identità culturale dell’Africa “nera”.
In sintesi se ne ricava che l’Africa Sub-Sahariana, così come ogni altro paese o regione al mondo, non può attendere  di conoscere dall’esterno quello che deve essere e quello che è.
Non solo l’Africa ha doti per risollevarsi, ma è anche in grado di fornire insegnamenti al mondo, partendo dalla sua ricca cultura, di cui l’agricoltura è la prima espressione.
Se l’Africa, malgrado gli scacchi subiti in questi ultimi due secoli, ancora sopravvive, contro le leggi dell’economia “ufficiale”, è per una cultura che insegna a giudicare ogni scelta economico-politica con lo spazio di inclusione sociale che produce.
Pur partendo da culture di popolazioni “animiste”, siamo su un piano molto vicino a quello dell’impegno alla solidarietà e condivisione dell’etica cristiana, purtroppo desueto nella teoria e nella pratica delle attuali economie occidentali.
Insegnamenti come questi sono universalmente esportabili, senza offendere ed annullare la nostra e le altrui culture.  
 
Umberto Guzzi, gennaio 2015
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Il Volume è in vendita (€ 30,00) presso la Libreria Lumi di Mediazione - Polo Universitario di Sesto San Giovanni, piazza I. Montanelli 16 ed è ordinabile sul sito internet della casa editrice.