L'Eclettico



"I Quaderni de L'Eclettico"



Approfondimenti per chi non si accontenta di fermarsi alla superficie

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

"I QUADERNI DE L'ECLETTICO"

Approfondimenti per chi non si accontenta di fermarsi alla superficie


La curiosità è la qualità principale che non si può mancare di riconoscere a chi scrive per L'Eclettico. Per questo motivo, non di rado accade che le ricerche finalizzate alla pubblicazione di articoli per le sue pagine elettroniche portino a raccogliere informazioni e documentazione che non possono essere contenute nello spazio di un pur ampio resoconto giornalistico.
Trattandosi di materiale che riteniamo comunque interessante per i nostri lettori, abbiamo deciso di raccogliere questi saggi nella collana di libri-elettronici (files pdf impaginati in formato A4) I Quaderni de L'Eclettico.


ISTRUZIONI PER L'USO

Sotto questa denominazione generale che, ha un'unica numerazione progressiva, abbiamo ritenuto di organizzare il materiale disponibile in tre sezioni che ricalcano le diverse sezioni de L'Eclettico. Per il momento abbiamo pensato a: Humanitas (studi storiografici su arte, musica...), Techne (scienza, tecnica e problematiche ambientali del nostro tempo) e Civitas (nel senso di comunità politica organizzata giuridicamente).
Nuovi collaboratori con competenze in diversi ambiti del sapere umano ci potreranno, naturalmente, ad aggiungere ulteriori sezioni.


SI COMINCIA

Rompe il ghiaccio l'autore dei primi tre Quaderni: Guido Codecasa, che precisa: "Quando scrivo non penso che mi sto occupando di 'arte' o di 'cultura', ma che mi sto interessando di 'storia dei luoghi' o genius loci, visto che sono urbanista! Tecnicamente i miei scritti si potrebbero catalogare come archeologia urbana".


QUADERNO n. 1 - Humanitas
DA UN QUADRO DI RAFFAELLO
Di Guido Codecasa
i-iv, pagg. 42 - 5.300 kb - scarica il quaderno >>>

La cosa più impensabile quando si vede un quadro esposto in un museo è che sia lì da sempre, e destinato ad una condizione di quiete ideale.
Lo sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio è invece uno di quei quadri che possiede una storia quanto più lontana da questo assunto.
Il saggio si struttura in cinque sezioni dalle quali riemergono personaggi, luoghi e ambientazioni.
Questa esplorazione lascia al lettore una più profonda cognizione della storia del luogo che è la Pinacoteca di Brera a Milano, e degli intrecci tra il quadro e il destino di tanti comprimari della storia d'Italia degli ultimi duecento anni.


QUADERNO n. 2 - Humanitas
LA STANZA DI BRAMANTE
di Guido Codecasa
i-iv, pagg. 49 - 7.000kb - scarica il quaderno >>>

Bramante è Milanese. E Milano possiede quasi tutto ciò che da vedere rimane di Bramante. Prendendo spunto dagli affreschi degli Uomini d'Arme conservati "in naftalina" a Brera, e provenienti dallo scomparso Palazzo Prinetti di via Lanzone a Milano, questo saggio si propone di riportare in vita l'"allegra compagnia" con cui lavorò e passò il tempo messer Donato di Pascuccio di Panicale detto Bramante, gli amici che ebbe modo di ritrarre, i luoghi, i piaceri ai tempi degli Sforza, e che fine fecero costoro con l'arrivo dei francesi.
La vicenda si sovrappone con altri personaggi: coloro che hanno tramandato la memoria di quei tempi dorati, e gli appassionati "detective" di fine '800 (più alcuni moderni) che intrapresero la riscoperta dei bei tempi perduti.
A chiusura del saggio, viene riportato integralmente il testo de Il riso di Democrito e il pianto di Eraclito best seller di Fileremo Fregoso, allora giovane promessa della poesia rinascimentale milanese ed ingiustamente condannato all'oblio dal mainstream della critica letteraria italiana.


QUADERNO n. 3 - Humanitas
SAN PIETRO IN GESSATE
di Guido Codecasa
i-iv, pagg. 52 (più Chronicon pagg. 262 ) - 11.200 kb (più Chronicon 4.300 kb) - scarica il quaderno >>>

La chiesa di San Pietro in Gessate resiste in mezzo al generalizzato massacro del quartiere storico di quella che fu la contrada di Porta Tosa a Milano. La chiesa ne ha viste di tutti i colori eppure ancora oggi, seppure molto impoverita rispetto allo sfarzo rinascimentale, conserva tracce e rimandi ad autentici tesori d'arte, e soprattutto, conserva intatta ancora l'anima di luogo di preghiera.
Questo saggio si propone di riempire il sostanziale vuoto di ricerche e l'assenza di monografie su di essa.
Nella prima sezione viene ricostruita la sua storia. Nella seconda e nella terza sezione, attraverso la ricostruzione "romanzata" ma fondata su documenti d'archivio, vengono approfondite le vicende delle sue cappelle e dei relativi capolavori, ancora presenti oppure spariti nel corso dei secoli.
Chiude l'opera la trascrizione completa del seicentesco Chronicon Monasterii Sancti Petri et Pauli in Glaxiate dell'abate Placido Puccinelli; documento fondamentale per rintracciare le notizie d'arte sull'edificio, oltre che esempio di raro rigore nello studio storiografico.


QUADERNO n. 4 - Humanitas
ALLA RICERCA DELLA STORIA, Gottfried von Straßburg e il suo “Tristano e Isotta”
di Guido Codecasa
i-iv, pagg. 86 (più Appendici pagg. 131 ) - 3.001 kb - scarica il quaderno >>>

Nel suo Tristan (1210-15.ca) Gottfried von Straßbourg vuole ristabilire la certezza degli eventi che circondano il mitico Tristano. Tuttavia, rimandi storici circostanziati e riferimenti geografici sono contraddetti dalle notizie e dai reperti archeologici del VI secolo d.C. che ancora sopravvivono nelle terre di Bretagna e Cornovaglia. Il suo lavoro di compilazione è infatti vittima della confusione di dati che contraddistingue il secolare processo di trasmissione orale delle canzoni cortesi ad opera dei bardi di Bretagna.
È però possibile ricostruire ed individuare la funzione politica che la canzone di Tristano deve aver avuto all'epoca del proprio originale concepimento. Suddividendone la trama nelle scene principali e riesaminandola alla luce dei documenti storici disponibili e dei dati archeologici più aggiornati, ad ogni passaggio i personaggi fantastici del poema spariranno poco a poco, per dare forma alla realtà politica del VI sec d.C.: una ricerca che riserva interessanti scoperte.
In appendice una ricca selezione di fonti originali in latino, tratte dall'agiografia bretone e dalle cronache medioevali e di difficile reperibilità.
Immagine: valva superiore di scatola per specchio ducentesca (1325-50 ca.) in avorio con allegorie di romanzi cortesi, proveniente dal Louvre e comunemente intitolato "Siège du château d'amour" (Assedio al castello dell'amore).


QUADERNO n. 5 - Humanitas
IL LIBER PONTIFICALIS: una narrazione cronologica
di Guido Codecasa
i-iv, pagg. 120 - 3.200 kb - scarica il quaderno >>>

Questo lavoro si propone di offrire una versione critica del testo latino del Liber Pontificalis di Andrea Agnello e di presentarlo in una forma più vicina alle esigenze del ricercatore di storia. Allo stato dell'arte, le moderne edizioni critiche si limitano a riproporre il Liber Pontificalis nella forma che è stata via via imposta dal processo di trasmissione dell'opera - processo che ne ha inquinato l'impianto generale e corrotto i contenuti.
La ricerca storica di Agnello nacque per il vero da una serie di seminari o lectiones tenuti dall'autore di fronte a una ristretta cerchia di conoscenti a Ravenna, e dei quali solo in un secondo momento veniva distribuito il testo, in forma di dispense. Rimettendo in luce questa 'cornice letteraria' è possibile restituire immediata intellegibilità al testo soprattutto per quanto riguarda i tanti sottointesi relativi al carattere dell'autore, al contesto culturale e al pubblico con cui egli si confrontava.
Tale premessa è necessaria per riconsiderare la verosimiglianza e la  storicità della narrazione di Andrea Agnello, nonché l'uso e la provenienza delle sue fonti. A tale scopo alle mie notazioni affianco un ricco repertorio di commenti dell'edizione critica di Testi Rasponi del 1922 che per ricchezza di conoscenze topografiche, liturgiche e acutezza delle osservazioni rimane un punto di riferimento e una miniera di spunti ancora insuperata.
L'esito di tutte queste operazioni è contenuto nella prima sezione dell'opera che presenta un 'testo ripristinato'.
Nella seconda parte dell'opera, il testo così ottenuto viene smontato, e i singoli passi sono catalogati a seconda della natura delle fonti utilizzate (topografiche, storiche, orali, epigrafiche/archeologiche).
Nella terza sezione, i dati così isolati, verranno riposizionati, ricostituendo un quadro sinottico con diverse cronologie parallele. Queste linee temporali, restituite nella loro correttezza, offriranno allo studioso una adeguata mappa di navigazione per le notizie storiche e architettoniche che Agnello riuscì a raccogliere. La convinzione è che anche la produzione letteraria di ambito ecclesiastico e agiografico, se affrontata nell'ottica della Quellenforschung (ricerca delle fonti), possa aiutare a risolvere o integrare molte zone grigie della storia del V-VII d.C. così spesso poco documentate, oltre che offrire inaspettati chiarimenti su vicende altrimenti oscure.
Immagine: processione dei Magi, particolare dalla fascia murale a mosaico in Sant'Appollinare Nuovo, Ravenna.


QUADERNO n. 6 - Humanitas
LA CRONACA DI SECONDO DI TRENTO: una proposta di ricostruzione
di Guido Codecasa
i-iii, pagg. 90 - 3.246 kb - scarica il quaderno >>>

Il presente lavoro restituisce il processo e l’esito di un esperimento fortunato, effettuato sui libri II-III-IV dell’Historia Longobardorum di Paolo Diacono. Sulla base di una decostruzione del testo latino di Paolo, effettuata passo dopo passo, nel solco della tradizione del Quellenforschung, l’autore è riuscito ad isolare le notizie e la struttura di un testo di carattere annalistico riferibile a Secondo di Trento e che copre un periodo compreso tra il 552 e il 612 d.C.. I risultati superano ogni aspettativa.
Al fine di garantire la verificabilità del procedimento adottato allo scrutinio della comunità di ricercatori, il testo riporta in dettaglio il procedimento di scomposizione, decostruzione e filtraggio del testo latino, al confronto con gli altri documenti che furono consultati dall’autore (pp.1-82). In base agli indizi che emergono dal testo, è ricostruito anche il metodo con cui Paolo Diacono maneggiava i propri materiali e i propri appunti (oltre che alcuni errori materiali).
Il testo ottenuto presenta informazioni fondamentali e delinea una visione originale di un periodo convulso e incerto, quello dell’ultima occupazione imperiale dell’Italia, e la messa alla prova di una nuova polity (comunità organizzata politicamente), quella longobarda, in cerca di identità.
In definitiva emerge il caso più unico che raro di un libro dentro un libro: l’Historia Longobardorum contiene infatti, seppure in forma decriptata, il testo di Secondo. La presenza di citazioni di Secondo nel testo di Paolo era già nota da tempo.
Ma la novità è che non solo Paolo Diacono ha riproposto tutto il testo di Secondo, ma che le chiavi di decodificazione sono contenute nel testo stesso e nelle stesse scelte lessicali di Paolo Diacono: queste chiavi, se impiegate, ci possono permettere di recuperare con un certo margine di esattezza il formato e la struttura originale (anche se non necessariamente lo stile) di un’opera che fino ad ora consideravamo perduta.
Immagine: lastra con pavone fra tralci di vite, musei di Santa Giulia, Brescia.

 

L'AUTORE

Guido Codecasa, urbanista, ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso il Politecnico di Milano in tema di politiche urbane, valorizzazione dei beni culturali, problemi di organizzazione nelle pubbliche amministrazioni e accordi pubblico privati nei progetti di riqualificazione urbana.
Ha poi svolto attività nella gestione immobiliare. A ciò ha affiancato attività di volontariato in ambito museale, e una passione per le antichità milanesi e la storia urbana.
Disegna, scrive e compone musica.
Collabora con l’aperiodico elettronico L’Eclettico e contribuisce alla collana “I Quaderni de L’Eclettico” con alcuni saggi dedicati alla ricostruzione della storia dei luoghi di Milano.