L'Eclettico



Diffusore di comunicati stampa o narratore “dal vero”?



Il buon giornalista lo fa anche l’ufficio stampa.

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

DIFFUSORE DI COMUNICATI STAMPA O NARRATORE “DAL VERO”?

Il buon giornalista lo fa anche l’ufficio stampa


Come sa bene chi legge una notizia sulla quale ha informazioni dirette, talvolta può succedere di dover pensare che i fatti siano diversi da come li si conosce.
Senza addentrarci in considerazioni troppo sofisticate che qui non ci interessano, non di rado la ragione di queste discordanze è semplicemente dovuta al fatto che chi ne ha scritto l’ha fatto sulla base di informazioni non verificate di persona e perciò potenziali fonti di equivoci, che possono finire impaginati.
Siccome ci piace il giornalismo che racconta l’esperienza, è esattamente questa che i lettori trovano su L’Eclettico.

Se tuttavia non è semplice farlo per le testate più rinomate, figurarsi per una piccola realtà editoriale come la nostra. Nondimeno ci proviamo: cercando di essere nei luoghi in cui si svolge ciò di cui ci interessa scrivere per riferirne quel che i nostri occhi hanno visto e che le nostre orecchie hanno sentito.
Questo modo di operare ci ha permesso di accorgerci di errori macroscopici dei quali ci limitiamo a riferire solo qualche esempio eclatante.

Non sfugge a nessuno che un tal genere di giornalismo dovrebbe essere quello più apprezzato da chi organizza eventi. Lo diciamo con piena consapevolezza in quanto capita anche a noi di indossare questa veste; e più di una voce ci è arrivata lamentandosi del fatto che oggi è estremamente difficile ottenere una recensione articolata ed originale di una propria manifestazione.

Inquadrata in questa cornice, la possibilità per i giornalisti di avere il più ampio e facile accesso nei luoghi in cui le notizie diventano tali, sembrerebbe ovvio che debba essere agevolata. Ma così non è.
Esibire la tessera dell’ordine (beninteso in regola con i bollini annuali) non è più il lasciapassare che era un tempo. Riservandoci anche su di essa e sulla sua funzione ed utilità un approfondimento in altra occasione, qui rileviamo soltanto che occorre sempre più spesso passare dall’accredito da parte dell’ufficio stampa. Per il quale l’iscrizione all’ordine professionale non è ormai quasi più un requisito imprescindibile. Anche questo orientamento può avere le sue ragioni, ma anche di queste non vogliamo ora discutere.

Stante quanto fin qui premesso, ci preme invece stigmatizzare alcuni episodi e malcostumi nei quali ci siamo imbattuti… chissà che, arrivando in questa forma agli uffici stampa interessati, non possano contribuire ad una migliore efficienza.

Uno dei casi più emblematici è Palazzo Reale di Milano. Inteso nel suo insieme e non come semplice contenitore di “altro da sé” come, a dire il vero, non di rado sembra che sia. Primo esempio di ciò è il fatto che, sul relativo sito internet, per i giornalisti che desiderino essere inseriti nell’indirizzario al quale vengono inviate le News Stampa, compare l’indicazione di inviare la richiesta per posta elettronica. L’abbiamo fatto reiterate volte, l’ultima il 3 febbraio 2016, ma non abbiamo mai ricevuto una comunicazione.
Anche in precedenza, quando l’accredito si faceva al momento della visita compilando un modulo cartaceo, abbiamo sempre dichiarato l’interesse ad essere informati di ogni iniziativa rivolta alla stampa ma nessuno l’ha mai fatto. È vero che il sito citato reindirizza sui siti delle singole mostre ospitate, ma allora ci si domanda a cosa serva l’ufficio stampa dedicato.

Un altro episodio abbastanza sconcertante è legato ad una mostra molto bella allestita nella Sala delle Cariatidi, che meritava se ne scrivesse in altri termini, però al suo ufficio stampa forse questo non interessava. Ci riferiamo alla mostra sugli arazzi di Bronzino e Pontormo, normalmente suddivisi fra Firenze e Roma, che nel 2015, occasione unica dai tempi dell’Unità d’Italia, è stato possibile rivedere assieme in un allestimento che ne ricostruiva l’originale disposizione nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze (Leggi di più >>>).
Come si diceva, dai collegamenti predisposti a partire dal sito di Palazzo Reale, non risultava alcuna indicazione sulle modalità di accesso per la stampa ed i contatti indicati, un numero di telefono dal prefisso riconducibile a Roma ed un indirizzo di posta elettronica, si sono rivelati totalmente inutili: il primo suonava desolatamente a vuoto e la richiesta inviata al secondo non ha mai ricevuto risposta.
È purtroppo risultata inefficace anche la strada alternativa tentata: telefonare direttamente agli uffici di Palazzo Reale al numero indicato sul suo sito. Qui almeno qualcuno l’abbiamo trovato, ma senza comunque fare grandi progressi: alle domande poste l’interlocutrice non sapeva rispondere. Paradossalmente, chiedendo con quale servizio stessimo parlando, abbiamo scoperto trattarsi… dell’Ufficio Mostre!!!
E chiamando l’ulteriore numero che ci è stato suggerito di interpellare ci siamo ritrovati in linea con il call center di altre due mostre contemporaneamente in programmazione - Giotto e Mito e Natura – dal quale siamo stati rinviati ai rispettivi siti.
Fosse stata una persona seria, la prima operatrice interpellata ci avrebbe chiesto il numero di telefono e si sarebbe preoccupata lei di trovare l’informazione e richiamarci!
Va bene che si era in tempo di vacanze (precisamente le ore 14 di giovedì 13 agosto 2015) ma se una mostra è aperta sembra normale aspettarsi che ne possa essere contattata l’organizzazione. Perché, altrimenti, come si fa ad accreditarsi se l’ufficio stampa è in ferie? Caso non raro come si potrebbe pensare e di cui potremmo citare più di un esempio.

Stesso discorso per richieste di accredito alle quali non risponde nessuno, siamo consapevoli che L’Eclettico non è il Domenicale del Sole 24 Ore ma, come si dice, “domandare è lecito, rispondere cortesia!”

Questo malcostume accomuna diverse istituzioni e importanti società di Pubbliche Relazioni che troviamo spesso incaricate del servizio di Ufficio Stampa per gli eventi e le manifestazioni più varie.
Non le citiamo perché da alcune di esse abbiamo poi ricevuto delle scuse mentre altre nel tempo, chissà, potrebbero essersi “redente” a nostra insaputa!

Altro caso paradossale è poi quello in cui l’accredito risultava essere effettivamente stato rilasciato e comunicato alla biglietteria… ma non al diretto interessato che, naturalmente, chiedeva conferma per poter programmare i propri impegni ed i relativi spostamenti. Per nessuno è piacevole fare viaggi a vuoto, e siccome Milano è ricca di iniziative: per una porta trovata chiusa ne esistono aperte innumerevoli altre verso le quali indirizzarsi.

A proposito di necessità/opportunità logistico-organizzative, forse in alcuni uffici stampa non si ha sufficiente consapevolezza del fatto che, per poter lavorare nel modo al quale sopra abbiamo accennato, il giornalista deve poter essere libero di seguire ciò verso cui le circostanze e la sua curiosità lo orientano, ed al tempo stesso poter organizzare al meglio il proprio tempo.
Si capisce perciò facilmente perché non è sempre possibile programmare le visite o perché un accredito col vincolo di una sola data prestabilita (per una manifestazione, come una mostra d’arte, che dura nel tempo) possa essere limitante.
Per non dire della difficoltà che insorge quando si legge di accessi per la stampa governati da accredito preventivo mancanti tuttavia delle indicazioni di telefono o indirizzo al quale rivolgersi e della tempistica necessaria per avere la risposta (ad esempio i Musei Civici di Milano).

Per quanto ci riguarda, queste modalità organizzative, oltre a non averci permesso più d’una volta di scrivere su argomenti che, viceversa, ritenevamo interessanti per i nostri lettori, più in generale, seppure a malincuore, ci inducono ad espungere dalla nostra agenda chi sceglie di operare in questo modo.

Se quella descritta è la realtà ordinaria, sorprende che possa succedere esattamente l’opposto in occasione appuntamenti unici e di portata nazionale ed internazionale.
La nostra esperienza in questo senso si riferisce alle due ultime visite di pontefici in Diocesi di Milano: Francesco nel 2017 e Benedetto XVI per l’incontro Mondiale delle Famiglie nel 2012.
In entrambi i casi, fin quasi all’immediata vigilia dell’evento non è stato possibile sapere a quale degli appuntamenti si sarebbe stati ammessi. Se la cosa per noi, residenti in zona, non era poi così grave, ci domandiamo come avrà fatto chi doveva programmare non solo una trasferta, magari anche da molto lontano, ma anche scelte editoriali ed i relativi spazi di impaginazione.

Nel 2012 la disorganizzazione altrui ci è costata la bicicletta (La mia bici, papa Ratzinger e... Gino Bartali - Leggi di più >>>), anche se poi siamo stati ripagati dal privilegio di seguire da vicino momenti di alta spiritualità; purtroppo non vissuti adeguatamente da chi ci era accanto ed ha sprecato un’occasione unica perdendosi in pettegolezzi a proposito di Cardinali e beghe vaticane!

Nel 2017, invece, dopo mesi di attesa delle istruzioni per l’accredito, inutilmente cercate sul sito dedicato nel quale la scadenza indicata era per lo più disattesa e continuamente procrastinata, si è arrivati alla settimana prima (e di venerdì, quindi con le segreterie di redazione non tutte in piena efficienza) per leggere l’avviso della necessità di una lettera di accredito entro il lunedì successivo!
Ce l’abbiamo fatta lo stesso, ma soltanto perché eravamo in ferie… e perdendo 10 volte il tempo necessario a fare le cose per tempo!

Giovanni Guzzi, aprile 2018
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